Il settore lattiero caseario deve valutare nuove strategie

Tiziano Fusar Poli, presidente della cooperativa Latteria Soresina
E le difficoltà si trasformeranno in opportunità. Per ridare finalmente al cibo e al nostro lavoro un giusto posizionamento (l’editoriale del presidente di Latteria Soresina per l’Informatore Zootecnico n. 13)

Il periodo storico che stiamo vivendo è, a dir poco, straordinario e assolutamente inedito: non tanto e non solo per il tipo di accadimenti, ma per la portata mai così rilevante e concatenata degli effetti di essi sulle persone e sui mercati.

Andiamo per ordine: a inizio del 2020 un virus quasi sconosciuto dichiarava guerra al mondo producendo, in due anni, danni devastanti in termini di vittime umane e di sconvolgimento dei mercati. Estraggo da questa terribile esperienza tre grandi consapevolezze:

  1. la fragilità degli esseri umani di fronte alla natura che ristabilisce sempre e a suo insindacabile modo un suo equilibrio, che diviene necessariamente poi il nostro nuovo equilibrio;
  2. la evidente necessità degli uomini di stare il più possibile insieme democraticamente facendo squadra, poiché da soli siamo puntini ininfluenti e quando ci è permesso di essere singolarmente molto influenti a volte facciamo enormi danni (vedi il caso di Putin);
  3. gli accadimenti di portata rilevante nel mondo tendono ad essere sempre più frequenti, in relazione alla globalizzazione e all’incremento continuo della velocità e della potenza degli strumenti; la frequenza di eventi straordinari diviene la nuova normalità.

Ma come se non bastasse la tragedia Covid, un uomo (uno! un piccolo singolo puntino) decide che un paese sovrano, vicino e fratello, non debba più essere né sovrano, né fratello e che invece debba essere conquistato a qualunque costo.
Mettiamo insieme questi due accadimenti, intersechiamoli fra loro, ed ecco uscirne gran parte della situazione che stiamo vivendo.

Nella seconda parte del 2021 riparte l’economia mondiale, tutta insieme, preceduta da quella cinese uscita bene apparentemente prima dalla pandemia. Accade così che la contemporanea ed enorme richiesta di beni (peraltro molto scarsi per le produzioni sospese o limitate del periodo Covid ) e servizi generi un imponente aumento dei prezzi e quindi dei costi, in conseguenza di una domanda notevolmente superiore all’offerta.

Su tutto ciò si innesta poi l’effetto guerra, quella vera, quella voluta da un uomo singolo, come già detto, con il suo impatto diretto e indiretto in termini di ulteriore incremento di costi per cereali ed energia.

Ma tutto ciò non basta ancora a spiegare la situazione: mancava nella ricetta della tempesta perfetta quell’ingrediente amaro che  arriva sempre nelle situazioni di difficoltà: l’attività speculativa e sciacallesca della finanza. Finanziarizzazione delle commodities, accaparramento, passaggi di mano ripetuti di beni e solo sulla carta, producono ingenti rendite che ricadono di fatto in termini di maggiori costi sulle spalle dei lavoratori, quelli veri, quelli che producono prodotti veri ed economia reale, quelli che lottano e sudano per mantenere sé stessi e la famiglia, che guarda caso sono gli stessi già messi pesantemente in crisi dagli accadimenti e dalle situazioni imponderabili che sono loro piovuti addosso.

Che dire poi della siccità, che pur dovendola considerare come un trend acquisito e via via crescente con cui dover fare i conti in futuro, ci sta attaccando con particolare cattiveria e ci costringerà a pagare conti pesanti, con effetti che ricadranno anche nel prossimo anno?

Ma dinamiche positive nel lattiero caseario

Questo scenario generale di mercato trasversale ai settori, che sembra costituito da soli elementi particolarmente negativi, vede il comparto lattiero caseario vivere evidenti dinamiche positive rispetto allo storico: in termini di quotazioni di latte spot, di prezzo del latte alla stalla e dei trasformati con particolare riferimento alle due grandi Dop.

La genesi di questa situazione è figlia però di una storia di scarse quotazioni del latte alla stalla (solo un anno fa 36-37 centesimi) che, legate alle crescenti complessità, ai grandi e persistenti sacrifici necessari a fare il lavoro dell’allevatore, alla frustrazione di essere continuamente e ingiustamente sotto attacco in tema di benessere animale e ambiente, ha indotto molti a chiudere e spinto spesso le nuove generazioni ad investire in altre occupazioni.

