Zanetti, Assolatte: «Difficile fare impresa con questo quadro di riferimento»

Il presidente di Assolatte Zanetti sottolinea gli sforzi sostenuti dall’industria nel 2022 per mantenere i livelli produttivi

Paolo Zanetti, presidente di Assolatte,
L'export continua a trainare la crescita: secondo il presidente di Assolatte nel 2022 verranno superate le 550mila tonnellate e il tetto dei 4 miliardi di euro

Costi di produzione e quotazioni hanno smesso di crescere, ma sono al di sopra di quelli di due anni fa. L’industria ha sempre cercato di limitare l’aumento dei listini e mantenere i livelli produttivi. L’export ha continuato, di contro, a dare soddisfazioni. Ecco inquadrata, a grandi linee, la congiuntura del settore lattiero caseario, secondo Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, l’associazione delle industrie di trasformazione del latte.

Come commenta l’inversione di tendenza dimostrata a gennaio nel prezzo medio del latte Ue che per la prima volta in un anno si è mostrato in lieve flessione?

Mi pare prematuro parlare di inversione di tendenza. È vero che costi di produzione, quotazioni e prezzi hanno smesso di crescere e in alcuni casi hanno mostrato una flessione, ma restano di gran lunga superiori a quelli di due anni fa. Soprattutto, continuano a manifestare una forte volatilità. Bisogna stare alla finestra per capire se sono movimenti di assestamento, pause, o cambiamenti di tendenze.

Anche il prezzo del latte spot in Italia è in frenata. Come si spiega?

Anche in questo caso siamo di fronte a una situazione difficile da interpretare, il mercato è tutto fuorché stabile. Anche lo spot resta su livelli molto più elevati del passato, quindi non me la sento di parlare di inversione di tendenza. Una cosa è certa: difficilissimo fare impresa con questo quadro di riferimento.

Alcuni costi dei fattori di produzione, come, ad esempio, quello dell’elettricità, si sta abbassando. Quali gli effetti sull’industria?

Prevalgono cautela e preoccupazioni. Ci sono stati cali in alcuni fattori produttivi, ma dopo incrementi che per oltre un anno sono stati esponenziali. È difficile parlare di “cessato pericolo” con i costi che permangono su livelli che le imprese faticano a fronteggiare. La quotazione del gas a dicembre era ancora quasi 5 volte quella di inizio 2021; il cartone manteneva un costo doppio e pallet e plastica sperimentano un rincaro di minimo il 30%.

Quali sono le strategie dell’industria per compensare l’aumento dei listini al dettaglio e il probabile decremento dei volumi? Possiamo fare un bilancio sul 2022?

Ci siamo tutti sforzati di mantenere i livelli produttivi e di limitare gli aumenti dei nostri listini, con grandi difficoltà a trasferire a valle gli aumenti che abbiamo sopportato e che stiamo ancora sopportando. Le rilevazioni di fine anno e di inizio 2023 certificano un calo degli acquisti domestici e dei consumi. Credo che dipenda più dal clima generale di preoccupazioni che non dal reale impatto dei nostri aumenti. Quel che abbiamo trasferito incide per pochi euro al mese. Per fortuna, l’export continua a tirare, dando una mano alla filiera che ha potuto mantenere i livelli produttivi del 2021.

Com’è la domanda di latte in Italia secondo l’osservatorio di Assolatte?

La domanda di latte italiano è stabile con un’offerta sostanzialmente costante. Anzi, le prime settimane del 2023 lanciano segnali di ripresa. Si confermano in calo, invece, le importazioni di latte, sia quello per il consumo (-3%) che quello destinato a trasformazione (-10%).

Quali gli obiettivi raggiunti in sede di accordi bilaterali stipulati dall’Ue?

Siamo attentissimi a tre capitoli chiave: la tutela delle Indicazioni geografiche e del made Italy, i dazi con i contingenti tariffari, le barriere non tariffarie. Il fatto che la Commissione europea, in qualsiasi negoziato, ponga come condizione necessaria la stipula di un protocollo di intesa su Dop e Igp, è un risultato impensabile fino a una decina di anni fa. Le nostre principali denominazioni casearie sono riconosciute e tutelate in tutti i Paesi con i quali sono stati siglati accordi: Canada, Cina, Giappone, Corea del Sud, Svizzera e Regno Unito. C’è ancora tanta strada da fare, certo, ma il percorso cominciato è molto importante. Deve essere un punto di forza anche nei confronti di quelle intese che, per altri aspetti, suscitano perplessità. È il caso dell’accordo in corso di ratifica con la Nuova Zelanda, mercato troppo piccolo per essere appetibile e grande competitor dell’Ue nella produzione ed export di latte e derivati.

