(Nella foto il camion con i balloni di fieno partito da Modena e la delegazione di agricoltori modenesi accolti dagli allevatori di Ascoli)
È arrivato nelle prime ore del mattino del primo febbraio nell’azienda agricola di Carlo Ciucci, a Roccafluvione in provincia di Ascoli Piceno, il camion con 150 quintali di fieno partito il 31 gennaio da Modena per essere consegnato agli allevatori colpiti dal terremoto e garantire l’alimentazione degli animali. Ad accogliere la delegazione di agricoltori modenesi, il direttore di Coldiretti Ascoli, Alessandro Visotti, oltre agli allevatori locali.
All’operazione “Dona un ballone di fieno” – ricorda Coldiretti Modena - hanno partecipato numerose aziende agricole modenesi che hanno generosamente messo a disposizione il prodotto e lo hanno donato ai colleghi delle zone terremotate del Centro Italia che dal mese di agosto stanno soffrendo le terribili conseguenze di terremoto e neve.
“Per averlo vissuto direttamente qui a Modena – commenta Paolo Cavazzuti, allevatore e vicepresidente di Coldiretti Modena che ha coordinato l’iniziativa per la nostra provincia - sappiamo bene cosa significhi un terremoto con il suo strascico di sconforto, paura e incertezza. Per questo non potevamo che aderire con convinzione a questo progetto, nella speranza che possa portare aiuto concreto e speranza ai nostri colleghi agricoltori che stanno vivendo giorni di difficoltà".
Il ringraziamento - sottolinea Coldiretti Modena - va a tutte quelle aziende agricole (fra queste quelle di Paolo Cavazzuti, Benedetti Marco, Benedetti Emilio, Armando Ranieri, Giovanni Vaccari, Mario Bottura, Davide Setti) che fin dall’inizio hanno espresso il desiderio di rendersi utili e grazie alle quali è stato possibile aggiungere un tassello alla grande azione di solidarietà messa in campo fin dalla prime ore da Coldiretti.
Nelle aree del terremoto, ricorda Coldiretti Modena, ai danni materiali si somma una vera strage con ben più di mille animali morti, feriti e abortiti per l’effetto congiunto delle scosse, della neve e del gelo che hanno fatto crollare le stalle con la perdita di animali tra le macerie e provocato stress da freddo e paura con diffusi casi di aborto.
Tremila le stalle e le aziende agricole che si trovano nelle aree colpite dal sisma, continua Coldiretti, dove appena il 12% delle strutture di protezione degli animali sono state completate fino ad ora. Gli allevatori non sanno dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse. "Solo nelle Marche si contano seicento mucche e cinquemila pecore al freddo nelle neve senza ripari ma la situazione è molto difficile anche in Abruzzo dove sale il bilancio dei danni man mano che vengono superate le situazioni di isolamento delle aziende".