In Francia vietato l’utilizzo di denominazioni animali per prodotti vegetali

Coldiretti segnala l'entrata in vigore del decreto che in Francia ha fatto chiarezza sulle denominazioni e sollecita il varo di una legge analoga in Italia

hamburger vegano
Il presidente della Coldiretti, Prandini mette in guardia da una strategia di comunicazione subdola con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell’allevamento italiano.

Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale francese il decreto del Governo transalpino che vieta, l’utilizzo, per i prodotti a base di proteine vegetali, di denominazioni riferite a nomi e gruppi di specie animali, alla morfologia o all’anatomia animale, di nomi che usano la terminologia specifica di macelleria, salumeria o pescheria e di nomi un alimento di origine animale rappresentativo degli usi commerciali.

Lo ha segnalato Coldiretti sottolineando che «con il divieto scattato in Francia di utilizzare nomi di prodotti di origine animale per i prodotti a base di proteine vegetali serve ora una legge nazionale anche in Italia per fare definitivamente chiarezza su finti burger e altri prodotti che sfruttano impropriamente nomi come mortadella o salsiccia».

Minaccia arriva dalle multinazionali che investono in prodotti da laboratorio

«Il perdurare di una situazione di incertezza rappresenta purtroppo un favore alle lobbies delle multinazionali che investono sulla carne finta, vegetale o creata in laboratorio – denuncia il residente della Coldiretti, Ettore Prandini – puntando su una strategia di comunicazione subdola con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell’allevamento italiano per attrarre l’attenzione dei consumatori e indurli a pensare che questi prodotti siano dei sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei prodotti a base di carne».

Secondo Coldiretti occorre «un decreto capace di superare le incertezze ancora presenti a livello europeo chiudendo la strada alla presenza nel carrello della spesa a finti hamburger con soia, spezie ed esaltatori di sapore o false salsicce riempite con ceci, lenticchie, piselli, succo di barbabietola o edulcoranti grazie alla possibilità – evidenzia sempre la Coldiretti – di utilizzare nomi come “burger vegano” e “bistecca vegana”, bresaola, salame, mortadella vegetariani o vegani con l’unico limite di specificare sull’etichetta che tali prodotti non contengono carne. Un inganno che in Italia colpisce quel 93% di consumatori che non seguono un regime alimentare vegetariano o vegano».

La Corte di giustizia si è già pronunciata

A supportare la necessità di una legge nazionale in materia, sull’esempio francese,  c’è peraltro il fatto che la Corte di giustizia europea – conclude la Coldiretti – si è già pronunciata in passato sul fatto che “i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni, come ‘latte’, ‘crema di latte’ o ‘panna’, ‘burro’, ‘formaggio’ e ‘yogurt’, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale” anche se “tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione”. Con la sola eccezione del tradizionale latte di mandorla italiano.

 

In Francia vietato l’utilizzo di denominazioni animali per prodotti vegetali - Ultima modifica: 2022-07-12T16:21:36+02:00 da Francesca Baccino

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome