Per allevatori e veterinari è una vera rivoluzione, per la salute pubblica un significativo passo avanti e per i consumatori un’ulteriore garanzia di elevati standard di salubrità e sicurezza. Sono gli effetti della nuova ricetta elettronica veterinaria, che entrerà in vigore il prossimo 1° settembre.
Il nuovo sistema permetterà un controllo più efficace sull'utilizzo dei farmaci negli allevamenti, un tema sempre più al centro dei dibattiti sulla questione dell'antibiotico-resistenza.
La ricetta elettronica deriva dalla legge 167 del 20 novembre 2017, che obbligherà i veterinari a scrivere la ricetta in formato digitale per poi inviarla per via telematica alla banca dati del ministero della Salute.
Il sistema attuale è farriginoso e, soprattutto, non dà adeguate sicurezza nel controllo del reale utilizzo dei farmaci negli allevamenti.
Oggi il veterinario è tenuto a scrivere una ricetta in tre copie, più una, questa ultima da conservare nel suo archivio professionale. Una copia finiva nelle mani dell’allevatore, mentre le rimanenti servivano per gli archivi della Asl e della farmacia (ma di solito si tratta di un grossista di farmaci veterinari).
La ricetta elettronica oltre al nome del farmaco conterrà tutte le indicazioni relative all’azienda zootecnica e agli animali ai quali è destinato. Regole analoghe valgono per i farmaci somministrati per via alimentare (mangimi medicati) e per le scorte aziendali.
Il nuovo meccanismo renderà facile e immediato controllare il corretto impiego dei medicinali, la verifica puntuale della filiera del farmaco stesso, il rispetto dei tempi di sospensione, cioè del periodo previsto dalla legge tra l'ultima assunzione di un farmaco e la vendita del prodotto al consumatore.