Psa, timori per il Nord-ovest, ampliate le zone restrizione

L'Ue ha ampliato in Italia le zone di restrizione causando ulteriori danni e vincoli alle aziende che ricadono nelle aree più a rischio Psa

restrizione
Il virus sta intanto avanzando nel Nord-Ovest diffuso dall'epidemia di cinghiali che vengono colpiti dal virus. In particolare si teme per la sua diffusione e regioni più vocate per la produzione di suini

Ampliata in Italia la mappa delle zone di restrizione a causa della Psa (Peste suina africana). La pubblicazione del Regolamento di esecuzione dell’Ue n, 413 del 2024/413 identifica nuove zone nel nostro Paese che è tuttora alle prese con l’emergenza Psa nei cinghiali e i timori di una diffusione del virus che lo scorso anno si era manifestato in alcuni allevamenti di suini della provincia di Pavia (vedi qui).

La Psa avanza nel nord-ovest

Lo ha reso noto Confagricoltura, sottolineando che il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea se da un lato elimina la cosiddetta zona di restrizione III a carico degli allevamenti che sono ormai indenni e senza casi positivi da tempo, dall’altro estende le zone di restrizione I e II in tre regioni a causa dell’aumento del numero dei casi di cinghiali positivi alla Psa.

La misura segue l’evoluzione che nell’ultimo mese ha visto una sensibile espansione dell’epidemia nei cinghiali selvatici nel Nord-Ovest.

L’estensione riguarda aree molto vocate alla produzione suinicola di eccellenza: in Lombardia le province di Pavia e Milano; in Piemonte le province di Asti e Cuneo, e in Emilia-Romagna la provincia di Piacenza.

Nuovi danni agli allevamenti delle zone di restrizione

«Gli allevamenti che si trovano nelle zone in restrizione subiscono ulteriori limitazioni alla commercializzazione dei capi – ha  affermato il presidente della Federazione nazionale suini di Confagricoltura, Rudy Milani –. Questo determinerà anche dei danni alle aziende agricole, che in qualche modo dovranno essere indennizzate».

«La strategia e il nuovo piano di contenimento del selvatico necessitano – ha  aggiunto Milani – un rafforzamento, dal momento che il numero dei capi selvatici infetti non accenna a diminuire e i territori interessati coprono un’area sempre più ampia e pericolosamente vicina alle aree maggiormente vocate».

Risorse per indennizzare gli allevamenti potrebbero essere insufficienti

«Il Masaf, – aggiunge Milani – grazie anche alla richiesta di Confagricoltura, ha previsto di estendere le risorse sinora stanziate a tutti i fermi successivi al 1° agosto, ma ora potrebbero essere insufficienti. Occorre fare, d’intesa con l'amministrazione, una valutazione sulla verifica di tutti i danni diretti e indiretti che sono a carico degli allevamenti conseguenti a questi provvedimenti sanitari e che potrebbero essere maggiori di quelli considerati finora. A nostro avviso  è anche necessario uno sforzo comune di istituzioni e filiere per evitare perturbazioni di mercato ingiustificate».

Psa, timori per il Nord-ovest, ampliate le zone restrizione - Ultima modifica: 2024-02-08T19:33:37+01:00 da Francesca Baccino

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