La conseguenza di tutto ciò sono state le minori produzioni in alcuni importanti Paesi europei, un incremento continuo delle quotazioni che hanno visto nel 2021, per la prima volta negli ultimi decenni, il latte spot tedesco mostrare in modo persistente quotazioni nettamente superiori a quelle italiane. Tutto questo sta continuando nel 2022.

Le due grandi decisioni di Granarolo

Non posso non menzionare e non commentare, come fatti rilevanti per il mercato e per il settore, le due grandi decisioni politico/strategiche prese da Granarolo. La prima: incrementare il prezzo del latte alla stalla dei suoi associati per i mesi di aprile, maggio e giugno da 41 centesimi litro a 48, prima ancora di averne ottenuto il relativo riconoscimento di valore dal mercato.

La seconda, favorita dalla prima: acquisire una importante quantità di latte italiano, prima acquistata all’estero, da nuovi associati italiani.

Sono state due scelte coraggiose, costose, ma che hanno fatto bene a tutto il settore.
Queste decisioni immagino che siano il frutto di una visione strategica che ha portato gli amici di Granarolo a valutare la nuova situazione dei mercati, così diversa dal passato, come strutturale in alcuni suoi importanti aspetti.

Le domande alle quali bisogna rispondere

Nessuno ha la sfera di cristallo, ma come dirigenti, come manager, come responsabili di impresa abbiamo il dovere e il bisogno di leggere gli accadimenti, di interpretarli, di proiettarli se possibile nel futuro, per costruire una scenaristica che, considerando opzioni prospettiche diverse, ci possa portare a valutare opzioni strategiche diverse. Questo è lo sforzo da fare insieme come organizzazioni di rappresentanza e come singole imprese.

   Le domande a cui obbligatoriamente bisogna tentare di rispondere sono molte e tutte importanti.

  • Quanto sarà strutturale e persistente questo cambiamento?
  • Le buone quotazioni spingeranno gli allevatori rimasti in attività a nuovi incrementi delle produzioni, e fino a che punto?
  • Una volta riposizionati e valorizzati decorosamente il latte ed i trasformati, saremo in grado di stabilizzare finalmente queste quotazioni?
  • Le nuove quotazioni influenzeranno negativamente i consumi, e fino a che punto?
  • Quando avverrà la regressione dei costi generati dal Covid e dalla guerra, ed a quale livello di regressione si fermeranno?
  • Come essere più efficaci nei progetti di internazionalizzazione?
  • Quali colture ipotizzare per il futuro rispetto alle attuali e quali ricerche portare avanti in termini di resistenza alla siccità delle stesse?
  • Quali infrastrutture di raccolta acqua fare per il futuro, quale politica di rilascio dell’acqua prevedere?

E la politica deve fare altrettanto

Farsi le domande giuste, e soprattutto darsi risposte e strategie sostenibili e declinabili in alcuni possibili e diversi scenari, è assolutamente ciò che dobbiamo fare. È tanto, ma non basta. Serve che la politica faccia altrettanto rifuggendo da ideologie ed estremismi, dalla mera visione elettorale, per prendere le giuste decisioni nell'interesse di oggi e di domani dei settori e della collettività.

La grande opportunità offerta dal Pnrr per la modernizzazione e il rilancio del Paese non deve essere assolutamente sprecata. Dobbiamo supportare la politica nella sua azione, ma farlo in modo compatto con una nuova visione di settore condivisa, aperta al nuovo ma realistica, non arroccata su vecchie posizioni ma orgogliosamente tutelante i nostri grandi valori umani e professionali, senza mai abdicare alla nostra grande capacità, ampiamente e costantemente provata dalla storia, di saper trovare le giuste soluzioni senza perdere mai quella creatività e quella fantasia che ci hanno permesso di realizzare le eccellenze che tutto il mondo ci invidia e vuol copiare.

Facendoci le domande corrette, dandoci le giuste risposte, mantenendo la necessaria lucidità che sa guardare all’oggi e al domani, le difficoltà si trasformeranno in grandi opportunità per ridare finalmente al cibo e al nostro lavoro un giusto posizionamento, la giusta dignità, il giusto valore. Il nostro lavoro ha dentro sé un carico valoriale e un ruolo sociale di cui tutti i cittadini/consumatori devono avere piena consapevolezza, tornando ad essere, come sempre sono stati, i nostri più preziosi alleati.

Il settore lattiero caseario deve valutare nuove strategie - Ultima modifica: 2022-07-10T21:31:30+02:00 da Giorgio Setti

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