L’obiettivo della sostenibilità nella produzione di latte

Focus sul convegno “Così la zootecnia da latte ricerca una produzione più sostenibile” organizzato dall’Informatore Zootecnico, Edagricole a Fieragricola

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L’attività di miglioramento genetico o una migliore gestione della fase di rimonta possono aiutare a incrementare la sostenibilità. Gli allevamenti più sostenibili, del resto, come sottolineato Igino Andrighetti dell’Università di Padova, sono proprio quelli intensivi.

L’attività di miglioramento genetico aiuta a incrementare la sostenibilità, così come ottimizzare la gestione della rimonta, attraverso la zootecnia di precisione, contribuisce a ridurre anche l’impatto ambientale.

Un solo obiettivo,  ma tanti modi e percorsi per raggiungerlo, in base alle indicazioni emerse dal convegno “Così la zootecnia da latte ricerca una produzione più sostenibile” organizzato a Verona dall'Informatore Zootecnico di Edagricole (Gruppo Tecniche Nuove), all’edizione 2022 di Fieragricola, manfestazione fieristica di punta dedicata al settore agricolo.

Anafibj, il lavoro di selezione genetica e un programma di produzioni sostenibili  

Gli obiettivi di sostenibilità rispondono ad esigenze espresse oggi non solo dagli allevatori, ma anche dalla società civile, come ha sottolineato Fortunato Trezzi, presidente di Anafibj: «Lavoriamo con obiettivi generali di un programma di produzione sostenibile che si propone di salvaguardare l’efficienza della produzione e della riproduzione, salvaguardare la salute e il benessere animale, creare prodotti di qualità eccellente, proteggere l’ambiente naturale e migliorare le condizioni economiche degli allevatori.

«Alla base di tutta l’attività di selezione genetica - continua Trezzi -  sono, quindi, i tre pilastri della biodiversità, del benessere animale e dell’impatto ambientale. In questi anni abbiamo portato avanti un’attività di selezione di animali in grado di produrre latte di assoluta sanità e massima qualità con un’attenzione alle emissioni inquinanti e all’efficienza alimentare ossia in grado di produrre la massima quantità di latte con il minimo consumo di mangimi».

Gli obiettivi di selezione in Italia si sono evoluti negli anni: dall’indice di qualità e quantità del latte si è passati agli indici di fertilità, di longevità e di funzionalità. Poi è cominciata la selezione di animali capaci di esprimere la massima efficienza produttiva, il benessere animale, l’attitudine casearia e gli aspetti economici di efficienza.

«Oggi dobbiamo mirare a obiettivi nuovi – ha aggiunto Trezzi – come preservare le risorse naturali e la salute umana, l’utilizzo ridotto dei farmaci e anche la selezione di animali a basse emissioni inquinanti. Per quanto riguarda la salute e il benessere ci sono oggi gli indice della tolleranza al calore, della chetosi,  di salute della mammella, di fertilità femminile,  di benessere e di longevità».

Recentemente l’attività di selezione sugli animali si è focalizzata soprattutto sull’indice di resistenza alle elevate temperature: «È in grado di far guadagnare, rispetto all’animale senza questo "carattere"- come ha fatto dapere Trezzi -, oltre un litro di latte al giorno che nell’economia di un allevamento non è poco. Quindi, in sintesi, oggi la selezione è sempre più mirata verso animali efficienti, rispettosi dell’ambiente e che necessitano di un minore impiego di farmaco».

Migliorare la rimonta aiuta a impattare meno sull'ambiente

Per produzioni zootecniche sostenibili si intende che devono impattare meno sull’ambiente e questo implica, come ha sottolineato Daniela Lovarelli, assegnista di ricerca del dipartimento di Scienze e politiche ambientali dell’Università di Milano, anche un miglior ricircolo di nutrienti e un aumento dell’efficienza produttiva. «Assieme all’aumento della sostenibilità ambientale, si ha anche – ha spiegato - l’aumento della sostenibilità economica».

Un kg di latte con il 4% di grasso e il 3,1% di proteina produce 1,3-1,4 kg di Co2 equivalente. Se l’impatto ambientale di una vacca da latte viene calcolato sul latte prodotto migliorare l’efficienza produttiva della vita di un animale aiuta a incrementare la sostenibilità ambientale ed economica.

«In questo la rimonta (vitelle e manze) ha - fa notare Lovarelli - un ruolo molto importante, anche se spesso viene trascurata rispetto alle vacche in produzione (alimentazione, stabulazione). Questi animali, infatti, rappresentano il futuro della mandria ed è importante prestare attenzione. Crescere bene  animali giovani come vitelle e manze è un modo per avere nuove mandrie in salute, più forti e resistenti agli stress abiotici (es stress da caldo). Ad esempio l’impiego di alimenti di qualità e il monitoraggio del comportamento e della crescita di vitelle e manze permettono di ridurre l’età al primo parto fecondando le manze già a 13 14 mesi».

«Con la zootecnia di precisone e il supporto tecnologico di sensori e strumentazione come pedometri e collari, compreso l’impiego di tecniche avanzate come la  misurazione del progesterone - ha spiegato Lovarelli - è possibile gestire al meglio la rimonta migliorando le performance produttive».

È il caso dei sensori installati su vitelli per monitorare e tenere sotto controllo i singoli aspetti della crescita in modo da intervenire in caso di problemi di salute. Il vitello, così, può crescere più in salute (riduzione di terapie antibiotiche, minor mortalità).

Può supportare l’allevatore anche l’uso di accelerometri in grado di monitorare il comportamento e l’attività degli animali per identificare eventuali problemi di salute (come le zoppie) o benessere (cuccette/stress da caldo) o finestre di estro (aumento dell’attività).

«Si è osservato inoltre – ha spiegato Lovarelli – che diminuendo i mesi di età al primo parto e riuscendo ad individuare efficacemente (e inseminare con successo) i calori, l’efficienza produttiva aumenta e l’impatto ambientale sul cambiamento climatico diminuisce».

Gli allevamenti intensivi sono quelli più sostenibili

Come ha sottolineato Igino Andrighetto dell’Università di Padova, migliorare l’efficienza alimentare permette di ridurre le emissioni di azoto e di metano nell’allevamento delle bovine da latte senza penalizzare la produttività.

Per efficienza alimentare si intende quanto latte viene prodotto per chilogrammo di sostanza secca ingerita. «Più alta è l’efficienza alimentare - sottolnieato -, più basso il livello di metano prodotto. La massima efficienza alimentare si ha negli allevamenti intensivi, che quindi sono anche gli allevamenti più sostenibili».

L’efficienza alimentare è condizionata anche dalla razza, ad esempio, la razza Frisona è la migliore come rapporto tra ingestione di sostanza secca ed efficienza. Sull’efficienza alimentare possono, comunque, incidere i fattori alimentari e gestionali.

L’obiettivo della sostenibilità nella produzione di latte - Ultima modifica: 2022-03-16T20:29:14+01:00 da Francesca Baccino

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