Le tecniche di fienagione secondo il Crpa e i dettagli dell’evento Nova

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Nella non facile scelta delle macchine, oltre agli aspetti tecnologici, devono essere attentamente valutati il tipo di terreno, la forma degli appezzamenti, la facilità di accesso, le distanze di trasporto, le pendenze. Di rilievo l’importanza della forza motrice del trattore accoppiato alle operatrici, importante chiave del successo delle diverse operazioni

La fienagione è un processo di conservazione dell’erba che consiste nel sottrarre acqua dai tessuti vegetali fino ai valori di umidità del 12-15%. Il processo deve interrompere nel più breve tempo possibile l’azione di enzimi, batteri, lieviti e muffe che provoca la perdite di sostanze nutritive durante l’essicazione e in seguito il deterioramento del foraggio, favorendo poi tutti i processi utili alla conservazione del prodotto e al mantenimento del suo valore come alimento per i ruminanti.

Le tecniche di fienagione principali sono due, la tradizionale e quella in due tempi. Si differenziano per il tipo di cantiere utilizzato: nel primo caso tutto il processo avviene totalmente in campo, nel secondo caso, dopo una fase di pre-appassimento in campo, il prodotto viene portato in fienile per completare l’essiccazione (vedi figura qui accanto).

Nel processo di fienagione sono però inevitabili alcune perdite sia in termini di qualità che di quantità di prodotto. Queste sono dovute principalmente: alle attività di respirazione, al possibile dilavamento (piogge), agli interventi meccanici, alle fermentazioni post-raccolta. Con la tecnica a due tempi le perdite possono essere ridotte in modo significativo, grazie alla minor permanenza in campo del foraggio, alla maggiore velocità di essiccazione e ai minori danni legati agli interventi meccanici, specie nel caso di raccolta del foraggio sfuso.

Le perdite di respirazione, provocate da processi di ossidazione degli zuccheri, possono causare cali produttivi stimati intorno al 10 e il 13% della sostanza secca per la fienagione tradizionale e dal 4 al 10 % per la fienagione in due tempi.

Gli eventi meteorologici sfavorevoli, soprattutto nel caso di foraggio quasi essiccato, possono provocare perdite sino al 40% del prodotto. La degradazione per via fermentativa della sostanza organica può fare perdere il 10-15% del valore nutritivo nella fienagione tradizionale, il 3-10% per la fienagione in due tempi.

Riguardo alle perdite connesse alle operazioni meccaniche, esse sono strettamente dipendenti dal tipo, dalla tempistica e dalle caratteristiche delle attrezzature usate. Le perdite più rilevanti sono generalmente a carico delle parti più fragili e pregiate della pianta, cioè le foglie delle leguminose. Maggiore è l’umidità del foraggio al momento della movimentazione minore è il rischio di danni, che possono stimarsi intorno al 10-12% per la fienagione tradizionale e al 3-8% per quella in due tempi (vedi tabella).

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Foraggicoltura di precisione

Se le tecniche principali della fienagione non sono sostanzialmente cambiate nel tempo, negli ultimi anni la ricerca dell’economicità e della produttività ha spinto verso un aumento delle dimensioni delle macchine e delle attrezzature impiegate; ciò è giustificato dalla necessità di far fronte a maggiori superfici dominabili, ma anche dalla richiesta di tempestività di intervento a causa della possibile e repentina mutabilità climatica tipica del periodo di raccolta primaverile,

L’aumento delle dimensioni delle macchine impiegate e la ricerca di una migliore funzionalità ha comportato l’adozione di sistemi elettronici quali il controllo trattrice-attrezzo (ISOBUS), così come all’introduzione anche nella fienagione del concetto di agricoltura di precisione. Le moderne tecnologie non portano solo vantaggi di tipo economico-gestionale, ma contribuiscono a migliorare sicurezza e confort degli operatori.

L’industria meccanica non ha però mai perso di vista l’obiettivo del miglioramento della qualità del fieno, attraverso la ricerca continua di soluzioni progettuali che consentano non solo maggiori capacità di lavoro, ma anche migliore qualità e sicurezza del prodotto ottenuto. Oltre alle grandi macchine, non vengono poi trascurate quelle più adatte alle piccole realtà aziendali, diffuse in Italia soprattutto nelle zone montane, che permettono di operare sui terreni più difficili.

Le macchine della fienagione lavorano fra il taglio dell’erba e la raccolta del prodotto pronto per essere portato in azienda e si dividono in: macchine per lo sfalcio, macchine per il rivoltamento e la messa in andana e macchine per la raccolta.

