Torna a spaventare l’influenza aviaria, sale il livello di allerta in Europa

Il Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria ha segnalato 300 focolai legati al virus ad alta patogenicità in alcuni Paesi Europei

influenza aviaria
In Italia rilevati solo casi sporadici di uccelli selvatici cacciati in Veneto positivi al virus, ma il ministero della Salute ha emanato negli ultimi mesi due provvedimenti per rafforzare le misure di sicurezza e sorveglianza.

Al momento non risultano in Italia allevamenti colpiti dall’influenza aviaria, ma si è alzato in Europa il livello di allerta a causa dei nuovi focolai che negli ultimi mesi si sono riaccesi in diversi Stati. Proprio per questa nuova diffusione del virus nel nostro Paese il ministero della Salute ha emanato negli ultimi mesi due provvedimenti per rafforzare le misure di biosicurezza negli allevamenti di pollame, evitare il contatto con gli uccelli selvatici e potenziare la sorveglianza passiva sia negli allevamenti di pollame che negli uccelli selvatici.

Scoperti focolai in molti Paesi europei

La segnalazione che la più temuta malattia infettiva dei volatili selvatici e del pollame domestico fosse tornata a colpire in Europa era arrivata, negli ultimi mesi del 2020, dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, dove ha sede il nuovo Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria (da gennaio 2019), nonché il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria.

A partire da ottobre 2020 diversi Paesi europei erano stati interessati da casi di influenza aviaria ad alta patogenicità legati al virus influenzale più contagioso, il sottotipo H5. Il Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria ha evidenziato in Europa un crescente aumento del numero di focolai confermati da virus ad alta patogenicità, sottotipo H5, in volatili selvatici e nel pollame domestico in Germania, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Svezia, Francia, Polonia, Croazia e Slovenia.

Aviaria

In una nota del 18 gennaio 2021 il Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria ha precisato che «la situazione epidemiologica in Europa è costantemente aggiornata con la conferma di nuove positività nei confronti dell’influenza aviaria ad alta patogenicità in volatili selvatici e nel pollame domestico in Germania, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Irlanda del Nord, Danimarca, Svezia, Francia, Polonia, Croazia, Slovenia, Italia, Spagna, Slovacchia, Romania, Lituania, Ungheria e Norvegia».

Efsa ha segnalato oltre 300 casi in Europa, soprattutto in uccelli selvatici

A lanciare l’allarme è anche un rapporto dell’Efsa redatto in collaborazione con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e il Laboratorio europeo di riferimento per l'influenza aviaria che nel novembre scorso  aveva definito elevato il rischio che l'influenza aviaria potesse spostarsi a Paesi europei precedentemente non interessati da focolai.

A ottobre 2020 erano stati segnalati oltre 300 casi in Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito, la maggior parte dei quali rinvenuti in uccelli selvatici e solamente alcuni focolai occasionali nel pollame. Il nuovo rapporto dà come alta la probabilità che il virus si diffonda dagli uccelli selvatici al pollame.

In una sua precedente valutazione l'Efsa aveva avvertito che l'influenza aviaria ad alta patogenicità avrebbe potuto diffondersi rapidamente all'Europa occidentale a seguito dei focolai che l'estate scorsa avevano interessato uccelli selvatici e pollame nella Russia occidentale e nel Kazakistan. La zona è infatti una nota rotta di migrazione autunnale degli uccelli acquatici selvatici che vi transitano diretti in Europa.

In Francia abbattute più di 400mila anatre colpite dall'influenza aviaria

La diffusione dell’influenza aviaria altamente patogena di tipo H5N8 in Francia ha già obbligato le autorità ad abbattere, dal 24 dicembre scorso, oltre 400mila anatre  negli allevamenti di produttori francesi di foie gras e altre migliaia dovrebbero seguire la stessa sorte nei prossimi giorni. Il primo caso era stato riscontrato lo scorso novembre in un negozio di animali in Corsica.

La strategia varata dal governo francese è quella di creare un "vuoto sanitario" intorno ai focolai dell'aviaria da 3 a 5 km, oltre all'istituzione di zone cuscinetto nelle quali è vietato l'ingresso e l'uscita da gli allevamenti di pollami.

