Aviaria in Italia, positivi al virus due allevamenti di tacchini

I casi di virus influenzale sono stati rilevati nel ferrarese e nel modenese e sono state subito attivate le contromisure previste dal regolamento Ue

Consumi carne avicola
Sono state attivate immediatamente le procedure di abbattimento, pulizia e disinfezione e poi create le zone di protezione e sorveglianza per isolare la zona a rischio.

Avanza l’influenza aviaria in Europa con la conferma di nuove positività nei confronti del virus ad alta patogenicità in volatili selvatici e nel pollame domestico (vedi qui). Nel nostro Paese, infatti, è appena stata confermata una positività per virus influenzale sottotipo H5 in un allevamento di tacchini da carne nel ferrarese nel Comune di Codigoro. Lo ha segnalato Confagricoltura Mantova spiegando che i campioni erano stati prelevati nell’ambito della sorveglianza ordinaria come controllo precarico per il macello.

Un altro caso ad alta patogenicità è stato scoperto in un altro allevamento di tacchini, questa volta a Ronco all’Adige, in provincia di Verona. Lo scorso 18 ottobre il Centro di Referenza Nazionale per Influenza Aviaria, ha confermato infatti una positività per virus influenzale A sottotipo H5 in un allevamento di tacchini da carne in provincia di Verona. Il 19 ottobre il virus è stato caratterizzato come ad alta patogenicità sottotipo H5N1.

Come ha spiegato il Centro di Referenza Nazionale per Influenza Aviaria dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, nell’allevamento, erano presenti circa 13mila volatili. Considerata la presenza di una riserva di caccia nelle vicinanze dell’allevamento infetto, la più probabile via di ingresso del virus può essere individuata nel contatto indiretto con l’avifauna selvatica. Le procedure di abbattimento, pulizia e disinfezione sono in corso. Le zone di protezione e di sorveglianza (3 e 10 km) sono state istituite e tutte le misure di controllo sono state implementate come previsto dal Regolamento Delegato 687 del 2020.

Misure di contrasto all’aviaria

Come prima contromisura, si è infatti cercato di ridurre il più possibile le possibilità di contatto tra il pollame allevato e gli uccelli selvatici, possibili portatori della patologia. E’ stata infatti disposta la detenzione degli animali al chiuso durante i periodi ritenuti a rischio: il pollame e tutti gli altri volatili in cattività, se allevati all’aperto, vengono trasferiti e trattenuti all’interno di un edificio dell’azienda.

«In questi casi—spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova—il consiglio da dare è sempre lo stesso, vale a dire quello di mantenere la massima attenzione negli alleva-menti avicoli, con un occhio di riguardo ancora maggiore alle misure di biosicurezza. Sappiamo bene purtroppo cosa significhi la diffusione di questa patologia, soprattutto in termini di capi abbattuti. Dobbiamo pertanto fare di tutto per contenerne la diffusione».

Lunga la lista dei Paesi Ue con casi positivi all’aviaria

L’Italia (vedi tabella focolai HPAI-focolai) si aggiunge ancora, alla lunga lista dei Paesi Ue già colpiti dall’aviaria, come Germania, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Irlanda del Nord, Danimarca, Svezia, Francia, Polo-nia, Croazia, Slovenia, Spagna, Slovacchia, Romania, Lituania, Ungheria, Norvegia, Repubblica Ceca, Finlandia, Svezia, Bulgaria, Svizzera, Austria, Lettonia, Estonia, Grecia, Ucraina, Serbia, Kosovo e Albania.

 

Aviaria in Italia, positivi al virus due allevamenti di tacchini - Ultima modifica: 2021-10-26T11:26:40+02:00 da Francesca Baccino

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