Taglio e condizionamento

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Esempio di barre falcianti (fonte: Crpa).

Il taglio dei foraggi è la prima ed importante operazione affidata a due tipologie di macchine, le falciatrici semplici e quelle dotate di apparato condizionatore, che può essere a rulli (più adatti per le leguminose) o a flagelli (ottimi con le graminacee). Il condizionamento serve ad accelerare il tempo di essiccazione, soprattutto degli steli, e anche ad ottenere una massa a umidità più uniforme. Il condizionamento dei foraggi porta a vantaggi in caso di tempo favorevole, ma se piove si subiscono maggiori perdite per lisciviazione rispetto al foraggio solo sfalciato.

Tra le falciatrici ormai le più diffuse sono quelle rotative a dischi o tamburi, che associano alla ottima qualità di taglio la velocità di lavoro molto elevata, sono robuste e richiedono una ridotta manutenzione. Entrambe le tipologie possono essere sia portate che trainate. Le larghezze di lavoro più comuni sono intorno ai 2-4 metri, ma con opportuni accoppiamenti tra falciatrice frontale e laterali, è possibile raddoppiare se non addirittura triplicare la capacità di lavoro.

Importanti sono i sistemi di regolazione dell’altezza di taglio, che consentano di seguire il profilo del terreno anche ad alte velocità, con i positivi effetti di evitare l’imbrattamento del foraggio con terra, diminuire l’erosione del suolo, ottenere una maggiore uniformità di taglio e, non ultimo, nel caso del prato di erba medica, non compromettere i nuovi ricacci da cui dipende la produttività dei tagli successivi: in questo caso si consiglia di non scendere sotto i 7 cm di altezza dell’apparato falciante rispetto al terreno.

Spandimento, rivoltamento, andanatura

Anche nelle macchine per il rivoltamento, lo spandimento e la messa in andana del foraggi sono aumentate le capacità di lavoro, soprattutto grazie all’incremento delle larghezze di intervento, che in alcune modelli superano abbondantemente i 10 metri. Le macchine possono essere dotate di sistemi idraulici per le operazioni di bordo campo o per governare i sistemi di sollevamento utilizzati per limitare gli ingombri nelle fasi di trasporto.

Durante queste operazioni deve essere posta molta attenzione alla salvaguardia della qualità del fieno e per ciò vanno valutati tutti gli accorgimenti utili a limitare il distacco delle parti più pregiate, le foglie, e dell’inquinamento dei foraggi da corpi estranei e terra. L’uso dei voltafieno possono provocare considerevoli perdite nel caso si operi con bassi valori di umidità, specialmente su foraggi di leguminose. Come per le falciatrici, sono presenti sul mercato modelli di voltafieno (soprattutto quelli con grandi capacità di lavoro) che possono seguire il profilo del terreno per mezzo di telai articolati e/o con adattamento al profilo del suolo indipendente per ciascun rotore.

Da qualche anno è comparso sul mercato un nuova tipologia di andanatore, il ranghinatore a tappeto. Si tratta di una macchina di grandi capacità di lavoro che invece di trascinare il foraggio sul terreno lo carica su un nastro trasportatore tramite un pick-up, per poi scaricarlo in andana. L’operazione di andanatura risulta meno cruenta e quindi si riducono le perdite.

Raccolta - Una volta termina l’essicazione o svolto il preappassimento in campo nel caso della fienagione in due tempi, si procede alla raccolta del prodotto. Nella fienagione tradizionale il fieno viene pressato in balle. Nella fienagione in due tempi, in alternativa al confezionamento in balle, si può raccoglie il foraggio sfuso tramite rimorchi autocaricanti. In tutti i casi l’obiettivo è ottenere il massimo di prodotto di qualità e ridurre al massimo le perdite, per cui bisogna contenere gli inquinamenti e i corpi estranei, quali terra, polvere e sassi; ridurre le perdite di prodotto lasciato sul terreno e evitare di maltrattare il foraggio.

fienagioneLe balle possono essere di diverse per densità, forma e dimensioni, a seconda del tipo di macchina imballatrice utilizzata e dell’organizzazione del lavoro scelta. Nel parlare comune la densità del fieno indica il grado di compressione del foraggio nelle balle e si esprime in kg*m-3.

Con le macchine oggi disponibili si possono avere balle di densità, bassa, media, alta e altissima.

Nella balle con densità inferiore a 140 kg*m-3, la porosità interna consente di perdere ancora qualche punto di umidità dopo la pressatura, solo lasciandole per qualche tempo sul campo e l’ulteriore periodo di arieggiamento riduce i rischi di riscaldamento della massa. Ciò è valido, soprattutto per quelle cilindriche a media densità, come era per le piccole balle parallelepipede.

