«Con la digitalizzazione di molte delle operazioni in stalla il nostro modo di lavorare è significativamente cambiato: abbiamo più tempo libero per occuparci delle priorità quotidiane di intervento, i dati raccolti ci forniscono valutazioni oggettive e reali riguardo lo stato di salute delle nostre bovine, le previsioni che effettuiamo sono più precise, il benessere dei nostri animali è costantemente monitorato e il fatturato è in netto miglioramento».
Parla così Riccardo Donini che, insieme al fratello Ettore, gestisce questo innovativo allevamento di bovine da latte nel cremonese, precisamente a Pradazzo di Castelleone (Cr).
L’allevamento Pradazzo Holstein ha radici lontane e profonde e oggi Ettore e Riccardo Donini continuano con passione il lavoro tramandato dal loro padre.
Il robot di mungitura
«Negli ultimi anni - racconta Donini - diverse problematiche legate alla mungitura – soprattutto la questione degli spazi – ci ha condotto alla scelta del robot di mungitura. Questo strumento ci aiuta da un punto di vista di manodopera: non è infatti più necessario presenziare in stalla a tutte le ore. Il personale che prima effettuava le mansioni del robot oggi ha più tempo per occuparsi di tutti quegli aspetti che prima, proprio per motivi di tempo, erano trascurati. A esempio – spiega Donini -, oggi abbiamo più tempo per occuparci della mascalcia. Anche la fase del parto risulta più seguita. A turno, durante la notte, i nostri operai controllano la pulizia delle telecamere e lo stato delle nostre bovine; in questo modo, l’eventuale intervento risulta tempestivo e di conseguenza più efficace. Il robot effettua anche il back flushing su tutto il gruppo dall’inizio fino alla fine e con acido iperacetico. Per quanto riguarda il rilevamento dei calori usiamo podometri su tutte le vacche. Sulle manze applichiamo anche i collari».
Su cosa puntiamo
«I protocolli che noi seguiamo sono molto rigidi: la somministrazione del colostro, la visita preparto e quella post parto, le diagnosi, la messa in asciutta, il piano di vaccinazione ecc… Per tutti gli animali vengono così annotati i dati e le date di scadenza relativamente agli interventi da effettuare. Un altro aspetto su cui puntiamo è la prevenzione di alcune dismetabolie, in modo particolare la chetosi: abbiamo scelto di utilizzare dei boli ruminali, ottenendo soddisfacenti risultati. Inoltre – prosegue Donini -, eseguiamo l’analisi della chetosi al quinto e decimo giorno dal parto. Durante gli stessi giorni viene somministrato con l’autoalimentatore del robot del glicole (circa di due etti al giorno) ogni 6-7 ore così da mantenere un tasso glicemico elevato. E solo se il problema persiste, interveniamo con le terapie. Appena la vacca partorisce vengono inseriti all’interno del nostro software di gestione tutti i dati necessari: l’ora in cui è nato il vitello, i dati relativi alla somministrazione del colostro, ecc…».
Per circa 4 giorni (8 pasti) ai 5/6 litri di latte vengono aggiunti 200 cc di colostro (al 23%) e questo serve per mantenere una quota immunitaria durante i primi giorni di vita del vitello. In seguito, al vitello vengono effettuate le vaccinazioni per il primo mese (anche per la coccidiosi e le malattie respiratorie).
La lettura dei dati
Circa due volte al giorno Donini si occupa di controllare tutti i valori registrati dal software di gestione, in modo da monitorare con costanza le necessità dei suoi animali e rilevare con facilità quali sono le vacche che presentano una percentuale di ritardo elevata e intervenire tempestivamente e in maniera efficace.
Attraverso la lettura di questi dati è inoltre possibile identificare anche il tipo di problematica (es. zoppia), verificare la conducibilità elettrica del latte, osservare i cali di produzione e l’andamento dei calori. Successivamente sarà poi possibile stilare un elenco di operazioni da effettuare fare nel corso della giornata, in base alle priorità.
«Con l’introduzione di questi strumenti tecnologici in stalla abbiamo ottenuto diversi vantaggi, tra questi: una maggiore longevità, un numero più elevato di parti, uno stato ottimale della salute della mammella, una maggiore produzione, un aumento del benessere degli animali».