I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, in apertura di settembre, hanno mostrato forti rialzi per quanto riguarda il latte spot, le materie grasse, il Pecorino Romano e i bovini da macello. Stabili, invece, Grana Padano, Parmigiano Reggiano e vitelli a carne bianca.
Latte
Marcati rialzi in apertura di settembre per i listini del latte spot nazionale che raggiungono nuovi valori record su tutte le principali piazze. A Milano le quotazioni si attestano sui 660–675 €/t per un prezzo medio di 667,50 €/t (+2,3% su base settimanale), superando il precedente massimo storico a quota 657,50 €/t registrato a luglio. A conferma dell’eccezionalità dei prezzi attuali, il rally che sta interessando il comparto a partire ormai dal quarto trimestre del 2021 ha portato le quotazioni ad un livello superiore di quasi un terzo rispetto al precedente massimo storico di novembre 2013 (517,50 €/t a Milano). Rialzi anche a Verona (+1,5%) dove le quotazioni si avvicinano alla soglia di 700 €/t mai toccata in precedenza. In termini tendenziali tocca quota +64% la variazione media dei listini rispetto a dodici mesi fa.
A livello di fondamentali di mercato persistono le criticità dal lato dell’offerta a fronte di una domanda in ripresa dopo la pausa estiva. I costi eccezionali degli input produttivi, in primis quelli energetici, combinati ad un deficit ormai strutturale della raccolta, spingono al rialzo le quotazioni del latte spot applicate dagli allevatori, con i compratori, tra cui le grandi aziende trasformatrici, che faticano a soddisfare i rialzi.
In aumento a Milano anche il latte di provenienza estera, sia francese (+2%) che tedesco (+1,6%).
Rialzi anche per il latte di origine biologica (+1,1%, a quota 680–700 €/t), seppur meno marcati rispetto al latte spot: dinamica che assottiglia il divario tra le quotazioni a 22,50 €/t, contro i 32,50 €/t di un mese fa.
Materie grasse
Segno “più” a inizio settembre anche per i listini nazionali delle materie grasse, con le quotazioni che confermano i rialzi di fine agosto dopo due mesi di debolezza. A Milano il burro pastorizzato guadagna il +0,6% su base settimanale attestandosi sui 5,18 €/kg. Continuano i rialzi anche a Mantova e Cremona dove le quotazioni avanzano, rispettivamente, del +1% e del +0,9%. Si attesta sul +123% la crescita media delle quotazioni rispetto a dodici mesi fa. Le tensioni di fine estate si trasmettono, dunque, sull’intera filiera, con le incertezze relative ai costi energetici, che pesano sui processi di burrificazione, tra le principali criticità.
Quotazioni in aumento in tutto il continente, con il burro di centrifuga di Kempten che prosegue la sua marcia sopra la soglia significativa dei 7 €/kg (+1,4% su base settimanale per un prezzo medio di 7,1 €/kg). Rialzi anche in Olanda (+1%) e Francia (+0,8%).
In crescita tutti i prodotti del comparto delle materie grasse. Lo zangolato guadagna a Milano il +0,6% (4,98 €/kg) mentre la crema di latte nazionale cresce del +1,2% raggiungendo quota 3,52 €/kg, trainata da una domanda nazionale vivace.
Grana Padano
La settimana appena trascorsa vede il Grana Padano ribadire la propria stabilità su tutte le piazze monitorate. Fanno eccezione solo le forme stagionate dieci mesi quotate sulla piazza di Verona che guadagnano l’1,1% raggiungendo i 9,05 €/kg. Il prezzo medio delle forme stagionate nove mesi rimane sugli 8,90 €/kg mentre la quotazione per le forme stagionate venti mesi resta a 9,90 €/kg.
Si conferma dunque la fase di stabilità, nonostante le difficoltà del settore: le produzioni casearie stanno infatti fronteggiando un aumento generale dei costi dell’energia e l’aumento dei prezzi della materia prima. A sostenere la stabilità dei prezzi del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano l’andamento positivo delle esportazioni, che da inizio anno fino al mese di maggio hanno segnato un +11,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I principali importatori restano Germania, Stati Uniti e Francia.
Parmigiano Reggiano
Nessuna variazione per i listini del Parmigiano Reggiano, inamovibili anche nella seconda settimana di settembre. Il prezzo medio per le forme stagionate 12 mesi si conferma sui 10,70 €/kg mentre per le forme stagionate 24 mesi si conferma a 12,66 €/kg. La variazione tendenziale dei prezzi rimane sul 3%.
Fase di leggero rialzo per i principali formaggi monitorati dalla commissione europea dopo una settimana di calo. Il Cheddar non si muove dai 4,68 €/kg, l’Edam sale a 5,22 €/kg (+0,7%), il Gouda arriva a 5,16 €/kg (+1,1%) e l’Emmental raggiunge i 6,13 €/kg (+0,4%).
Pecorino Romano
Ancora in crescita i listini del Pecorino Romano stagionato cinque mesi. Sulla piazza di Milano raggiungono una soglia compresa nella forbice tra i 12,15 e i 12,45 €/kg. Su base settimanale si registra un aumento dell’1,3%, mentre la variazione annua raggiunge il 36,7%.
In linea con gli altri anni l’andamento produttivo registrato a giugno 2022, con un numero di forme pari quasi alla metà di quelle prodotte a maggio (-43,4%). La produzione risulta invece in calo rispetto a giugno 2021 (-3,1%).
Bovini vivi
Non si arresta in apertura di settembre il rally dei bovini da macello, con i vitelloni da macello che stabiliscono nuovi valori record su tutte le principali piazze. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise aggiungono a Mantova tre centesimi rispetto alla rilevazione precedente (+0,9%) raggiungendo quota 3,40 €/kg (peso vivo), così come le razze da incroci nazionali quotate a Modena che avanzano del +1% su base settimanale per un prezzo medio di 2,96 €/kg (peso vivo). Si consolida, dunque, il trend rialzista partito a inizio agosto con le quotazioni medie dei vitelloni da macello che hanno guadagnato in questo intervallo oltre il +4%. In termini tendenziali stabile sul +29% la crescita media anno su anno delle quotazioni dei vitelloni da macello.
Invariati i listini dei vitelli a carne bianca, sia a Mantova che Modena. Si conferma al +10% la variazione su base annua delle quotazioni medie dei vitelli a carne bianca contro il +21% di fine luglio.
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