Usare il robot di mungitura per fare sperimentazione

robot di mungitura
Avviene alla stalla didattica dell’Università di Bologna, dove sono stati installati due robot Merlin della Tdm. Qui, grazie ad alcune particolari funzionalità, è possibile condurre attività di ricerca su questioni nutrizionali. Tutto questo tramite la somministrazione di mangimi differenti e la separazione del latte

La stalla didattico-sperimentale dell’Università di Bologna, situata a Ozzano dell’Emilia, attualmente conta circa 90 vacche Frisone in lattazione allevate a stabulazione libera. Qui vengono svolte attività didattiche pratiche per gli studenti del Dimevet, Dipartimento di scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna. E vengono svolte anche attività di ricerca, in particolare sugli aspetti legati al management dell’allevamento e ad alimentazione e nutrizione delle bovine; di recente anche grazie alle informazioni fornite dai robot di mungitura.

Quest’anno infatti in stalla sono stati inseriti due robot di mungitura Merlin della ditta Tdm, i quali hanno definitivamente mandato in pensione la sala di mungitura tradizionale. La società Tdm è situata a San Paolo, provincia di Brescia; il  sito internet è www.tdm.it.

Abbiamo affrontato gli aspetti tecnici, tecnologici e sperimentali di questo originale impiego del robot di mungitura assieme a Damiano Cavallini, ricercatore dell’Università di Bologna, che in stalla svolge attività di ricerca sulla nutrizione e il management della bovina da latte, e a Filippo Ruggeri, collaboratore della Tdm. Di seguito riporteremo cosa è scaturito dai nostri colloqui con loro.

Informazioni anche per ogni singolo quarto

Il passaggio a un sistema di mungitura automatizzato garantisce adeguate condizioni di comfort per le bovine, uno sgravio della manodopera e consente di ottenere la massima resa di latte poiché la mungitura diventa volontaria e questo tendenzialmente si traduce in un aumento del numero di mungiture giornaliere rispetto alle consuete due.

Tramite l’app MerlinInfo e lo strumento Merlin View da pc, l’allevatore può costantemente tenere monitorati diversi dati in tempo reale, relativi sia alle bovine che al corretto funzionamento del robot. Il tutto anche da remoto, senza la necessità di essere presente fisicamente in stalla. Inoltre, sullo schermo touchscreen Hmi installato sul robot di mungitura egli può visualizzare la quantità di latte prodotto dalla bovina in tempo reale, il flusso di latte e lo stato del robot.

Le informazioni sulla mungitura sono disponibili sia come dato totale che come produzione per ogni singolo quarto. Quest’ultimo aspetto risulta molto interessante in quanto permette un attento monitoraggio produttivo di ciascun quarto e fornisce un’indicazione utile per la selezione genetica. Infatti, è preferibile avere bovine con produzioni omogenee tra i vari quarti così da ridurre il tempo di mungitura e lo stress sulla mammella, con conseguenti risvolti positivi sulla sanità della stessa.

Per tenere monitorata la sanità della mammella, la quale è fondamentale per poter perseguire l’obiettivo della massima produttività della mandria, sia qualitativa che quantitativa, il robot effettua la registrazione puntuale dei dati di ogni bovina e può comunicare all’allevatore il sospetto di una patologia.

robot di mungitura

Proprio grazie alla presenza del sistema CrystalLab nel robot di mungitura viene fatta un’analisi istantanea del latte che restituisce risultati qualitativi, relativi a grasso, proteine e lattosio, ma anche il riscontro di anomalie come la presenza di sangue. Inoltre, con lo stacco differenziale del gruppo di mungitura dai singoli quarti man mano che questi si svuotano è possibile ridurre il rischio di sovra mungitura e quindi l’insorgenza di infezioni.

Alterazioni dei valori rilevati, come quello sulla conducibilità del latte, e/o degli altri parametri analizzati dal CrystalLab, possono far sospettare una mastite. Il personale di stalla del Dimevet, a quel punto, effettua un campione manuale sterile di latte che viene poi inviato al laboratorio di microbiologia. Se viene confermata la presenza di patogeni, si prosegue con l’esecuzione dell’antibiogramma necessario per individuare l’antibiotico più indicato per il trattamento della patologia; in caso contrario, invece, si procede con il monitoraggio della bovina.

Per garantire elevati standard igienici del processo di mungitura vengono effettuati tre lavaggi giornalieri completi intervallati da lavaggi rapidi, della durata di pochi minuti, che vengono eseguiti ogni volta che vi è la necessità di separare il latte non conforme.

Nella sala latte è stato collocato un gruppo elettrogeno che, in seguito ad attivazione manuale da parte dell’allevatore che ha ricevuto la notifica di allerta direttamente sul proprio smartphone, garantisce la continuità della mungitura anche in presenza di un blackout.