Casi sporadici in Italia, soprattutto su volatili selvatici

A fine novembre 2020 il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria aveva comunicato che alcuni uccelli cacciati nelle lagune veneziane e nel Delta del Po erano risultati positivi a due sottotipi del virus, H5N8 e l’H5, entrambi ad alta patogenicità. Lo scorso 18 novembre aveva confermato una nuova positività per il virus influenzale sottotipo H5 in un allevamento di svezzatori in provincia di Pavia. Al  19 gennaio 2021 risultano nel nostro Paese 95 casi positivi al virus dell’influenza aviaria in volatili selvatici, tutti nel Nord-Est.

Fonte: Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria

«Gli allevatori – ha detto Oreste Massimino, presidente della sezione avicoltura di Confagricoltura – hanno rispettato scrupolosamente tutti gli allerta emanati dal ministero per rafforzare le misure di controllo e sorveglianza. Non abbiamo per il momento avuto problemi e i casi risultati positivi nel nostro Paese sono rimasti circoscritti agli uccelli selvatici. Sappiamo però che il virus sta circolando e che ci sono stati casi in Germania e in altri Paesi europei. Per questo manteniamo sempre alta l’attenzione».

«L'allerta in molti Paesi europei ha portato a intensificare anche la sorveglianza in Italia - spiega Antonella La Peccerella di Coldiretti - con le ultime ordinanze del ministero della Salute che in primo luogo hanno stabilito di trasferire al coperto tutti gli allevamenti avicoli nelle zone A e B e  introdotto ulteriori  misure di rafforzamento della sorveglianza. I casi risultati positivi in Italia riguardano tutti volatili selvatici, solo un caso ha interessato un allevamento in Lombardia. Abbiamo sensibilizzato gli allevatori sulla necessità di segnalare i casi sospetti ai servizi veterinari, ad esempio osservando alcuni parametri, come l'aumento di casi di mortalità, il calo di produzione o la crescita del consumo di acqua. Al momento la situazione è comnuque sotto controllo».

Ecco la mappa italiana dei casi di positività al virus dell'influenza aviaria (con distinzione dei sottotipi) dall'1 luglio 2020 al 21 gennaio 2021

 

Due provvedimenti del ministero della Salute rafforzano le misure di sicurezza in Italia

Il 26 novembre 2020 il ministero della Salute ha emanato un provvedimento (2020-11-26-nota-25509) che impone ulteriori misure per  ridurre il rischio di diffusione della malattia sul territorio nazionale: sono previsti divieti e restrizioni, come lo stop al rilascio di pollame per il ripopolamento di selvaggina da penna nelle Regioni ad alto rischio (ad esempio fagiani e starne) e il trasferimento al coperto del pollame e dei volatili in cattività degli allevamenti all’aperto nelle zone A (ad alto rischio di introduzione e diffusione) e B (ad alto rischio di introduzione e maggiore diffusione) che coinvolgono territori nelle regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria e Veneto (mappa zone ad alto rischio). Si chiede inoltre di elevare il sistema di “early warning”, segnalando alle autorità sanitarie competenti qualsiasi evento che possa indurre un sospetto di influenza aviaria e ampliando le attività di sorveglianza: in caso di ritrovamento di uccelli ammalati o morti, appartenenti a qualsiasi specie, anche di allevamento, occorrerà portarli alle sedi competenti per effettuare i test per il virus dell’aviaria. Un altro aspetto riguarda le misure di biosicurezza personali, rivolte ai cacciatori: cambio vestiario e calzature oltre all’accurata igiene personale al rientro dall’attività venatoria.

Il 2 ottobre scorso il ministero della Salute aveva emanato un primo provvedimento (2020-10-02-nota-21329) per rafforzare ulteriormente le  misure di biosicurezza, come la corretta attuazione dei protocolli di pulizia e disinfezione, il divieto di entrata e uscita nelle aziende di personale non autorizzato, la verifica della corretta movimentazione di veicoli o di persone in entrata e uscita nelle aziende o lo stoccaggio e smaltimento delle carcasse destinate alla distruzione. Fondamentale per tenere sotto contorllo il virus  anche il rilevamento precoce dei casi.

Torna a spaventare l’influenza aviaria, sale il livello di allerta in Europa - Ultima modifica: 2021-01-21T18:34:41+01:00 da Francesca Baccino

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