Prospettive molto positive per i 300 soci della Latte Trento, la storica cooperativa che è nata esattamente 70 anni fa, e che festeggia il compleanno con un nuovo caseificio che è costato 21,7 milioni, solo un milione in più del preventivo. Il bilancio approvato dall’assemblea dei soci prevede un prezzo medio liquidato ai soci di 0,55 euro a kg, con un lieve arretramento di 3 cent sull’esercizio d’oro precedente, ma comunque al di sopra di moltissime altre realtà italiane.
Il valore della produzione si è attestato sui 48,6 milioni e il latte conferito è stato pari a 51,6 milioni di kg, con un aumento del 2,6% sull’anno precedente.
Fra le novità presentate: dopo cinque anni di confronti e polemiche arriva il nuovo yogurt “Qualità Trentino”. Questo è stato possibile grazie all’intesa con Arborea, che ha acquisito una piccola azienda in Trentino specializzata nella produzione di yogurt, con la quale essendo una cooperativa l’intesa non è stata difficile. Ha affermato il presidente Carlo Graziadei (nella foto): “Si tratta di un prodotto solamente trentino, ottenuto dal latte dei soci, introducendo anche un nuovo packaging e un nuovo contenitore riciclabile. Il tutto secondo la filosofia della cooperativa di una grande attenzione all’ambiente, alla sostenibilità in tutte le fasi”.
Ma c’è un’altra importante novità: dal 20 maggio tornerà sull’intera catena del Sait, il Consorzio delle cooperative di consumo del Trentino, tutta la gamma dei prodotti freschi della Latte Trento. Sono ormai alle spalle i momenti di ruggine e polemiche.
Aggiunge il direttore Sergio Paoli: “Abbiamo già comperato cinque furgoni con i quali porteremo quotidianamente il latte fresco, la panna e il burro su tutta la catena dei negozi Sait. Puntiamo su un fatturato di 2 milioni di euro. Inoltre il nuovo caseificio è ormai operativo: ha fatto fare un salto di qualità ai nostri prodotti oltre che un contenimento dei costi di produzione. Abbiamo realizzato a Spini anche un nuovo magazzino per il TrentinGrana dove abbiamo già immagazzinato 15mila forme”.
E il 2019 come si è aperto? “Dopo un bilancio buono per il 2018, a causa principalmente della panna che è calata di oltre il 30% la situazione ci preoccupa”, ha affermato Paoli. “Cerchiamo di rispondere puntando sull’alta qualità e su prodotti ad alta sostenibilità ambientale con la nostra produzione di prodotti di qualità trentina, 15mila forme di Trentingrana e oltre 9mila di Spressa al caseificio di Pinzolo, nell’ultimo anno”.
Con il nuovo caseificio
Grazie alla concentrazione nel nuovo caseificio di tutte le attività, precisa il direttore, “riusciamo a fare parecchie economie di scala, anche se i costi di produzione sono legati al forte consumo energetico del settore in ogni fase della produzione e lavorazione considerato l’aumento dei prezzi del petrolio. È per questo che puntiamo alla realizzazione di un impianto di cogenerazione per il quale si aspetta l’intervento pubblico”.
Il nuovo caseificio è a regime per la trasformazione del latte, ora è in attesa delle ultime autorizzazioni per aprire lo spaccio e il bar bianco. Ma vi sono anche altre novità annunciate: “apriremo a nuovi soci per ora con un aumento del 5% del totale, vi sono molti giovani che attendono. Ma vogliamo un latte con alimentazione Ogm free, un latte di montagna, con benessere animale Crenba superiore ai 70 punti”.