Ismea comparto ovi-caprino, produzione in frenata, prezzi in crescita

Nel 2021 il settore ha fatturato il 12% in più a fronte di un calo produttivo dello 0,7% per il latte di pecora e dello 1,8% per quello di capra

biraghi
La tendenza è sempre quella di una diminuzione degli allevamenti di ridotte dimensioni e di una concentrazione in termini di dimensioni

Produzione in flessione per l'allevamento ovi-caprino da latte e un aumento a due cifre del giro d’affari.  I dati di Ismea nell’ambito del report Tendenze di luglio 2021 indicano che, grazie alla forte spinta dei prezzi all'origine, il comparto nel 2021 ha fatturato in Italia circa 740 milioni di euro a prezzi correnti (di cui 572 milioni derivanti dal segmento latte e 167 milioni da quello della carne), il 12% in più rispetto all’anno precedente

La produzione del comparto ovicaprino da latte è risultata in contrazione: con 450mila tonnellate il latte di pecora ha perso lo 0,7% e con 43mila tonnellate il latte di capra ha lasciato sul terreno l’1,8% rispetto al 2020.

È risultato, tuttavia, maggiore il calo produttivo osservato in Spagna, che è il principale competitor dei prodotti italiani: nel 2021 la flessione sia di latte ovino che di formaggi pecorini è stata, rispettivamente, del 12% e del 6%.

L'Italia resta, comunque, il terzo produttore Ue per il latte di pecora, con una quota pari a oltre un quinto del totale comunitario, e il primo produttore comunitario di formaggi pecorini, con una quota di circa un terzo sul totale.

Listini all’ingrosso in crescita nel primo semestre 2022

I prezzi all'ingrosso del Pecorino Romano, che rappresenta il prodotto guida del mercato, sono in progressiva crescita, in particolare a partire dallo scorso autunno. Nel primo semestre 2022 l'incremento ha raggiunto un picco del 30% arrivando a giugno, a superare gli 11 euro/kg.

In forte aumento anche il prezzo del latte ovino, che in Sardegna ha superato i 103 euro/100 litri (Iva inclusa) a giugno 2022, facendo registrare un aumento di oltre il 18,7% rispetto a un anno fa.

L'atteso recupero di redditività da parte degli allevatori è stato in parte compromesso dai rincari delle materie prime (+13,2% per i prezzi dei mangimi nel primo semestre 2022).

In calo i consumi di formaggi pecorini mei primi cinque mesi del 2022

Nei primi cinque mesi del 2022 le vendite di formaggi pecorini sono risultate in contrazione (-7,7% in volume) a fronte di una incisiva spinta sui prezzi (+8,5%), con una dinamica decisamente più accentuata rispetto al totale dei formaggi e latticini.
Per il Pecorino Romano Dop le vendite sono diminuite del 5,3% in volume, a fronte di una sostanziale stabilità della spesa e di un deciso incremento dei prezzi, saliti del 17,5%.
Il settore sta attraversando una congiuntura molto positiva, soprattutto grazie alla straordinaria ripresa dell’export e al rafforzamento dei prezzi dei prodotti più rappresentativi.

Allevamenti ovi-caprini in contrazione

Più in crisi, invece, la fase di allevamento, sia rispetto alla disponibilità di mangimi sia rispetto alle risorse di pascolo, pesantemente ridotte dalla siccità e dagli incendi, nonché i possibili effetti sulle esportazioni di un apprezzamento del cambio euro/dollaro.

La tendenza è quella di una costante diminuzione degli allevamenti di ridotte dimensioni e meno competitivi, e una concentrazione in termini di dimensioni con la conversione verso sistemi intensivi o semintensivi.

Secondo il censimento annuale dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica, nel 2021 oltre l’80% dei capi in allevamento (esclusi quelli destinati all’autoconsumo) è orientato alla produzione di latte oppure ha un indirizzo produttivo misto, dove la produzione di carne rappresenta un prodotto secondario.

Le aziende con orientamento produttivo latte e misto hanno raggiunto le 51 mila unità a fine 2021 e in un solo anno sono stati dismessi oltre 3mila allevamenti specializzati (-3%), a fronte di una contrazione meno che proporzionale delle consistenze (-2%) pari a poco meno di 6 milioni di capi ovini e caprini.

In complesso, l’incidenza degli allevamenti ovicaprini di grandi dimensioni (>300 capi) è arrivata nel 2021 a oltre il 12% del totale, rappresentando ben il 55% dei capi complessivamente destinati alla produzione di latte e mista latte-carne.

Dal punto di vista territoriale, in Sardegna si localizza il 56% del patrimonio ovicaprino nazionale  con il 17% del totale degli allevamenti a orientamento latte e misto.

Per importanza territoriale, seguono la Sicilia con il 10% dei capi e il 6% delle aziende e poi Lazio e Toscana dove si localizzano gli allevamenti con una dimensione nettamente superiore a quella media delle altre aree vocate.

 

 

Ismea comparto ovi-caprino, produzione in frenata, prezzi in crescita - Ultima modifica: 2022-08-09T09:23:03+02:00 da Francesca Baccino

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