Ci sono dei progetti in corso sulla sostenibilità?

Molte aziende continuano a implementare iniziative, spesso e volentieri anche certificate. Vi sono i progetti sull’approvvigionamento energetico. Biogas, pannelli fotovoltaici e impianti di cogenerazione sono le fonti più utilizzate, grazie alle quali alcune aziende riescono a coprire i consumi di energia di interi stabilimenti. Vengono anche implementate metodologie e strumenti di misurazione delle emissioni di CO2, a fronte delle quali le imprese si impegnano in progetti di compensazione in Italia e nel mondo. Va in questa direzione anche la razionalizzazione dei consumi idrici, spesso raggiunta tramite il riutilizzo dell’acqua dei processi di concentrazione del siero. Depuratori biologici a fanghi si occupano, poi, di depurare le acque di lavorazione destinate anche all’agricoltura come fertilizzante. Sostenibili sono anche i packaging a spessore ridotto, fatti con plastica riciclata o pienamente compostabili.

Le spedizioni all’estero ancora in crescita nel 2022

Sono appena usciti i dati sull’export di novembre. «Abbiamo, quindi, un quadro quasi completo del 2022, alla luce del quale possiamo confermare che – ha precisato il presidente di Assolatte – l’estero continua a dare soddisfazioni e a trainare lo sviluppo del settore. Il 2021 è terminato con 535mila tonnellate esportate. Nel 2022 oltrepasseremo le 550mila tonnellate, sfondando il tetto dei 4 miliardi di euro. Diversi Paesi hanno raggiunto volumi record; tra di essi spiccano la Spagna (+19%) - divenuta il nostro terzo mercato in area Ue, la Francia (+12%), l’Olanda (+14%), la Polonia (+17%) e la Svezia. In area extra-Ue, invece, osserviamo volumi da primato e tassi di incremento compresi tra il 20% e il 30% in Canada, Giappone, Cina e Arabia Saudita».

Entrando nel dettaglio delle tipologie di formaggi le statistiche diffuse da Istat fino a novembre 2022 mostrano che complessivamente, nei primi undici mesi del 2022, sono state esportate 523.446 tonnellate (+7% su gennaio-novembre 2021) per un controvalore che supera i 4 miliardi di euro (+19% sul 2021).

In particolare, le spedizioni all’estero di Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono cresciute in volume del 4% (+8% in valore), quelle di Gorgonzola del 3% (+16% in valore) e della Mozzarella dell’8% (+30% in valore). A tutto sprint l’export di ricotta, burrata e altri prodotti freschi che mettono a segno un incremento del 10% (+32% in valore). Bene anche mascarpone con +10% (+31% in valore), e Taleggio con +3% (+13% in valore), crescenza, Robiola e gli altri formaggi molli in progresso dell’1% (+13% nel dato in valore).

Performance negative (ma limitatamente alle sole quantità esportate) si registrano ancora per Pecorino Romano -5% (+19% in valore), Asiago, Caciocavallo, Montasio e Ragusano -6% (+7% in valore) e Provolone -5% (+6% in valore). La bilancia commerciale dei formaggi da gennaio a novembre 2022 ha chiuso con un saldo positivo di 1,7 miliardi di euro

La sostenibilità non deve essere solo ambientale

Va fatta una specifica. «La sostenibilità non può figurarsi solo – ha ricordato il presidente di Assolatte – in senso ambientale. Sono essenziali anche le dimensioni di sostenibilità sociale ed economica, così come l’attenzione alla sicurezza dell’alimento e alla salute del consumatore. Qualsiasi rivoluzione verde deve sapersi conciliarsi con questi altri, fondamentali, aspetti. Un esempio: siamo favorevoli e operiamo costantemente ai fini di ridurre l'utilizzo della plastica, ma allo stesso tempo non ci dimentichiamo che il packaging svolge una funzione essenziale per garantire la sicurezza e la shelf-life dei prodotti».

Zanetti, Assolatte: «Difficile fare impresa con questo quadro di riferimento» - Ultima modifica: 2023-02-24T20:24:30+01:00 da Francesca Baccino

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