Nelle balle con densità elevate è impossibile un’ulteriore perdita di acqua, pertanto si deve raccogliere e pressare solo quando il fieno ha raggiunto una umidità inferiore al 15 %; in questo modo si evitano rischi di ammuffimento e surriscaldamento che, in certe condizioni, possono portare all’incendio delle balle entro il fienile.

Dal punto di vista costruttivo le rotoimballatrici si suddividono in modelli a camera di compressione a volume fisso o variabile: con la camera fissa si ottiene una balla con “nocciolo morbido”, a forma stellare, e strato esterno compatto; con la camera variabile il nucleo della balla prende forma in una cavità fissa delimitata anteriormente da alcuni rulli metallici e posteriormente dalle cinghie in gomma poste nella posizione di minor pressione.

All’aumentare delle dimensioni della balla, le cinghie, esercitando una pressione sempre costante sul prodotto in rotazione, si allargano formando una camera via via più voluminosa. Si formano così balle ad alta densità con nocciolo soffice. In alcuni modelli può essere presente un apparato a coltelli che taglia il foraggio prima della compressione: questa procedura accresce i consumi energetici dell’operazione, ma agevolano in modo significativo la miscelazione in carro nel caso della preparazione del piatto unico.

Sono diffuse soprattutto in pianura, presso grosse aziende e contoterzisti, attrezzature per produrre balle parallelepipede, di medie e grandi dimensioni, il cui funzionamento si basa sulla compressione in camere di compressione dotate di pistone alternativo, apparato di legatura e piattaforma di espulsione.

Qualsiasi sia la modalità di imballaggio e raccolta, è sempre molto importante la formazione di andane con volumi adeguati alle caratteristiche dimensionali del pick-up che alimenta le camere di compressione e una buona sistemazione superficiale del terreno. Inoltre, è bene cercare di ottenere la giusta densità in base ai valori di umidità e alle specie foraggere presenti, per permettere una buona resistenza alla penetrazione dell’acqua in caso di pioggia e la riduzione delle perdite durante la movimentazione e lo stoccaggio.

Le raccogli imballatrici hanno ormai raggiunto livelli di qualità molto elevati, con sistemi di controllo della densità e apparati legatori sempre più affidabili in ogni condizione del foraggio. Molte macchine sono inoltre dotate di sistemi di monitoraggio tramite Isobus.

Il cantiere per la fienagione in due tempi basato sul confezionamento in balle non si discosta dalla tecnica di fienagione tradizionale: in questo caso si deve però prestare particolare attenzione in fase di imballatura alla omogeneità della densità della balla che, unitamente alla corretta programmazione delle funzionalità dell’impianto di essicazione, sono garanzia di successo.

La macchina base per la fienagione in due tempi del foraggio sfuso è il carro autocaricante. Anche per loro l’evoluzione ha portato verso macchine di grandi dimensioni, con caratteristiche di maggior solidità e omogeneità di raccolta. Anche in questa tipologia di macchine può essere presente il controllo diretto dei comandi tramite il sistema Isobus.

I pregi più evidenti della tecnica di raccolta del fieno sfuso in due tempi sono la considerevole diminuzione delle perdite e l’ottima qualità del fieno prodotto. Elementi di criticità possono essere gli investimenti iniziali, i problemi di gestione del trasporto del foraggio, in particolare negli appezzamenti distanti dal centro di essiccazione, la movimentazione del fieno sciolto più laboriosa rispetto alle fieno confezionato e i costi energetici.

Tutto ciò viene però controbilanciato dal recupero significativo di prodotto in termini quanti-qualitativi. Sarò comunque dedicato all’aeroessicazione e alla gestione del fienile un prossimo articolo su questa testata.

Concludendo, si vuole ricordare l’importanza della forza motrice del trattore accoppiato alle operatrici, importante chiave del successo delle diverse operazioni. Nella non facile scelta delle macchine oltre agli aspetti tecnologici deve essere attentamente valutato il tipo di terreno, la forma degli appezzamenti, la facilità di accesso, le distanze di trasporto, le pendenze.

 

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(*) Gli autori sono del Crpa (Centro ricerche produzioni animali) di Reggio Emilia.

 

Leggi l’articolo su Informatore Zootecnico n. 5/2017

L’edicola di Informatore Zootecnico

Le tecniche di fienagione secondo il Crpa e i dettagli dell’evento Nova - Ultima modifica: 2017-03-22T12:45:01+01:00 da Barbara Gamberini

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