Il consorzio del Parmigiano Reggiano prende posizione su cinque temi importantissimi, quali territorio, ambiente, comunità, benessere animale e alimentazione umana, e vi investirà specifiche risorse per costruirvi una serie di attività concrete. A spiegarci in che cosa consistono queste attività è Carlo Mangini, neodirettore marketing, comunicazione e sviluppo commerciale del consorzio.
«Abbiamo intenzione di procedere – spiega Mangini - con azioni specifiche, assumendo una posizione in ciascuno di questi cinque settori. Per identificare non solo quali, ma come e quando perseguirle».
Per suggellare la pratica di queste attività il consorzio ha appena stipulato un “patto” con il consumatore finale: un Brand Manifesto che identifica i cinque valori suddetti, concordati nel proprio consiglio di amministrazione.
E così il Consorzio del Parmigiano Reggiano “rompe” le regole fino a oggi in uso nel mondo consortile che, preferendo un ruolo istituzionale nella promozione della marca, non prevedeva un professionista addetto specificatamente al coordinamento del settore del marketing. Con la scelta di Carlo Mangini alla direzione marketing, il consorzio del Parmigiano Reggiano sovverte questa prassi.
Il nuovo responsabile, di formazione tipicamente manageriale, ex chief commercial officer di Noberasco, è stato chiamato a coordinare una strategia di marketing basata sui cinque pilastri. Al centro di tutto, appunto, il nuovo concetto del Brand Manifesto, un “patto” stretto tra la marca e il consumatore.
Nei prossimi mesi commissioni al lavoro
«Il Brand Manifesto – sottolinea il direttore marketing - completa impegni che sono sempre stati assunti dalla filiera produttiva a tutela del prodotto nel suo disciplinare, con un processo che, nel corretto tempo e compatibilmente con la ricchezza rappresentata anche dalle sue diversità, sarà progressivo e virtuoso. Nei prossimi mesi alcune commissioni, composte da risorse interne ed esterne, identificheranno le azioni e gli indicatori chiave di prestazione che, successivamente presentate agli organi di governo del consorzio, indicheranno su specifiche azioni gli obiettivi a cui tendere».
Prosegue Mangini: «Votato all’unanimità dal consiglio di amministrazione del Consorzio, il Brand Manifesto è stato anzitutto investito del compito di esprimere una linea precisa del futuro sul quale ci impegneremo. Abbiamo ritenuto fondamentale che una filiera governata dai rigidi parametri del disciplinare produttivo potesse stringere un “patto” anche con chi consuma il suo prodigioso prodotto. Il Parmigiano Reggiano, infatti, non è solo un semplice formaggio, ma rappresenta anche tanti valori che accomunano tutti gli attori della filiera. La quale è formata da circa 2.700 allevatori con realtà molto diverse tra loro (allevamenti di poche bovine e aziende di maggiori dimensioni) e 335 caseifici».
Gli obiettivi del nuovo Brand Manifesto sono chiari. «I nostri consumatori non comprano e non consumano solo “un prodotto”, ma devono anche poter conoscere e condividere i valori della nostra marca, della sua storia, della sua autentica unicità. Tutti devono sapere che continuiamo a lavorare ogni giorno per mantenere una tradizione che i frati benedettini ci insegnarono quasi mille anni or sono».
I pilastri della strategia del Consorzio Parmigiano Reggiano si basano anche sulla limitatezza della possibilità di offerta. «La nostra risorsa produttiva – sottolinea Mangini - è circoscritta dalla naturale e confinata estensione del territorio dove si può produrre ed ottenere il nostro formaggio. Si tratta pur sempre di un piccolo territorio, dal quale otteniamo i preziosi foraggi che sono principale nutrimento dei nostri allevamenti. Questo determina non solo la bontà ma anche il valore dei nostri sforzi, che dobbiamo far conoscere per distinguere il nostro da altri prodotti, non solo in Italia, ma anche nel mondo. Ecco perché alcuni valori sono inscindibili tra loro e si identificano con il marchio Parmigiano Reggiano».
Benessere animale, accordo con Aia e Araer
Consorzio del Parmigiano Reggiano, Aia (Associazione italiana allevatori) e Araer (Associazione regionale allevatori Emilia Romagna) hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato al miglioramento del benessere animale in allevamento, condividendo informazioni e strategie a vantaggio della qualità del prodotto e della sicurezza del consumatore. È accaduto al Villaggio Contadino di Coldiretti a Bologna, nella prima giornata, venerdì 27 settembre, della manifestazione. L’accordo è stato firmato dal presidente del consorzio Nicola Bertinelli, dal presidente Aia Roberto Nocentini e dal presidente Araer Maurizio Garlappi.
«L’esperienza delle grandi Dop è emblematica», commenta Nicola Bertinelli. «Oggi non sono più sufficienti consistenti investimenti in informazione e comunicazione sulle qualità del prodotto e del suo legame con il territorio: servono solide basi tecniche. La collaborazione con Aia e col Sistema Allevatori è un passo fondamentale per trasmettere più informazioni, sempre più precise».
«È un momento importante – ha dichiarato Nocentini - poiché oggi, come sistema allevatori, abbiamo l’esperienza ed il patrimonio di dati e conoscenze che ci permettono di poter certificare con sicurezza più aspetti che riguardano il nostro lavoro in stalla. L’accordo ci consentirà di rafforzare la tutela e la valorizzazione di un prodotto, il Parmigiano Reggiano, che è già un’indiscussa eccellenza non solo del territorio, ma di tutto il made in Italy».
Ha aggiunto Maurizio Garlappi, presidente Araer: «Il sistema allevatori ha intrapreso un profondo processo di riorganizzazione, a seguito anche del nuovo quadro normativo sulla riproduzione animale. Tuttavia, le garanzie che riusciamo a dare ai consumatori e la qualità dei servizi per gli allevatori non sono cambiati: in aggiunta, anche l’avvio del Progetto Leo ci dà possibilità di valorizzare ulteriormente la grande mole di dati che raccogliamo negli allevamenti sotto controllo e che rielaboriamo. Tutto ciò risponde alla domanda di benessere animale che la società richiede».