Costi di produzione alle stelle per gli allevatori veneti

costi di produzione
Da luglio 2021 ad oggi la bolletta energetica è triplicata

Alla batosta degli aumenti legati all’approvvigionamento delle materie prime alimentari si unisce la crescita, senza soluzione di continuità, dell’energia elettrica. La stangata che si abbatte sugli allevamenti veneti, infatti, sembra essere come una grandinata, che continua a imperversare e a fare danni.

Il dato è emblematico: da luglio 2021 allo stesso mese di quest’anno il costo medio unitario della bolletta energetica è passato da 0,2085 a 0,6104 euro/kWh. «Sono stati dodici mesi impressionanti – ha commentato il presidente dell’Arav (Associazione regionale allevatori del Veneto), Floriano De Franceschi – nel corso dei quali una forte accelerazione è stata impressa dal conflitto Russia–Ucraina, che sta mietendo vittime, impoverendo il territorio e, non di meno, stravolgendo gli equilibri economici mondiali. Non si parla di profitto, di finanza, ma di avere la certezza che milioni di persone al mondo possano ancora disporre di cibo per sfamarsi».

Da quasi un anno il costo delle materie prime necessarie per la produzione agricola continua a subire sensibili aumenti che si ripercuotono sul prezzo finale del prodotto, non portando, però, a un coerente riallineamento dei prezzi pagati ai produttori.

«Produttori e consumatori sono senza dubbio gli anelli deboli della catena – prosegue De Franceschi – che è dominata dal potere di chi ha in mano la finanza e l’energia, e poi c’è la Grande distribuzione organizzata. Il prezzo del latte, pur con gli aumenti concordati, rispetto al rialzo dei costi di produzione, è sempre troppo basso. Noi produttori siamo letteralmente presi per il collo, costretti ad accettare un pagamento inadeguato a generare un profitto, che non è, quindi, ricchezza, ma liquidità da reinvestire nella nostra impresa per produrre latte sempre migliore».

Perdita mensile di 9.100 euro in una mandria da 100 capi

Da una recente analisi di Arav (vedi le immagini nei due documenti in questa pagina ndr), emerge come nell’ultimo anno per una stalla di cento bovini da latte, con gli ultimi aggiornamenti, il maggior costo supera i 100 mila euro. L’effettivo aumento, infatti, a oggi è di 0,091 euro per ogni litro di latte prodotto. Una somma che, calcolata sulla base di una mandria da 100 capi, si traduce in una perdita mensile di 9.100 euro, quindi quasi 110mila euro annui. «È impossibile reggere di fronte a questi numeri – ha aggiunto De Franceschi – e il quadro che si profila è decisamente triste: le istituzioni, se sono vere le loro considerazioni sul valore del grande peso economico e sociale del lavoro che ogni giorno realizziamo, ora devono assolutamente intervenire, così com’è giunto il momento che lo faccia l’indotto che ruota attorno alle produzioni lattiero-casearie di alta qualità».

Se quello, appena tratteggiato, è il quadro del settore latte, non va meglio sul fronte della carne. Per i suini, infatti, si registra un aumento del 27% del costo di produzione di un kg di carne. E per i bovini l’incremento, sempre a doppia cifra, raggiunge il 33%. «Questi nuovi dati fanno comprendere, una volta di più – ha concluso De Franceschi – come sia indispensabile agire rapidamente. La parola d’ordine è realizzare politiche serie e costruttive di pronta applicazione per garantire un futuro alla nostra zootecnia. Non possiamo chiedere agli animali di non produrre perché siamo in perdita, ma non possiamo neanche continuare a fare sacrifici insostenibili. Come ci insegna qualsiasi economista, infatti, un’azienda può esistere soltanto se genera un profitto».

Prezzo dell'energia elettrica nell'Ue - rilevazione giornaliera Entsoe
Costi di produzione alle stelle per gli allevatori veneti - Ultima modifica: 2022-09-22T15:43:42+02:00 da Barbara Gamberini

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome