La prima cosa da dire sulla mungitura e le attività correlate è che le stesse devono essere svolte con dignità, senza compromettere la salute della mammella e, in particolare, l’integrità degli sfinteri dei capezzoli e la qualità del latte e delle sue caratteristiche organolettiche.
Impianti efficienti, rispetto delle norme igieniche e corretta routine di mungitura sono le premesse per ottenere un latte sano. È fondamentale, perciò, che il mungitore sia preparato e ben informato.
Gestione dell’impianto
Tutti gli impianti, dal carrello alla giostra, hanno gli stessi componenti. Vediamoli.
- Pompa del vuoto: ha lo scopo di estrarre tutta l’aria necessaria a mantenere costante il livello di vuoto tramite un sistema di regolazione dei giri del motore (inverter) o estraendo più aria del necessario bilanciando attraverso l’uso del regolatore di vuoto. Per la sua manutenzione: verificare il livello dell’olio, lo stato delle cinghie, la funzionalità della valvola di non ritorno e recuperare l’olio usato.
- Regolatore del vuoto: ha il compito di mantenere costante il livello del vuoto durante la mungitura. Per la sua manutenzione: sostituire le parti usurate e pulire, periodicamente, i filtri.
- Manometro: permette di verificare il livello del vuoto sull’impianto. Va consultato prima di ogni ciclo di mungitura. Per la sua manutenzione: verificare, almeno una volta all’anno, che segni correttamente.
- Condutture del vuoto: sono l’insieme di tutte le tubazioni rigide interessate dal vuoto. Per la loro manutenzione: lavarle almeno due volte all’anno e ogni volta che entrano in contatto con il latte.
- Condutture del latte (esclusi impianti a carrello e a secchio): sono le tubazioni in inox o vetro in cui scorre il latte. Per la loro manutenzione: verificare la qualità del lavaggio giornaliero e la continuità delle pendenze.
- Sistema di pulsazione: permette di alternare le fasi di mungitura e di massaggio del capezzolo in modo ciclico. Per la sua manutenzione: pulizia periodica, sostituzione delle parti in gomma se forate o usurate, verifica delle fasi.
- Gruppo di mungitura: è l’insieme di collettore, guaine e porta guaine.
- Collettori: raccolgono il latte dei quattro quarti. Vanno scelti in funzione ai flussi di emissione del latte della mandria e alla loro capacità di smaltimento. Serve monitorare costantemente la pervietà del forellino di entrata dell’aria per garantirne il corretto svuotamento.
- Guaine: rappresentano il punto di contatto fra la bovina e la macchina mungitrice. Serve verificare la compatibilità con i portaguaine. Utilizzare modelli adatti alla propria mandria. Sostituirle ogni 3.000 mungiture e, comunque, entro l’anno. Dedicare particolare attenzione alle modalità di lavaggio.
- Parti in gomma: comprendono il tubo del latte fra collettore e conduttura del latte, tubetti di pulsazione e tubi gemellari, gomme di lavaggio e altri raccordi non rigidi. Possono essere in gomma nera, pvc atossico o silicone. Per la loro manutenzione: curarne l’igiene anche esternamente, sostituirle tempestivamente se usurate o forate.
- Sistema del lavaggio: la sua efficienza è estremamente importante per garantire le qualità organolettiche del latte e ridurre la possibilità di trasmissione di patogeni fra le bovine attraverso la superficie delle guaine. Per valutarla bisogna conoscere i volumi e la durezza dell’acqua, la qualità e la quantità del detergente e del disincrostante e la forza meccanica disponibile. Questi valori vanno pertanto valutati e impostati a priori. Verificare spesso la funzionalità del prelavaggio, l’efficienza e le temperature della fase di lavaggio in funzione al tipo di prodotto alcalino usato e l’assenza di untuosità a fine risciacquo nella vasca di miscelazione fra acqua e detergente.
È importante ricordare che l’impianto di mungitura deve essere sempre efficiente. Quindi, oltre alle manutenzioni sopra accennate, va verificato, nel suo insieme, almeno due volte all’anno.
Perché creare una routine
Le bovine sono animali abitudinari e la ripetibilità delle operazioni dà loro tranquillità.
L’eiezione del latte avviene a seguito di emissione di ossitocina che necessita del rispetto dei tempi fra stimolazione e raggiungimento in mammella della concentrazione sufficiente a contrarre gli acini mammari.
La routine ottimizza il lavoro dei mungitori e riduce gli errori. Non esiste una routine che va bene per tutti ma, come regole generali, bisogna sempre: eliminare i primi spruzzi di latte, curare l’igiene, rispettare il tempo fra stimolazione e attacco del gruppo.
