Matteo Lasagna: «Latte, sviluppo in mano a ricerca e innovazione»

Matteo Lasagna
Matteo Lasagna è vice presidente nazionale di Confagricoltura.
Ma le politiche agricole hanno spesso privilegiato una logica contraria al concetto di aumento della produzione (dall'editoriale di IZ 20.2023)

Tendenzialmente la raccolta del latte è in aumento a livello europeo nel 2023, con la sola rilevante eccezione della Francia, determinando una riduzione delle quotazioni; anche se progressivamente si è registrata una contrazione della percentuale di aumento delle consegne.

A livello nazionale, pur assistendo ad un calo della produzione di circa 1,3 punti percentuali rispetto ai mesi da gennaio ad agosto del 2022, prosegue il calo delle quotazioni del latte di vacca che, a settembre 2023, hanno registrato oltre il 20 per cento di riduzione rispetto a dicembre 2022 (dati Ismea mercati; indici dei prezzi). Il prezzo del latte è in calo ormai da alcuni mesi e siamo ad oltre il 13 per cento di riduzione su base tendenziale rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (fonte: Clal).

I costi di produzione, in primis quelle delle materie prime per l’alimentazione, pur presentando un miglioramento non si sono di converso ridotti nella stessa misura e questo sta provocando una flessione di redditività e quindi di competitività dei nostri allevamenti con seri rischi di tenuta delle imprese sul mercato.

L’aumento dei prezzi al dettaglio sta anche determinando una preoccupante flessione delle quantità acquistate. Nel primo semestre dell’anno rispetto al 2022 la spesa delle famiglie italiane in prodotti lattiero caseari è aumentata in valore di quasi il 18 per cento, ma con flessioni degli acquisti in quantità nell’ordine dell’1,8%.

Anche per quest’anno una nota positiva sono le esportazioni dei nostri prodotti lattiero caseari. Infatti, le esportazioni dei formaggi e dei latticini hanno visto nel complesso un trend di crescita pressoché costante negli anni ed evidenziabile negli ultimi dieci anni con un aumento di circa il 43% passando da 320.527 tonnellate esportate nel 2013 a 568.761 nel 2022 (vedi grafico qui sotto). Trend che si sta confermando anche per il 2023 con un aumento del +3,6% nel confronto del periodo gennaio-luglio del 2022.

Export formaggi e latticini dal 2013 al 2022

Elaborazione Confagricoltura su dati Clal.

In questo quadro complessivo occorre intervenire per cercare di tutelare il sistema allevatoriale nazionale sia compensando o cercando di frenare gli aumenti dei costi, sia pervenendo ad un sistema di indicizzazione del prezzo del latte alla stalla che sia tempestivamente adeguato alla evoluzione dei costi di produzione e anche del mercato e delle quotazioni dei prodotti trasformati.

È un fatto ad esempio che i prezzi al dettaglio mostrino segnali di rientro rispetto all’inflazione accumulata nei mesi scorsi per i prodotti lattiero-caseari.

La strada è anche quella della promozione degli investimenti e della adozione di innovazione da parte degli allevamenti. La propensione agli investimenti non manca e lo dimostrano anche gli eventi fieristici del comparto di queste e delle prossime settimane, i dibattiti sui nuovi strumenti di incentivo previsti da varie disposizioni nazionali e comunitarie che vanno (o dovrebbero meglio) andare senza incertezze in quella direzione.

La ricerca e l’innovazione applicate all’agricoltura costituiscono elementi essenziali per il progresso del settore:

  • il miglioramento genetico può aumentare le rese, ridurre gli effetti del cambiamento climatico e aumentare la resistenza ai parassiti;
  • l’agricoltura di precisione può aiutare a ridurre i costi nelle imprese agricole, alcune stime indicano in 30%, sino al 45% la possibile riduzione dei costi legata agli investimenti in queste tecnologie; parallelamente si riducono le emissioni di gas climalterante e si favorisce un migliore utilizzo delle risorse naturali;
  • la tecnologia infine favorisce la produzione di energia da fonti rinnovabili aumentando l’autoapprovvigionamento e riducendo la dipendenza.

Il percorso che è stato seguito dalle politiche ha spesso privilegiato una logica contraria al concetto stesso di aumento della produzione, ad esempio limitando l’utilizzo delle superfici coltivate e invitando a una riduzione dell’intensità degli allevamenti animali, orientando a forme di “agricoltura sostenibile estensiva” che comportano conseguenze come la diminuzione del tasso di autoapprovvigionamento alimentare, che abbiamo scoperto essere strategico, aumentando i costi e quindi i prezzi al consumo.

Matteo Lasagna: «Latte, sviluppo in mano a ricerca e innovazione» - Ultima modifica: 2023-11-28T15:47:27+01:00 da K4

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