Ma la sostenibilità non è soltanto ambientale

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È anche economica, sociale, morale. E deve realizzare obiettivi di sviluppo nel campo della nutrizione umana. Questo il messaggio di un convegno organizzato dalla Libera alla Fiera di Cremona

“Sostenibilità. È ormai diventata una parola d’ordine. Ma occorre riempirla di significati con numeri e fatti concreti. Così il presidente della Libera associazione agricoltori, Riccardo Crotti, in apertura del convegno Agricoltura sostenibile e produttiva a garanzia della salute umana, tenutosi alla Fiera di Cremona.

Gli allevatori, ha aggiunto, “già operano al meglio delle loro possibilità impegnandosi sul benessere animale, sulla lotta alla antibiotico resistenza e collaborando con i servizi veterinari nel progetto ClassyFarm e con un uso responsabile dei farmaci, come stanno dimostrando i primi dati disponibili, sia pure informali, da quando è diventata obbligatoria la ricettazione elettronica dei farmaci veterinari. Ma la prima sostenibilità che deve essere perseguita è quella economica per l’allevatore. Senza di questa decadono tutte le altre”.

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Giuseppe Bertoni

Concetto poi ripreso dal professor Giuseppe Bertoni, già docente di zootecnia all’Università di Piacenza e Cremona: “Occorre equilibrio, la sostenibilità ambientale è importante, ma vi sono anche quelle sociali ed economica, a cui occorre aggiungerne un’altra: quella morale. Vale a dire essere consapevoli che occorre produrre cibo buono e di qualità per alimentare una popolazione mondiale crescente. Dunque bisogna coniugare gli aspetti legati ad un uso oculato delle risorse ambientali con quello di un aumento delle produttività agricole per unità di superficie. E questo si può ottenere solo investendo su ricerca e innovazioni che portino ad una introduzione nelle aziende agricole di nuove tecnologie”.

A conclusione del suo intervento Bertoni ha lanciato il concetto di “intensificazione produttiva sostenibile”. Definizione che può sembrare un ossimoro ma che invece con le nuove tecnologie nella meccanica, nella digitalizzazione e nella selezione genetica può diventare una realtà concreta.

E sulla sostenibilità delle produzioni agricole dal punto di vista ambientale una precisazione è venuta grazie a Piercristiano Brazzale, vice presidente della Fil Idf, organizzazione mondiale che riunisce e rappresenta tutta la filiera lattiero casearia e di cui è presidente del comitato scientifico. La sostenibilità delle produzioni agricole, ha sottolineato, “non può essere correttamente valutata prescindendo dai valori nutrizionali in grado di apportare alla dieta della popolazione”.

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Piercristiano Brazzale

Brazzale ha infatti sviluppato il tema “Come misurare la sostenibilità delle produzioni agricole: quantità e valore nutritivo”, ribadendo che “bisogna definire un nuovo indicatore di impatto ambientale chiaro ed esaustivo.  Non ha alcun senso valutare allo stesso modo l’impatto ambientale della produzione di un chilo di carne, di un litro di latte o di un chilo di insalata senza considerare il loro specifico valore nutritivo in proteine, carboidrati, grassi e calorie. Entro il 2050 dobbiamo incrementare la produzione di alimenti del 50%, riducendo o al massimo mantenendo l’attuale superficie agricola e inalterato impatto ambientale nella produzione e trasformazione. E adottando politiche e sistemi di produzione che garantiscano la produzione di cibi sani e sicuri oltre che rispettosi dell’ambiente”.

Nutrizione e salute

 A ricordare poi i concetti di base della nutrizione, che troppo spesso tendono ad essere dimenticati, ci ha pensato la professoressa Annamaria Castellazzi, ricercatrice e docente all’Università di Pavia, specialista in patologia clinica e scienze dell’alimentazione, con una relazione sugli aspetti nutrizionali delle proteine animali in una corretta dieta alimentare.