La sequenza delle operazioni
- Sequenza delle operazioni con capezzoli “puliti”, in sala di mungitura:
a) pulizia sommaria con la mano (importante l’uso dei guanti);
b) eliminazione dei primi spruzzi (almeno 3 per capezzolo);
c) applicazione del predipping.
- Dopo 60-90 secondi:
a) pulizia con carta monouso (curando bene le punte dei capezzoli);
b) attacco del gruppo (facendo entrare meno aria possibile);
c) posizionamento del gruppo.
- Alla fine della mungitura:
a) stacco del gruppo (meglio se automatico e comunque dopo aver chiuso il vuoto);
b) applicazione del postdipping.
Attenzione ai particolari
Durante la routine, inoltre, si deve porre l’attenzione su un’altra serie di particolari:
- L’importanza della stimolazione: Per una buona qualità della mungitura l’eliminazione dei primi getti è fondamentale poiché induce l’emissione del latte a seguito dell’eiezione di ossitocina ipofisaria, permette l’unica verifica possibile sui primi sintomi di mastite, riduce i tempi.
- Il predipping: Va applicato sul tutto il capezzolo, sommariamente pulito, ma privo di scorie organiche; deve agire per almeno 30”; abbatte del 70% la presenza di batteri sulla parte esterna del capezzolo; mantiene la pelle liscia e morbida facilitando la rimozione della sporcizia.
- Pulizia dei capezzoli: Lo scopo è quello di abbassare la presenza di batteri sulla superficie dei capezzoli, riducendo così il rischio di mastiti. I materiali da utilizzare sono, preferibilmente: tessuti umidi, fazzoletti di carta, salviette imbevute di disinfettanti, predipping e fazzoletti di carta…sempre uno per vacca! Ponendo attenzione alla pulizia della punta del capezzolo. Nel caso di capezzoli particolarmente sporchi, usando l’acqua è bene ricordarsi di: bagnare solo i capezzoli, utilizzando meno acqua possibile; asciugare subito, sempre con carta o tessuti monouso.
- Attacco del gruppo: Il gruppo di mungitura deve essere attaccato al momento giusto, velocemente e senza entrate di aria per ridurre le fluttuazioni di vuoto.
- Posizionamento del gruppo: Il gruppo va posizionato in modo da distribuire il peso equamente sui quattro quarti per favorirne lo svuotamento simultaneo.
- Stacco del gruppo: Se automatico, va impostato a un livello di flusso compatibile con il livello produttivo della mandria. Deve essere preceduto dallo stacco del vuoto in modo che non risulti uno strappo.
- Sovramungitura: Con questo termine si intende la mungitura in assenza, o quasi, di flusso di latte. Provoca lesioni agli sfinteri dei capezzoli che, nei casi più gravi, può arrivare all’estroflessione del canale del capezzolo e alla comparsa di ipercheratosi come reazione tissutale. Pertanto, riduce la durata della carriera delle bovine e aumenta le probabilità di mungere latte con valori alti di cellule. Essa è dovuta a: presenza di quarti con flusso inferiore per traumi o fattori genetici, attacco del gruppo su mammelle non preparate a dovere, mungitura prolungata senza flusso, stacchi automatici rotti, non funzionanti o non utilizzati.
- Uso di prodotti post-mungitura: Creano un film che ha una funzione isolante nei confronti dei batteri ambientali. Va applicato su tutta la superficie del capezzolo entro il più breve tempo possibile dallo stacco del gruppo. Se il liquido rimasto nella parte superiore del bicchierino è sporco, va gettato e rinnovato. Dopo ogni munta, il bicchierino va svuotato e lavato.
Igiene
Non può prescindere dal livello di igiene dell’ambiente in cui le bovine vivono. Bovine e mammelle pulite sono la premessa per una mungitura efficiente e rapida. Se gli abiti del mungitore sono sporchi diventano ricettacolo di batteri. Usare i guanti serve a evitare la contaminazione di batteri contagiosi da capezzoli infetti a capezzoli sani. La pulizia degli sfinteri deve essere accurata.
La pulizia esterna dei gruppi, se trascurata, crea un ambiente in cui i batteri sopravvivono e si riproducono. La pulizia dei bicchierini del pre e post dipping deve essere accurata. Infine, è necessario procedere alla pulizia manuale delle parti non raggiungibili dal lavaggio automatico.
Qualora qualcuno dei passaggi illustrati non fosse chiaro, è sempre consigliabile rivolgersi ai tecnici specializzati delle Associazioni degli allevatori.
Dalla relazione presentata al corso per addetti alla mungitura organizzato recentemente a Codroipo (Ud) dall’Associazione allevatori del Friuli-Venezia Giulia.
(1) Tecnico servizio controllo mungitura, Associazione allevatori del Friuli-Venezia Giulia.
(2) Giornalista agroalimentare.
L’articolo completo è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 14/2016
L’edicola di Informatore Zootecnico