La 114ª edizione di Fieragricola, in programma a Veronafiere dal 29 gennaio al 1° febbraio 2020, accelera sulla zootecnia, uno dei pilastri principali del settore primario. Unica manifestazione internazionale organizzata in Italia dedicata all’agricoltura in maniera trasversale, Fieragricola negli anni ha puntato sulla verticalizzazione delle filiere, nella convinzione che una elevata specializzazione nei diversi settori dell’agricoltura rappresenti l’unica strada per favorire la competitività del sistema agricolo e il miglioramento della redditività delle imprese.
Il percorso di avvicinamento alla 114ª edizione sarà scandito da incontri ed eventi in Italia durante i quali lo staff di Fieragricola presenterà i punti cardine della rassegna internazionale di Verona. Delle novità legate alla zootecnia abbiamo parlato con Giovanni Mantovani (nella foto), il direttore generale di Veronafiere.
Direttore, una domanda preliminare dal vostro osservatorio fieristico: come è cambiata la zootecnia negli ultimi anni?
«La zootecnia è cambiata e sta cambiando in fretta, così come sta avvenendo in tutti i settori dell’agricoltura. Ciò sta avvenendo grazie essenzialmente a due spinte: da un lato il consumatore e l’opinione pubblica, dall’altro le tecnologie. Nei primi anni Duemila l’attenzione era rivolta essenzialmente al prezzo e, solo in un secondo momento, si guardavano le qualità organolettiche e igieniche. Dieci anni dopo hanno cominciato a farsi strada le caratteristiche nutraceutiche dei prodotti, il fatto che siano o meno prodotti biologici.
Nel 2020 i consumatori saranno sempre più interessati all’impatto ambientale, alle produzioni etiche e al benessere animale. Il rispetto di questi elementi in chiave produttiva sarà fondamentale in agricoltura e in zootecnia e, se guardiamo al Dairy summit che il vostro gruppo editoriale, Tecniche Nuove, ha organizzato a Milano il prossimo 18 settembre e del quale Fieragricola è main sponsor, sono anche i temi che affronterete nelle vostre tavole rotonde: la sostenibilità degli allevamenti, la qualità del latte, il confronto con il consumatore, i nuovi trend di consumo con i probiotici».
Fieragricola 2020 punterà anche sull’economia circolare…
«Assolutamente sì, sarà il filo conduttore della manifestazione, anche perché l’intera economia si sta dirigendo verso questa direzione. Basti pensare che la Bei, la Banca europea degli investimenti, negli ultimi cinque anni ha messo sul piatto 2,3 miliardi di euro in iniziative rivolte allo sviluppo della Blue economy. Le filiere agricole hanno potenzialità enormi: dalla valorizzazione dei reflui zootecnici alle energie rinnovabili, fino al riutilizzo di quelli che un tempo erano ritenuti scarti. Sono molteplici le declinazioni pratiche, che Fieragricola affronterà nel corso della manifestazione, sia nell’area espositiva che attraverso approfondimenti, focus e convegni».
Quali saranno gli appuntamenti nel ring zootecnico di Fieragricola?
«Nel mondo della Frisona avremo il 19° Dairy Open Holstein Show e, grande ritorno dopo alcuni anni, il Confronto europeo della razza Bruna. Sono le principali razze da latte nel mondo per numeri e quantità prodotte».
Restando sul latte, oggi il mercato sembra sorridere agli allevatori. Cosa prevede?
«Mi astengo da qualsiasi previsione. Il ruolo di Veronafiere, principale player fieristico nazionale nel settore agroalimentare, ci impone però di seguire con attenzione l’andamento dei diversi comparti.
Oggi il lattiero caseario sta attraversando una fase congiunturale positiva. Il prezzo del latte spot (in cisterna e con contratti non superiori a tre mesi, ndr) si colloca su valori superiori del 20% rispetto allo stesso periodo del 2018 e i prezzi delle grandi Dop casearie a pasta dura, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, stanno attraversando una fase di grande soddisfazione sia per i prezzi che per l’internazionalizzazione dei mercati. Con una società come quella italiana, che invecchia e che sta progressivamente riducendo i consumi, l’export è fondamentale».
Fieragricola, fin dal 1898, ha sempre cercato di dare risposte al mondo agricolo. Oggi quali sono le sfide?
«Accanto a quelle che menzionavo prima, legate all’evoluzione dei consumi e all’attenzione all’ambiente, ci troviamo di fronte anche alle sfide della sostenibilità economica e sociale, la riduzione delle emissioni, la volatilità dei mercati. Gli stessi cambiamenti climatici sono al centro delle politiche agricole. Fieragricola, fin dalla propria nascita, ha sempre cercato di offrire le migliori tecnologie dell’epoca per accompagnare l’agricoltura verso la crescita e il miglioramento della competitività. E questo anche grazie a convegni e dibattiti qualificati».
La zootecnia nel 2020 avrà ancora più spazio, dunque?
«Sì. Rafforzeremo tutti i settori: bovini da latte e da carne, suini, equidi, avicoli, cunicoli, ovini e caprini, persino chiocciole. Crescerà il numero dei capi in esposizione, che nel 2018 aveva raggiunto le 700 unità, e si lavorerà sempre di più in ottica di filiera, grazie all’alleanza con le organizzazioni di rappresentanza. Non soltanto quelle allevatoriali, ma anche i mangimisti, per un’offerta che parte dalla nutrizione. Dopo il successo del 2018, replicheremo inoltre l’evento “Milk Day” che nel 2020 affronterà un tema d’attualità per gli stessi operatori: la formazione degli allevatori per sviluppare l’attività del caseificio aziendale, a partire dalla qualità del latte»