Appuntamento a Bormio con il Forum sul Food&Beverage

Alimentazione, salute e sport i temi portanti del Forum patrocinato da Regione Lombardia che si svolgerà il 4 e il 5 giugno

Le anticipazioni del Rapporto The European House – Ambrosetti, che sarà presentato al Forum, indicano come, nell'anno della pandemia, l’agroalimentare italiano sia cresciuto generando un valore aggiunto di 64,1 miliardi di euro, di cui 31,2 miliardi provenienti dal settore agroalimentare e 32,9 miliardi dal comparto agricolo.

Riflettori su alimentazione, salute e sport al Forum “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni”, che si svolgerà il 4 e il 5 giugno a Bormio (So) ed è stato presentato ieri a Palazzo Lombardia.

Secondo alcune anticipazioni del Rapporto The European House – Ambrosetti che farà il punto sulle conseguenze della pandemia sul comparto l’agroalimentare italiano ha saputo reggere bene ed è addirittura cresciuto sull’export generando nel 2020, come ha sottolineato Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House Ambrosetti - un valore aggiunto di 64,1 miliardi di euro, di cui 31,2 miliardi provenienti dal settore agroalimentare e 32,9 miliardi dal comparto agricolo.

Fontana, Regione Lombardia: «Forum inizio della ripartenza dopo la pandemia»

Dopo quattro edizioni ospitate a Cernobbio la scelta per la 5ª edizione del Forum è caduta su Bormio, in Valtellina, in provincia di Sondrio, la quinta provincia per la produzione di vino e patria del 90% delle mele della Lombardia, oltre che della bresaola e di formaggi Dop.

Il presidente di Regione Lombardia Atttilo Fontana

«L'auspicio - ha spiegato Attilio Fontana, governatore della Lombardia - è che il Forum di giugno sia l'inizio della ripartenza, economica e sociale. Non dimentichiamoci, infatti, che la Lombardia è la prima regione per produzione agricola in Italia. Siamo in campo - ha ricordato - per la tutela dei nostri prodotti locali, a favore della loro qualità, tipicità e specificità. Perché il cosiddetto 'Italian sounding' causa, ogni anno, un danno di 60 miliardi. Ci aspettiamo dal Governo forme di tutela per i nostri prodotti e produttori. A garanzia della qualità e dei consumatori stiamo già applicando, nella filiera della carne, la tecnologia blockchain per offrire il massimo di garanzia non solo sulla qualità, ma su ogni fase della lavorazione del prodotto messo in commercio».

Oltre al presidente Fontana e all'assessore agli Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, Massimo Sertori, hanno partecipato alla presentazione dell’evento anche Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, Francesco Mutti, amministratore delegato di Mutti e Stefano Marini, amministratore delegato della Sanpellegrino - Gruppo Nestlé.

Agroalimentare al 1° posto tra le “4A” del Made in Italy

L’Italia è il secondo Paese in Europa per incidenza del settore agroalimentare sul Pil (3,8%), preceduto solo dalla Spagna (4,0%) e più alta di quella che si registra in Francia (3,0%) e Germania (2,1%)” come ha ricordato De Molli. Con 64,1 miliardi di euro di valore aggiunto generato nel 2020, il settore agroalimentare si conferma al 1° posto tra le “4A” del Made in Italy, 1,9 volte l’automazione, 2,8 volte l’arredamento e 3,2 volte l’abbigliamento.

 

«L’export agroalimentare nazionale - ha aggiunto De Molli -  ha continuato nel suo percorso di crescita inarrestabile con un tasso annuo medio di incremento del 5,2% negli ultimi 10 anni e ha mostrato un incremento dell’1,8%,  pari a 46,1 miliardi di valore totale, anche nel 2020, anno della pandemia segnando una performance generale migliore rispetto al dato di contrazione  del Pil nazionale (- 8,9%)».

Un risultato destinato a migliorare  - ha continuato De Molli - visto che il nostro export vale la metà di quello della Spagna ed è inferiore a quello della Francia. Più della metà delle vendite italiane all’estero sono realizzate in 5 Paesi, Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, ma siamo largamente indietro su alcuni mercati internazionali, come la Cina, che è il sesto Paese di destinazione delle export spagnolo, l’ottavo Paese dell’export francese e il decimo mercato export della Germania. La Cina infatti è solo al ventesimo posto per l’export del food e beverage italiano».

Berni, Consorzio di tutela del Grana Padano: «Combattere il Grana Padano sounding  aiuterebbe a raddoppiare le esportazioni»

 La filiera del Grana Padano, rappresentata da 4mila stalle, 142 caseifici e 200 consorziati, ha una grande incidenza economica e vanta una quota importante anche nell’export, come ha sottolineato Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano -: «Oltreconfine va il 41% della produzione pari a 1 miliardo e 300 milioni di euro di valore al consumo. L’Italia vanta una quota maggiore di prodotti di qualità ad elevato valore aggiunto rispetto a quella di altri Paesi che producono commodity e quindi esportano di più in termini di volumi».

La sfida per continuare ad espanderci sui mercati esteri si potrà vincere – ha continuato Berni - solo se il consumatore sarà in grado di distinguere in modo chiaro e trasparente quali sono i prodotti di qualità. Come Consorzio di tutela abbiamo stimato che nel mondo il prodotto consumato “come se fosse Grana Padano”, raggiunge i 3 miliardi di euro di valore. Se fosse possibile distinguere meglio i prodotti Dop il nostro export potrebbe facilmente raddoppiare. Molti consumatori all’estero pensano di acquistare eccellenze italiane che invece non lo sono. Chiedo quindi alla politica di darci una mano per essere più leali nei confronti dei consumatori».

 

 

 

Appuntamento a Bormio con il Forum sul Food&Beverage - Ultima modifica: 2021-04-14T19:40:44+02:00 da Francesca Baccino

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