Latte Digitale, la frontiera dell’innovazione

latte digitale
Gli esperti che partecipano al gruppo operativo del progetto Latte Digitale. In piedi: Fabio Abeni, del Crea di Lodi. Al tavolo, da sinistra: Alberto Menghi, di Fondazione Crpa Studi e ricerche Reggio Emilia, Giacomo Pirlo, del Crea di Lodi, Elisabetta Quaini, dell’azienda Barbiselle di Persico Dosimo (Cr), Lorenzo Donà,  dell’azienda Verdera Gonzaga (Mn),  Massimo Dellabona, dell’azienda Dellabona Gambara (Bs).
Dal Crea di Lodi. L’adozione nell’allevamento bovino di tecnologie per il monitoraggio delle attività aziendali dipende dal livello di digitalizzazione. Ma c’è il rischio di non poter utilizzare i dati. Il progetto lombardo Latte Digitale cerca di dare risposte concrete a queste problematiche

L’innovazione in corso nell’allevamento bovino da latte (e non solo) è rappresentabile come un treno carico di tecnologie utili per il monitoraggio delle varie attività dell’azienda zootecnica. I binari su cui corre questo treno sono rappresentati dal livello di digitalizzazione presente in allevamento: se i binari sono progettati bene (e sempre soggetti a controllo e manutenzione), il treno dell’innovazione potrà correre rapidamente, portando informazioni utili per migliorare l’efficienza e la redditività aziendale.
Ma se i binari fossero incompleti o male progettati e non rispondessero alle esigenze dell’allevamento per ricevere e processare i dati? Molti dati potrebbero non essere utilizzati perdendo così il loro bagaglio di informazioni!
Bene, il progetto Latte Digitale (finanziato da Regione Lombardia nell’ambito del Feasr – Psr 2014-2020, misura 16 – “Cooperazione”, sottomisura 16.1 – “Sostegno per la costituzione e la gestione dei Gruppi Operativi del Pei in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, operazione 16.1.01 – “Gruppi Operativi Pei”) vuole dare risposte concrete a queste problematiche.

Valorizzare i dati

Infatti il progetto, realizzato dalla sede di Lodi del Centro di ricerca Zootecnia e acquacoltura, dalla Fondazione Crpa Studi e ricerche (Fcsr) di Reggio Emilia, a contatto con tre allevamenti partner che hanno introdotto innovazioni nella zootecnia di precisione per la bovina da latte, nasce dalla constatazione che gli allevatori hanno l’esigenza di semplificare ma allo stesso tempo di valorizzare tutti i dati presenti in allevamento.
Latte Digitale andrà a valutare come impostare l’architettura di un sistema di digitalizzazione della gestione della mandria nelle tre aziende. Obiettivo: mettere l’allevatore nelle condizioni di utilizzare un livello di informazione superiore a quello derivante dalla semplice somma delle informazioni che possono essere fornite da un singolo dispositivo o sistema.
Per questo, però, è necessario analizzare i dati delle diverse strumentazioni presenti che dovranno essere acquisiti e inseriti in un database relazionale per generare informazioni sul benessere animale, la sostenibilità ambientale e la redditività aziendale. Solo dopo aver creato questa integrazione tra dati, sarà possibile iniziare a parlare di sistemi aziendali di supporto alle decisioni (generalmente indicati come SSD).

Anche nuove realtà

Oltre alla digitalizzazione delle tre aziende partner, che comunque hanno già un grado di innovazione piuttosto elevato, il progetto ha anche l’ambizione di voler comprendere meglio la realtà regionale e la grande differenziazione nei sistemi produttivi che possiamo trovare in Lombardia, cercando di capire ad esempio:
- quali dispositivi servono in un determinato allevamento;
- come inserire nella specifica azienda ciò che il mercato fornisce in modo indifferenziato per tutti gli allevamenti;
- quali sono i benefici (produttivi, gestionali, ambientali, sanitari e riproduttivi) che ogni azienda può sperare di ottenere.
Per capire inoltre il livello di diffusione della zootecnia di precisione in Lombardia, si analizzeranno alcuni elementi di carattere econometrico che stanno guidando il fenomeno e, in alcune aziende, si valuterà il rapporto tra adozione di Plf e situazione di benessere delle bovine.
Negli allevamenti partner, invece, il lavoro sarà più approfondito, partendo dallo studio della reportistica dei diversi dispositivi già installati.

L’impatto ambientale

Grande importanza ha anche la valutazione dell’impatto ambientale in aziende dotate di sistemi di zootecnia di precisione. Il progetto effettuerà una valutazione dell’impatto ambientale degli allevamenti partner prima dell’adozione delle innovazioni e al termine del progetto.
L’obiettivo è di valutare in quale misura l’adozione di tecnologie di zootecnia di precisione migliori l’efficienza nell’uso delle risorse e, in ultima analisi, la sostenibilità dell’allevamento.
Per fare questo, si effettuerà lo studio del ciclo di vita (Life cycle assessment – Lca), che considera tutti input (gli alimenti acquistati, i carburanti, i fertilizzanti, ecc.) e tutti gli output (latte, carne, emissioni in atmosfera e nelle acque). Le categorie di impatto esaminate saranno riscaldamento globale, acidificazione, eutrofizzazione, consumo energetico.

Il benessere

Il benessere animale, in relazione con la digitalizzazione e le innovazioni in allevamento, è un altro tema molto delicato che il progetto intende affrontare. La Fondazione Crpa Studi e ricerche (Fcsr) di Reggio Emilia valuterà il benessere animale degli allevamenti considerati utilizzando il modello Iba 3.0 che Fcsr stessa ha creato.
Questo sistema considera 280 parametri che coprono tutti gli aspetti dell’allevamento bovino da latte. Il sistema deriva dalla filosofia sviluppata all’interno del progetto europeo Welfare Quality (2009). In aggiunta, considera anche indicatori quali: conta delle cellule somatiche, rapporto grasso/proteine, contenuto di urea e corpi chetonici nel latte; indicatori di stress termico; misurazioni indirette sulle strutture d’allevamento utilizzabili e misurazioni sugli aspetti gestionali e sanitari.


Il rapporto costi benefici

Non meno importante rispetto ai temi discussi in questo servizio è lo studio del rapporto costi benefici degli investimenti in tecnologia. Si effettuerà così una valutazione economica sia sulle aziende partner che su un campione più ampio.
Nelle prime, si valuterà l’efficienza tecnica ed economica in una prima fase ex-ante, prima dell’introduzione delle nuove tecnologie, per stimare l’efficienza tecnica ed economica degli allevamenti che partecipano al progetto, utilizzando il modello Milk Money del Fcsr.
La valutazione economica ex-post prevede: una valutazione dei costi legati all’acquisizione delle nuove tecnologie; un’analisi dei potenziali benefici delle tecnologie stesse in termini di riduzione del costo della manodopera, ottimizzazione della razione alimentare, riduzione del periodo parto-concepimento, miglioramento della qualità del latte, incremento della produzione del latte; per le singole tecnologie si arriverà a stimare il rapporto tra costi e benefici, il “break even point” e il tasso interno di rendimento (Tir).
Tutto questo su un campione più ampio di circa 30 aziende da latte lombarde, sempre utilizzando il software Milk Money ai fini del calcolo del costo di produzione e della redditività dell’azienda da latte.

Latte Digitale, la frontiera dell’innovazione - Ultima modifica: 2020-12-01T09:29:20+01:00 da Lucia Berti

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