La multifunzionalità sta entrando sempre più in maniera costante negli allevamenti bufalini, come testimoniano le esperienze di tre giovani conduttori di aziende tra Salerno e Caserta.
«A breve - ci racconta Salvatore Di Masi, che conduce insieme alla sorella l’azienda “La Tenuta Bianca”, situata nella piana del Sele nei pressi di Paestum, precisamente nel comune di Altavilla Silentina (Sa) -, la nostra non sarà solo azienda agricolo-zootecnica ma anche formaggeria artigianale».
Salvatore, esperto nazionale di formaggi e mastro assaggiatore Onaf, con la sorella Annalisa apriranno la prima formaggeria artigianale di bufala, in cui ci sarà disponibilità di acquistare formaggi del tutto innovativi, sia freschi che stagionati fino a 26 mesi.
«L’azienda sarà interamente visitabile e diventerà fattoria didattica, con l’apertura di una zona di degustazione sopra il caseificio a vista dell’intero allevamento. A seguire sarà realizzato un impianto di biogas per generare energia elettrica e acqua calda utilizzabile nel caseificio direttamente dal letame, riducendo l’impatto ambientale e garantendo una migliore sostenibilità dell’azienda».
I punti di forza della Tenuta Bianca a oggi sono sicuramente gli animali e il management. Oltre alla media di 28,8 q/lattazione, l’azienda ha vinto per tre anni negli ultimi quattro il premio di Bufala con la “Migliore Mammella d’Italia” oltre a fregiarsi, negli anni passati, dei premi di miglior toro e miglior manza d’Italia.
«Gli aspetti che andranno potenziati - aggiunge Di Masi - sono una maggiore informatizzazione della mandria e del sistema di mungitura. Una modernizzazione di alcune parti della stalla, con la creazione di giardini e zone verdi dove i clienti potranno sostare e degustare i prodotti aziendali».
La mungitura è meccanizzata con un impianto tandem, mentre per la riproduzione è stata una delle prime stalle d’Italia nel praticare l’inseminazione strumentale sul bufalo.
«A oggi il 100% degli animali da rimonta sono frutto di inseminazione artificiale, mentre la restante parte degli animali vengono inseminati naturalmente con tori scelti sempre figli di FA».
Valore aggiunto con il caseificio aziendale
Grande innovazione anche nell’allevamento di un altro giovane allevatore: Damiano Altieri, la cui azienda è ubicata nella Piana del Sele a Eboli (Sa).
«Nel 2006 - ci dice Damiano -, mio padre Luciano, forte delle esperienze passate avute in gioventù, convertì definitivamente la propria azienda agricola in azienda zootecnica, allevando bufale e dedicandosi esclusivamente ad esse. Da quel momento, si sono susseguiti una serie di investimenti, finalizzati a rendere l’azienda competitiva e al passo coi tempi».
Nel 2013, come da progetto iniziale e soprattutto sempre più convinti di chiudere la filiera, apre il caseificio Altieri, dove il latte di produzione aziendale viene sapientemente valorizzato e trasformato in mozzarella di bufala (artigianale mozzata a mano) e prodotti affini.
«Nel 2014 - racconta Altieri -, dopo essermi laureato in Scienze delle produzioni animali, ho affiancato mio padre nella conduzione dell’azienda ottimizzando l’allevamento bufalino. In coincidenza con il mio ingresso è arrivato il primo successo nel settore caseario con il premio per la migliore mozzarella di bufala (http://www.scattidigusto.it/2014/06/18/10-migliori-mozzarelle-bufala/ )».
Il quid in più, rispetto agli altri allevamenti, è sicuramente quello di aver chiuso la filiera del latte bufalino con l’apertura del caseificio aziendale.
«Per il prossimo futuro - aggiunge Altieri - è in procinto un programma articolato di sviluppo aziendale che prevede di incrementare la consistenza della mandria del 50%, investire sul miglioramento genetico tramite biotecnologie applicate alla riproduzione (FA – Embryo transfer) e investire sulle strutture e sulle tecnologie in azienda. Per quest’ultimo punto sarà acquistato un programma di gestione e riconoscimento in sala di mungitura, si procederà all’analisi degli alimenti tramite spettrofotometria Nirs e si avvierà il recupero e riutilizzo delle acque reflue dell’allevamento».
Damiano, inoltre, punta a un’ulteriore ottimizzazione delle tecniche di alimentazione e a intraprendere la filiera della carne di bufalo.
L’approccio tecnico-scientifico
«Il punto di forza del nostro allevamento, precisa il giovane imprenditore, è l’approccio tecnico-scientifico nella gestione dell’azienda. Abbiamo avuto, inoltre, un riscontro molto positivo nella vendita dei nostri prodotti caseari, in particolare la mozzarella (acquistabile solo su prenotazione e nello spaccio aziendale) e riusciamo a coinvolgere in modo positivo tutto il personale operante in azienda. Ciò ci fa ben sperare in un’ulteriore crescita e ottimizzazione dell’azienda».
Sicuramente tutti i parametri aziendali devono essere migliorati e costantemente monitorati per ottenere buone produzioni in grado di distinguersi.
«Di grande importanza è continuare a investire affinché l’azienda sia competitiva e al passo con i tempi, pur dando sempre uno sguardo al passato e soprattutto alle tradizioni (in particolare nella trasformazione del latte e la produzione di formaggi)».
Il latte prodotto viene interamente lavorato artigianalmente nel laboratorio aziendale. Tra i prodotti dell’azienda Altieri troviamo: mozzarella di bufala, ricotta di bufala, scamorza di bufala, caciocavallo fresco e stagionato in grotta, primo sale e formaggi farciti.
