Prezzi in calo per i polli -2,7% rispetto a novembre

prezzi polli
È il dato di dicembre, dall’ultimo report del Crefis. Bene invece le quotazioni di galline, tacchini e uova

A dicembre, un po’ tutte le categorie dell’allevamento avicolo hanno vissuto mercati tonici; salvo i polli che hanno visto prezzi in discesa. Come indica l’ultimo report del Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili, www.crefis.it), a dicembre il prezzo medio dei capi vivi allevati a terra sul mercato di Milano è arrivato a 1,065 €/kg, in discesa del 2,7% rispetto a novembre.
Contrazione ancora più accentuata per i capi quotati a Forlì-Cesena a peso vivo che registrano -7,8%, con un prezzo medio mensile di 1,060 €/kg. La quotazione scende anche a Verona dove arriva a 1,070 €/kg, ovvero il 5,3% in meno rispetto al mese precedente.
Ma soprattutto, a dicembre sono state tutte negative le variazioni tendenziali, che mettendo in relazione un dato mensile con il corrispettivo dell’anno precedente annullano ogni effetto contingente e di stagionalità e sono dunque particolarmente significative. In questo ambito, per il mercati dei polli abbiamo -1,8% per Milano, -4,5% per Forlì-Cesena e -3,6% per Verona.


Nel frattempo, sempre a dicembre il mercato delle galline a peso vivo si è mostrato in crescita dal punto di vista congiunturale. E questo per tutte le borse merci considerate; ecco i prezzi: 0,410 €/kg sulla piazza di Milano (+5,7% su novembre); 0,380 €/kg sia a Verona che a Forlì-Cesena (+4,1% e +10,5%, rispettivamente). Anche in questo caso, però, le variazioni tendenziali rimangono fortemente negative per tutte e tre le piazze.
Passando all’andamento dei mercati dei tacchini, a dicembre si evidenza una certa stabilità. Tanto che sia Milano, sia Verona che Forlì-Cesena hanno confermato una quotazione pari a 1,430 €/kg. Dal punto di vista tendenziale (che cioè considera il confronto con dicembre 2017) le variazioni per Milano e Forlì-Cesena sono state negative e pari -3,4% e -5,9% rispettivamente, mentre per la piazza di Verona si è evidenziato un decremento del 5,3%.
Le uova
Per quanto riguarda il segmento delle uova, a dicembre e a livello congiunturale si sono registrati prezzi stabili o in aumento per tutte le categorie e tutte le piazze.
Partendo dalle uova intere da gabbia arricchita di categoria L (si vedano le tabelle 2 e 3), il mercato ha mostrato un aumento delle quotazioni dello 0,6% su novembre, sia sulla borsa di Milano che su quella di Verona, con prezzi in valore assoluto saliti rispettivamente a 11,467 e 11,267 €/100 pezzi.
Sono invece risultate stabili a 11,500 €/100 pezzi le quotazioni rilevate sulla piazza di Forlì-Cesena. Si tratta peraltro di prezzi piuttosto bassi, e lo testimonia il confronto con dicembre dell’anno precedente che risulta fortemente negativo su tutti i mercati: -29,7% a Milano; -31,3% a Verona; -29,0% a Forlì-Cesena.
Prezzi in aumento a dicembre per le uova di categoria M. A Milano e a Verona l’aumento è stato pari a +0,7% su base congiunturale per entrambe), con i valori che sono stati rispettivamente fissati a 10,167 e 10,267 €/100 pezzi; stabile la quotazione di Forlì-Cesena a 10,600 €/100 pezzi.


Anche in questo caso, il confronto tendenziale mostra dati preoccupanti: -33,1% a Milano; -29,8% a Forlì-Cesena; -32,9% a Verona.
Andamenti simili si notano a dicembre anche per le uova intere da allevamento a terra, benché – sottolinea il report Crefis – su livelli di prezzo leggermente superiori. Per la categoria di uova L, la quotazione media a Forlì-Cesena è stata di 13,900 €/100 pezzi, dato stabile rispetto al mese precedente. Alle borse di Milano e di Verona, invece, si è osservata una crescita congiunturale dello 0,5%, con i prezzi che hanno raggiunto i 13,967 €/100 pezzi (per entrambe le piazze).

prezzi polli
Dinamica simile ha caratterizzato anche le uova da galline allevate a terra di categoria M, i cui prezzi sono saliti a Milano a 12,867 €/100 pezzi, per un +0,5% rispetto al mese precedente, e a Verona 13,067 €/100 pezzi, sempre +0,5%. Stabile la quotazione rilevata a Forlì-Cesena, pari a 13,200 €/100 pezzi. Sempre fortemente negative le variazioni tendenziali che, per tutte le categorie di prodotto, sono risultate comprese tra i -18 e i -21 punti percentuali.