“Il valore nutrizionale e gli effetti sulla salute delle persone vanno considerati come un fattore essenziale della sostenibilità. E da questo punto di vista l’apporto delle proteine di origine vegetale non è in alcun modo comparabile con quello garantito dalla proteine animali essenziali e in diverse situazioni irrinunciabili.   Gli aspetti nutrizionali delle tanto vituperate proteine di origine animale sono fondamentali per tutti: tali proteine hanno infatti un elevato valore biologico, contengono amminoacidi essenziali e composti bioattivi con importanti effetti di prevenzione, ha detto Castellazzi. Quelle vegetali non presentano le stesse caratteristiche e non possono sostituirle”.

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Annamaria Castellazzi

Irrinunciabile quindi, ha continuato Castellazzi, “anche il ruolo della carne per la salute umana: a partire dall’alimentazione infantile ma anche nelle età successive. Analogo ruolo viene riconosciuto, nell’ambito della piramide alimentare, al latte e ai suoi derivati. Il latte vaccino è stato da tempo sdoganato; i consumatori sono assolutamente tutelati in ordine ad ormoni, antibiotici e vaccini; la Società italiana pediatrica ne consiglia l’assunzione quotidiana, e non ha alcun fondamento l’ipotesi di una relazione tra consumo di latte e autismo. Eppure il consumo medio nazionale di latte è ancora inferiore a quanto raccomandato dai nutrizionisti. Non esiste alcun motivo valido per bandire il consumo di latte e dei suoi derivati, tranne nei casi di specifiche allergie”.

Concetti ripresi in conclusione da Giuseppe Bertoni che ha parlato dell’agricoltura orientata al 2050: come alimentare 10 miliardi di persone preservando le risorse naturali. Il professore ha richiamato come “le soluzioni del trilemma dieta-ambiente-salute devono andare verso approcci salutistici, piuttosto che verso approcci sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Anche perché gli enormi miglioramenti nell’efficienza delle produzioni animali di maggiore criticità conseguiti negli ultimi 70/80 anni sono destinati a una ulteriore crescita con riduzione delle emissioni, se riferite all’unità di prodotto. Questo sarà possibile solo se continueremo ad avvalerci di scienza e tecnica: nei paesi sviluppati con l’agricoltura conservativa e una elevata produttività; in quelli in via di sviluppo grazie a una intensificazione sostenibile”.

Ancora da Cremona: la piattaforma Craft

 Nasce dalla necessità di contrastare le fake news sul latte, o comunque di diffondere con prontezza informazioni corrette, il progetto di realizzare una piattaforma informativa dedicata al latte (denominata Craft) realizzato dalla Libera associazione agricoltori cremonesi insieme all’Università Cattolica di Piacenza e Cremona e alla società Tobiz, esperta in comunicazione digitale. Il progetto è stato presentato in occasione delle rassegne zootecniche di Cremona.

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Riccardo Crotti, Filippo Piervittori e Lorenzo Morelli.

“Ci siamo affidati a due specifiche e qualificate professionalità - ha detto il presidente della Libera, Riccardo Crotti - per un progetto informativo in grado di fornire informazioni, notizie e dati certi sul comparto lattiero caseario. Per tutelare il settore ci stiamo impegnando anche per sconfiggere queste false credenze. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una diminuzione dei consumi di latte del 20%, solo in parte compensato dall’aumento del consumo di formaggi. E questo non è accettabile per i produttori e per tutta la filiera lattiero casearia”.

Le professionalità sono quelle di Lorenzo Morelli dell’Università Cattolica e di Filippo Piervittori di Tobiz, il primo per le competenze di carattere scientifico e il secondo per la sfera del digitale. Craft, ha spiegato Morelli, “è una piattaforma web della Cattolica che raccoglie dati e informazioni di provato valore scientifico sul latte. Insieme a Regione e Fondazione Cariplo abbiamo dato vita a questo progetto dedicato al mondo del latte. Un progetto che vede la collaborazione tra Università e mondo produttivo. E’ una piattaforma digitale chiusa su cui gli operatori possono scambiarsi informazioni. Un servizio per gli operatori per parlarsi fra loro e diffondere notizie tecnico scientifiche”.

Ma la sostenibilità non è soltanto ambientale - Ultima modifica: 2019-11-18T09:59:56+01:00 da Lucia Berti

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