Due mangimi diversi: controllo e trattato

L’erogazione del mangime è ciò che invoglia le bovine ad entrare nel robot di mungitura e questo permette l’ingestione di concentrati anche da parte di quelle vacche che non si recavano presso l’autoalimentatore presente in stalla. Il tutto si ripercuote positivamente sia ai fini sperimentali, in quanto è più probabile che una vacca ingerisca il mangime che le viene assegnato, sia in termini di riduzione del rischio di carenze energetiche e proteiche.

Per quanto riguarda la gestione nutrizionale sperimentale dell’intera mandria, con il robot di mungitura è possibile fornire due mangimi diversi, i quali di solito corrispondono a un controllo e a un trattato; con il termine “trattato” si intende un pellet nel quale sono stati inclusi degli additivi come, ad esempio, amminoacidi o lieviti, dipendentemente dalla necessità di sperimentazione. Inoltre, utilizzando unifeed differenti si possono creare altri due gruppi.

Pertanto, alla fine è possibile ottenere 4 gruppi nutrizionali così alimentati: pellet controllo con unifeed 1, pellet controllo con unifeed 2, pellet trattato con unifeed 1 e pellet trattato con unifeed 2.

Per una sperimentazione più mirata, invece, a breve ci si potrà avvalere di una pesa e di un cancello separatore che permetterà la divisione delle bovine in due box distinti, uno per le vacche in lattazione non incluse nello studio e uno per quelle in sperimentazione. Il box sperimentale sarà dotato di diverse mangiatoie con riconoscimento individuale e permetterà dunque la registrazione dell’ingestione di ogni singolo capo.

Inoltre, nel robot di mungitura si può impostare la distribuzione di una quota aggiuntiva di concentrati, oltre al normale quantitativo che viene dato a tutti gli animali indipendentemente dalla loro produttività, in base alla curva di lattazione o alla produzione di latte. In quest’ultimo caso si dividono le bovine in gruppi, ognuno corrispondente ad un preciso range produttivo, a cui viene assegnato un determinato quantitativo di mangime dello stesso tipo oppure una percentuale definita di due mangimi differenti.

O ancora, vi è la possibilità di addizionare un terzo tipo di mangime in forma liquida che può essere, ad esempio, un appetizzante utile ad invogliare la vacca ad entrare nel robot.

Entrambi i robot di mungitura sono collegati a due frigo e ciò consente di dividere il latte sulla base di parametri qualitativi, come il titolo di grasso o di proteina. In più vi è un terzo frigo che può essere utilizzato durante le prove nutrizionali sperimentali e nel quale viene convogliato il latte destinato all’esecuzione di test di caseificazione.

L’integrazione fra i diversi sistemi tecnologici

Un grande vantaggio per l’allevatore deriva dalla possibilità di integrare e far collaborare diversi sistemi nell’ambito della zootecnia di precisione.

Nel passaggio dalla sala di mungitura tradizionale alla mungitura robotizzata tutte le bovine sono state monitorate singolarmente, tramite l’integrazione dei dati provenienti da diversi strumenti, al fine di valutare il loro adattamento al nuovo sistema. In particolare, i dati relativi all’attività motoria e al riposo sono stati registrati dal pedometro mentre con il collare sono stati rilevati il tempo di ruminazione, i movimenti nello spazio dell’animale, la stima del tempo in mangiatoria e la frequenza respiratoria. Di questi due dispositivi sono munite tutte le bovine. Oltre a ciò, circa il 25% degli animali è dotato anche di bolo; questo registra il pH e la temperatura, sia reticolo-ruminale che corporea.

Il pedometro comunica direttamente con il robot di mungitura. Infatti, ogni volta che la vacca entra nel robot viene riconosciuta tramite il pedometro; a quel punto vengono scaricati tutti i dati e viene fatta una valutazione sulla necessità di mungitura. Se la bovina deve essere munta, il gruppo di mungitura si attacca alla mammella e viene erogato il mangime, altrimenti si apre il cancello d’uscita.

Inizialmente è stata fatta una mappatura che ha permesso di associare una determinata posizione dei quarti della mammella e dei capezzoli ad ogni singola bovina. In questo modo, dopo il riconoscimento dell’animale, il robot riesce a posizionare correttamente il gruppo di mungitura in pochi secondi. A fronte del cambiamento della morfologia della mammella nel tempo, la mappatura viene rifatta dopo ogni parto.

L’integrazione dei dati provenienti da questi strumenti di zootecnia di precisione consente anche la rilevazione tempestiva di eventuali problematiche di salute.

Guarda il video del Robot Mungitura Merlin


Leggi la versione integrale dell’articolo dedicato da IZ all’esperienza della stalla didattico-sperimentale dell’Università di Bologna 

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Usare il robot di mungitura per fare sperimentazione - Ultima modifica: 2021-11-30T15:45:04+01:00 da Giorgio Setti

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