Dopo le mele e il Trentodoc è il turno del Trentingrana ad essere portato 200 metri sotto terra nelle cave di Predaia (Tn), per la sua stagionatura. Si tratta del primo esperimento del genere, precisa il presidente del Trentingrana Stefano Albasini. La fase sperimentale, con 160 forme di Trentingrana, durerà almeno dodici mesi; e se tutto andrà bene saranno poi ben 30mila le forme che saranno conservate e stagionate in celle ipogee.
Il progetto mira fra l’altro alla salvaguardia del territorio e va a rafforzare la sinergia tra realtà agroalimentari.
Fugatti, Simoni
Alla conferenza stampa di presentazione del progetto era presente anche Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, che ha sottolineato come la collaborazione Provincia-Cooperazione sia importante per l’economia del territorio. Per Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della cooperazione, “questo è un settore che dimostra la capacità di guardare avanti e lavorare insieme; un laboratorio di sperimentazione utile anche per altri territori”.
Le forme messe all’interno delle grotte, grotte ricavate dalle immense cave di Dolomia messe a disposizione dal gruppo Miniera San Romedio, si trovano vicine alle celle di conservazione delle mele Melinda e alla cantina dello spumante Altemasi Trentodoc di Cavit.
Tutti prodotti di vertice dell’agricoltura trentina cooperativa, che “dimostrano la volontà di lavorare insieme – ha commentato il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni – e la capacità di guardare avanti anche in questo momento di grande difficoltà. Il Trentino si fa laboratorio e viene guardato con interesse anche da altri territori; la cooperazione saprà mettere a frutto le esperienze passate per declinarle al futuro”.
Albasini, Tonina
E Stefano Albasini, in occasione della presentazione ufficiale del progetto sperimentale, ha affermato: “questo progetto, fortemente voluto dal Consorzio, mira alla tutela dell’ambiente epigeo, rafforza la sinergia tra realtà agroalimentari trentine con il gruppo Miniera San Romedio e dà un impulso innovativo al rispetto che da sempre definisce e contraddistingue il nostro modo di produrre formaggi”.
Mario Tonina, vicepresidente della Provincia autonoma e assessore ad Ambiente e cooperazione, ha aggiunto: «In un momento di grande difficoltà per il comparto, iniziative come questa vanno nella giusta direzione, poiché il risparmio energetico è l’elemento che pesa maggiormente per coloro che si occupano di attività economiche.
Zanotelli, Berloffa
Per Giulia Zanotelli, assessore provinciale all’agricoltura, “in questo progetto sperimentale, che si affianca al percorso già avviato da Melinda e da Cavit, emerge l’obiettivo del nostro territorio di coniugare prodotti di qualità, risparmio energetico, sostenibilità ambientale e sostenibilità economica. Possiamo guardare a questa iniziativa come ad un nuovo esempio che va nella direzione della realizzazione in Trentino dei distretti del cibo, iniziative sulle quali la Giunta punta per rafforzare il legame tra turismo e agricoltura, assieme alla promozione della qualità”.
Le condizioni microclimatiche delle grotte rappresentano un presupposto ideale per ridurre i consumi di energia, ha informato il responsabile tecnico del progetto ingegner Lorenzo Berloffa. L’ammasso roccioso, ha spiegato, “è un isolante naturale le cui proprietà termiche aumentano con il tempo, a differenza di quanto accade per i magazzini tradizionali. E l’ambiente sotterraneo non è soggetto ai picchi di temperatura che si verificano nei periodi estivo e invernale: la temperatura in sotterraneo è costante durante tutto l’anno ed è pari a circa 12 gradi, ossia 5-6 gradi in meno della temperatura normale di stagionatura che è di circa 16-18 gradi, temperatura che verrà raggiunta attraverso un sistema di riscaldamento a pompe di calore. Si prospetta dunque un risparmio di energia nel raffreddamento e riscaldamento rispetto ai magazzini di stagionatura tradizionali, risparmio che potrà essere verificato e quantificato nel corso della sperimentazione”.
A presidiare sulla bontà dei formaggi in sperimentazione ci sarà una commissione valutativa, che a conclusione del progetto effettuerà controlli e assaggi confrontando le 160 forme in stagionatura nel deposito ipogeo con le loro gemelle lasciate a maturare nel magazzino di superficie. In contemporanea un sistema automatizzato situato all’interno della cava si occuperà di rigirare e spazzolare regolarmente le forme durante la stagionatura.
La sperimentazione, inoltre, potrà aprire le porte a ulteriori test sui prodotti caseari a pasta dura e semidura della gamma del consorzio, come ad esempio il Mezzano Trentino delle Dolomiti e il Vezzena del Trentino.