AVIARIA, ECCO I RIMBORSI DOMANDE ENTRO L’11 MARZO

Dopo una lunga attesa, finalmente Agea ha pubblicato le modalità ufficiali per la presentazione delle domande di indennizzo per i danni indiretti causati dall’epidemia di influenza aviaria che ha colpito tra il 2016 e il 2017. Le misure eccezionali saranno applicabili agli allevatori di anatre, tacchini, pulcini, polli, pollastre, galline ovaiole e uova del genere “Gallus”.
«La nostra provincia – spiega il direttore di Confagricoltura Mantova, Daniele Sfulcini – ha risentito in maniera decisa dell’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità, con i sottotipi H5 e H7. Potranno essere rimborsati i danni indiretti subiti dalle aziende nel periodo compreso tra il 30 aprile 2016 e il 28 settembre 2017. Nel suddetto periodo, in provincia di Mantova sono stati oltre 784.000 i capi abbattuti. In questa tranche però saranno versati indennizzi per i danni indiretti, quelli cioè derivanti dai fermi produttivi imposti dalle autorità sanitarie per il contenimento del patogeno».


L’importo totale dell’aiuto, cofinanziato al 50% tra Ue e Italia, continua Confagricoltura Mantova, ammonta a 22 milioni di euro. Potranno presentare domanda di rimborso le aziende vittime dei seguenti danni:
- distruzione di uova da cova;
- trasformazione di uova da cova, uova da allevamento, in gabbia e uova da allevamento a terra, anche all’aperto e biologiche, in ovoprodotti;
declassamento di uova da cova in alimento per animali da compagnia;
- mancato accasamento di pollame per tacchina da ingrasso, tacchino maschio da ingrasso, faraona, pollo da carne, anatra da ingrasso, gallina ovaiola allevata in gabbia, gallina ovaiola allevata a terra e pollastra allevata a terra;
- soppressione di tacchina, tacchino maschio, pollo e pollo rurale; perdita di produzione di riproduttori (per pollo da carne e tacchino);
- prolungamento della durata di allevamento dovuto al divieto di trasferimento per pollastra standard, pollo standard, faraona, tacchino e anatra da ingrasso.
Le domande dovranno essere presentate entro l’11 marzo 2019, con gli organismi pagatori che provvederanno ad effettuare il pagamento entro e non oltre il 30 giugno 2019.

I MANNANO-OLIGOSACCARIDI (MOS) NELL’ALIMENTAZIONE DEI POLLI

I MOS vengono raccomandati come efficaci alternative agli antibiotici nell’alimentazione del pollo, antibiotici che sono ormai al bando in Europa dal 2006. Ma sta aumentando il numero degli allevatori che, avendo provato i MOS, nutrono delle perplessità sulla loro effettiva efficacia.
La letteratura scientifica riporta risultati indiscutibilmente positivi sugli incrementi di peso e gli indici di conversione nei broiler, sul peso delle uova e sulla produzione di uova, sulla fertilità e sulle percentuali di schiusa nelle ovaiole (Saeed et al., 2017, J. World Poultry Research, 7(3): 94-103).
Ma allora, come stanno veramente le cose? Vediamo di fare chiarezza cominciando a capire che cosa sono i MOS e come funzionano.
Le pareti cellulari dei lieviti, come ad esempio il più diffuso Saccharomyces cerevisiae, sono costituite per circa il 30% di oligosaccaridi dello zucchero mannosio (i MOS, appunto) e per un altro 30% circa di beta-glucani, polimeri del monosaccaride beta-glucosio, organizzati nella struttura tipica della cellulosa.
Il principio attivo dell’additivo probiotico è rappresentato dai mannani, polimeri dell’alfa mannosio e non dai beta-glucani, per cui il prodotto risulta tanto più efficace quanto maggiore è il suo contenuto in MOS. I MOS ed i beta-glucani hanno, infatti, modi di azione completamente diversi: i MOS si legano ai batteri patogeni intestinali, limitandone l’azione di colonizzazione del tratto enterico; i beta-glucani sono modulatori e attivatori delle risposte immunitarie e agiscono bloccando le micotossine. Non che questo sia un fatto negativo ma, comunque, limita l’azione antibatterica dei MOS.
Il processo di produzione industriale delle pareti cellulari dei lieviti parte dalla rottura della cellula del lievito, seguita dalla separazione della parete della cellula (frazione insolubile che contiene i MOS) dal suo contenuto (frazione solubile). La lisi della cellula può essere fatta in due modi: o per azione enzimatica (autolisi) o per azione chimica (idrolisi). Nel processo di idrolisi vengono resi solubili parte dei mannani, quelli legati a proteine. L’inconveniente non si ha nel processo di autolisi. Dal momento che l’additivo alimentare che va in commercio è costituito dalla frazione insolubile, il prodotto ottenuto enzimaticamente risulta contenere, mediamente, il 50% in più di mannani attivi. Ecco perché l’efficacia auxinica di prodotti diversi può risultare anche profondamente diversa.
Un altro studio, questa volta dell’università di Davis, in California, conferma le qualità di stimolatori del sistema immunitario dei beta-glucani, estratti non da lieviti, ma dall’alga Euglena gracilis. In una prova di alimentazione con suinetti di 21 giorni, sono state poste a confronto tre tesi: un controllo senza nessun trattamento, una dieta con 54 mg/kg di beta glucani ed una dieta con 108 mg/kg di beta glucani. I suinetti non erano stati sottoposti a nessun trattamento, né vaccini, né antibiotici.
I risultati hanno riguardato le frequenze di diarree, diminuite dal 29 al 17%. IL prodotto ha dimostrato di stimolare la risposta immunitaria degli animali contro l’infezione intestinale da Escherichia coli.

Prezzi in calo per i polli -2,7% rispetto a novembre - Ultima modifica: 2019-02-18T12:32:14+01:00 da Lucia Berti

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