Ultimamente tutti coloro che per qualche motivo devono parlare di produzioni lattiero casearie si preoccupano di sottolineare l’importanza del benessere animale. A volte è un po’ un mantra, spesso sono parole vuote o considerazioni naif.
C’è chi guarda con simpatia a questa tendenza perchè, al netto di ingenuità che noi allevatori ben comprendiamo (per esempio molti esaltano le vedute bucoliche del pascolo, ma se portiamo una nostra frisona a pascolare sulle Alpi nel migliore dei casi non si nutre a sufficienza, nel peggiore si azzoppa e muore), la cosa si può pure vedere positivamente: si sta affermando anche all’interno di ambienti non zootecnici il messaggio che l’animal welfare è cosa buona. In ogni caso dilaga l’aria fritta, l’assenza di contenuti precisi, discettano di benessere animale presentatori televisivi, giornalisti del settore gossip, assessori al turismo, commercianti di formaggi, pierre vari.
D’altra parte però si deve registrare un altro tipo di trend, di segno opposto: aumentano i casi di applicazione pratica di questo orientamento tecnico. Insomma, ora i produttori fanno sul serio.
Di due di questi nuovi casi gli abbonati a IZ hanno già letto: il consorzio del Parmigiano Reggiano investe personale sul benessere animale (ne ha parlato la rubrica "Prima del caseificio" uscita su IZ 13); la Granarolo rende più esigenti le proprie richieste agli allevatori (ne ha dato notizia un altro articolo di IZ 13). Un terzo caso è emerso con l’ultima edizione di “Grana Padano Insieme”, l’house organ del consorzio del Grana Padano, dove si dà notizia di un’importante accelerazione sul fronte benessere animale anche da parte di questo consorzio.
Le nuove iniziative
di tre grandi player
Il Parmigiano Reggiano ha deciso di impiegare sulla questione benessere il lavoro a tempo pieno di cinque veterinari specialisti del problema. Stanno visitando tutte le stalle che conferiscono latte ai caseifici del consorzio per monitorare il loro livello di benessere animale, utilizzando l’approccio del Crenba; entro la fine del 2019 avranno compiuto più di mille visite aziendali.
Ma si applicano alla questione anche gli altri due veterinari dello stesso servizio, il Servizio produzione primaria del consorzio Parmigiano Reggiano; dunque questo consorzio dedica il lavoro di ben sette veterinari al problema benessere animale. E a partire da quest’autunno il Servizio si applicherà anche alla promozione di pratiche prudenti e responsabili di uso dei farmaci.
Secondo caso: il gruppo Granarolo-Granlatte annuncia di essersi dato un obiettivo preciso per il triennio 2019-2021, quello di alzare lo standard di benessere animale per tutte le sue 700 stalle. L’intenzione è di portare il punteggio del benessere per ogni allevamento a superare i 70/100 secondo il metodo Crenba. Oggi questo punteggio viene raggiunto da 336 stalle, che rappresentano il 63% del latte conferito.
Contemporaneamente Granarolo-Granlatte lavorerà con i veterinari aziendali - anche questo obiettivo lo dichiara esplicitamente - per introdurre pratiche preventive e un impiego dei farmaci orientato allo loro riduzione.
Si diceva infine dell’ultima edizione di “Grana Padano Insieme”, l’house organ del consorzio del Grana Padano. Su quelle pagine il dg del consorzio Stefano Berni annuncia: “Entro il 30 settembre tutti gli allevamenti dovranno essere visitati da veterinari adeguatamente formati per verificare che i principali requisiti di benessere e biosicurezza siano applicati”. E dato che sono circa quattromila gli allevamenti che producono latte per la trasformazione in formaggio Grana Padano, la notizia sembra dotata di una certa rilevanza.
La sinergia Crenba-Classyfarm
Fin qui i tre più recenti casi di applicazione dell’idea di benessere. Ma c’è una quarta novità che non si può non citare all’interno di questa discussione. È all’orizzonte, si parla di tempi brevi, una confluenza dell’attività del Crenba - il Centro di referenza nazionale per il benessere animale, che opera presso lo Zooprofilattico di Brescia - nel sistema Classyfarm del ministero della Salute. O comunque è all’orizzonte un aumento della sinergia fra Crenba e Classyfarm.
A dire il vero le due entità non sono troppo distinte: entrambe dipendono dallo stesso ministero, diversi specialisti del ministero e dello Zooprofilattico lavorano per entrambe. Inoltre le attività dei due organismi in passato non sono mai state troppo separate, per esempio il Crenba ha collaborato in modo importante al varo di Classyfarm. La notizia è che fra breve le due attività saranno una cosa sola. E che di conseguenza l’impatto positivo di Classyfarm sulla vita degli allevamenti italiani conoscerà una importante intensificazione.