Con l’aiuto dei software
Tecnologie all’avanguardia nell’azienda casertana (situata nel comune di Francolise) di Pietro Parente, agronomo e giovane allevatore esperto provinciale di razza, che si avvale di una squadra di giovani collaboratori (età media 30 anni). «L’azienda ha radici storiche essendo stata fondata nel 1919, è aperta alle innovazioni a 360° - ci riferisce Pietro - a partire da un software di gestione della mandria che ci consente di seguire, per ogni singolo capo, gli eventi e le performance produttive e riproduttive e avere sempre un occhio attento ai reali fabbisogni. Anche l’alimentazione è gestita con un software che mi permette in qualsiasi momento di sapere cosa gli animali mangiano e in che quantità; praticamente, con un sistema di scambio dati tra il mio pc ed il carro miscelatore, rilevo ciò che arriva alla bocca delle bufale».
Per quanto concerne l’aspetto riproduttivo c’è un forte interesse per tutte le innovazioni. «Non mi limito alla inseminazione strumentale - aggiunge Parente - ma sono attento a alle applicazioni di nuove biotecnologie nel campo riproduttivo mettendo in campo spesso nuove esperienze. A breve partirà un test per monitorare lo stato di salute di ogni singolo capo e il controllo della ruminazione con un dispositivo ancora non collaudato sulla bufala».
Dal punto di vista agronomico l’azienda Parente è sempre attenta alle innovazioni tecnologiche.
«Da circa tre anni a questa parte - spiega l’allevatore - parte delle coltivazioni di mais in azienda sono irrigate con un impianto a goccia e utilizzo sistemi di controllo che mi aggiornano sullo stato di avanzamento degli interventi irrigui consentendomi di intervenire in caso di interruzioni; il tutto combinato con misuratori di umidità del terreno per pianificare gli interventi irrigui in modo puntuale e senza sprechi. Utilizziamo, inoltre, macchine e attrezzature di ultima generazione per ottenere dai nostri terreni produzioni di alta qualità con rese importanti e alto valore nutritivo».
Raccolta e conservazione foraggi
L’azienda Parente è anche attenta alle innovazioni introdotte per la raccolta e conservazione dei foraggi. «Lo stoccaggio degli insilati in Silobag, che mi permette di conservare anche prodotti più difficili come la medica trinciata - una novità nel mondo bufalino - è stata una novità che mi ha portato una grande soddisfazione per la grande flessibilità nella raccolta, tempi brevi e un’altissima qualità del prodotto finito, eliminando quelle che sono le perdite fisiologiche del prodotto insilato nelle tradizionali trincee e riuscendo a veicolare le fermentazioni con la possibilità di modulare al meglio la conservazione. Molto soddisfacente è stato anche un test che ho fatto di conservazione della granella schiacciata a freddo, riducendo le manipolazioni del prodotto, aumentando la digeribilità della granella e desilando un prodotto con un aroma davvero invitante».
Il sistema di raffrescamento
Nella stalla è anche presente un sistema di raffrescamento. «In linea con quelli che sono gli ultimi risultati avuti da Flamenbaum - ci riferisce Parente - utilizzo ventilatori e bagno gli animali a intervalli prestabiliti grazie a un sistema automatico che in base al Thi (temperature-humidity index) aziona l’impianto nel momento del bisogno».
Per promuovere il made in Italy
A 10 km dall’allevamento c’è il caseificio gestito dal resto della famiglia. «Il nome del caseificio, “Campania Felix”, non è stato scelto a caso e la dice lunga su quello che è il nostro legame col territorio e con la storia. Trasformiamo il nostro latte e quello di altri allevatori, nostri storici partner, impegnandoci ogni giorno a migliorare la qualità del nostro prodotto che conferiamo unicamente sui mercati esteri, promuovendo il made in Italy nel mondo».
I DATI DELLA TENUTA BIANCA
Località: Altavilla Silentina (Sa).
Numero capi: 340 capi, con 160 capi in lattazione.
Produzione media: 28,8 q/lattazione in 270 gg standard per la bufala.
Tipo di allevamento: stabulazione libera con lettiera.
Superficie aziendale: Sau di circa 60 ha tra affitto e proprietà.
Mungitura: meccanizzata con un impianto tandem.
I DATI DELL’AZIENDA ALTIERI
Località: Piana del Sele a Eboli (Sa).
Numero capi: 180 capi, di cui 70 in mungitura.
Produzione media: 23 q/lattazione con 8,41% grasso e 4,65% proteine.
Tipo di allevamento: stalla a stabulazione libera interamente coperta, con corsia di alimentazione centrale, e paddok laterali scoperti.
Superficie aziendale: 1,5 ha aziendali, mentre i terreni adibiti alla coltivazione di foraggere (in affitto) sono circa 16 ha.
Mungitura: sala di mungitura a tandem (3+3) ampliabile con altre 4 postazioni (5+5).
I DATI DELL’AZIENDA PARENTE
Località: Francolise (Ce).
Numero capi: 750 totali, di cui 420 in mungitura.
Produzione media: 25,8 q/lattazione in 270 gg standard per la bufala.
Tipo di allevamento: stalle a stabulazione libera con paddocks in cemento esterni di esercizio ed una zona interna di alimentazione e ricovero.
Superficie aziendale: un unico corpo di circa 120 ha ed altri 40 ha ubicati nei comuni limitrofi, tutti di proprietà.
Mungitura: meccanica in una struttura tandem 6+6.
L’articolo è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 8/2017
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