Zootecnia da latte, energie rinnovabili da impianti biogas, agriturismo, caseificio aziendale, agri-asilo, fattoria didattica… è pirotecnica l’attività della Cascina Bosco Gerolo, del Piacentino. “Ma il cuore dell’azienda – dice Nicoletta Cella – resta l’allevamento delle bovine da latte”.
Nicoletta Cella è uno dei soci di questa bellissima azienda, denominata esattamente “Cascina Bosco Gerolo soc. agr. Srl”, situata a Rivergaro, in provincia di Piacenza (www.boscogerolovaltrebbia.it), condotta in gestione familiare. Tutto nasce dunque dall'allevamento delle bovine, con trecento vacche in lattazione, ma sono di primissima importanza anche la produzione di energia grazie a due grossi impianti biogas realizzati dalla Bst, la produzione casearia (formaggi freschi, mozzarella, ricotta, yogurt, latte alimentare venduto anche tramite distributori self service chiamati bancolat…) e le mille attività comprese sotto la voce “recettività”.
Multifunzionalità ed ecocompatibilità a gogo, dunque. Ma ciò che ultimamente sta facendo notizia è il fatto che è proprio quello di Cascina Bosco Gerolo il primo caso in Italia di distributore stradale di metano il cui gas sia ottenuto da un’azienda agricola.
Lo vediamo nelle foto: il servizio è self service, il prezzo del carburante è particolarmente basso e gli automobilisti vengono informati della filosofia aziendale dalla cartellonistica posizionata accanto alle pompe. La quale recita: “Abbiamo trasformato in risorsa ciò che normalmente è scarto. Abbiamo messo in atto un progetto di economia circolare che sfrutta ogni passaggio della nostra filiera, producendo energia elettrica e biometano. Il nostro contributo per un futuro più pulito”.
Energie rinnovabili
Emerge quindi il ruolo chiave del biogas all'interno di questa originale realtà aziendale. La produzione di energia a partire dalle deiezioni zootecniche avviene grazie ai due impianti che vediamo nelle foto, entrambi realizzati dalla Bst di Leno, provincia di Brescia.
Il distributore stradale di metano della Cascina Bosco Gerolo. La cartellonistica informa gli automobilisti che si tratta di metano bio e che ci troviamo in una “fattoria ecocompatibile”. Vi si legge: “Abbiamo trasformato in risorsa ciò che normalmente è scarto. Abbiamo messo in atto un progetto di economia circolare che sfrutta ogni passaggio della nostra filiera, producendo energia elettrica e biometano. Il nostro contributo per un futuro più pulito”.
Uno dei responsabili della Bst, Edoardo Zaffignani, ci spiega che la prima di queste realizzazioni è un impianto di cogenerazione a biogas da 150 KWel in autoconsumo, alimentato a reflui e sottoprodotti di produzione interamente aziendale: oltre a produrre energia elettrica per autoconsumo produce energia termica per il caseificio.
L’impianto che concentra il metano e lo fornisce al distributore per le autoLa seconda è un impianto a biometano avanzato da 80 Smc/h, che ha il compito di alimentare la stazione di rifornimento per le automobili. Ma lo stesso biometano è il carburante che permette il lavoro di diversi mezzi agricoli aziendali, come un sollevatore telescopico e un carro miscelatore. Il biometano si definisce “avanzato”, continua Zaffignani, quando segue matrici di alimentazioni determinate dal decreto legge 2 marzo 2018: reflui zootecnici, paglia, stocchi di mais (non trinciato di mais!), triticale.
Il biogas che deriva da questi impianti è costituito per un 54-56% da metano, per il resto da una miscela di gas vari. Il motore per la produzione di energia elettrica e termica brucia il biogas tal quale. Invece l’altro impianto, quello che va ad alimentare il distributore per le automobili e che fornisce metano per i mezzi agricoli aziendali, provvede anche alla purificazione del biogas, ottenendo metano al 98%, ossia a un elevato grado di purezza, come richiesto per gli autoveicoli.
Recettività
La produzione di energie rinnovabili, aggiunge Nicoletta Cella, “permette di considerare le deiezioni degli animali allevati come una risorsa invece che come uno scarto, realizzando in pieno l’idea di economia circolare. Ma l’altro grande pilone dell’attività della nostra azienda è la recettività”.
Recettività che, continua Cella, “si realizza con diverse iniziative legate all'agriturismo, come la ristorazione, il bed & breakfast, gli aperitivi, la piscina… E poi gestiamo un “agri-asilo”, ossia una scuola materna per bambini dai 3 ai 5 anni, facciamo fattoria didattica, organizziamo mercatini con prodotti locali aperti anche alle produzioni degli agricoltori della zona, gestiamo un ricco spaccio aziendale con i prodotti del nostro caseificio, come gelati, mozzarella, ricotta, yogurt, formaggi freschi, latte alimentare, vendiamo il nostro latte attraverso una rete di una ventina di bancolat distribuiti nella provincia di Piacenza”.
Quindi, sottolinea l’imprenditrice, “multifunzionalità, diversificazione delle attività aziendali. Che grazie a servizi come le visite di formazione, o come l’agroasilo, concretizza un aspetto importante della nostra mission, cioè non solo quello di ricercare vantaggi economici, ma anche quello di preoccuparsi pure di aspetti educativi/formativi.
Ossia realizza un altro asset dal forte impatto etico oltre a quello descritto prima dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale”.
E a proposito di aspetti etici, Cella aggiunge: “Anche emettere biocarburante nella rete dei trasporti locali, e non via tubazioni nella rete nazionale, noi lo vediamo come un servizio pubblico, un gesto di responsabilità sociale”.
Leggi la versione integrale dell’articolo dedicato da IZ all’esperienza dell’azienda agricola Cascina Bosco Gerolo soc. agr. Srl di Rivergaro.