Gli ecoschemi, cui vengono destinate il 25% delle risorse dei pagamenti diretti a copertura dei maggiori impegni ambientali degli agricoltori e degli allevatori. La volontà di sostenere le imprese di piccole dimensioni con il 10% del budget del primo pilastro, così come l’imprenditoria giovanile, per cui gli Stati membri dovranno utilizzare almeno il 3% della propria dotazione combinata dei fondi destinati al primo e al secondo pilastro. Sono alcune delle principali novità contenute nella nuova Pac per il periodo 2023-2027 sulla cui bozza è da poco arrivato l’accordo politico del trilogo sancito poi dal Consiglio agricolo e sulla quale è atteso l’ok del Parlamento europeo a ottobre. In breve: tutela dell’ambiente, delle piccole realtà imprenditoriali, benessere animale e supporto ai giovani agricoltori.
Obiettivi che in massima parte coincidono con quelli della Rete Rurale Nazionale (RRN), istituita nel 2008 dal Mipaaf. Un network che riunisce imprenditori agricoli, tecnici, istituzioni e associazioni, per accompagnare e integrare tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali. La RRN fornisce un supporto per gestire i fondi europei, armonizzare gli strumenti dello sviluppo rurale per migliorare la qualità dell’attuazione dei Psr, favorire lo scambio di esperienze e conoscenze, diffondere i risultati, promuovere l’innovazione e le opportunità per i giovani. Ma anche contribuire alla tutela dell’ambiente e della biodiversità del territorio agricolo italiano e promuoverne la crescita economica e sociale.
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Giovani e formazione
Esperienze e conoscenze, innovazione e opportunità, per creare una concertazione tra i 21 Psr italiani che generi valore. In questi anni la Rete Rurale Nazionale ha intrecciato una rete viva e dinamica, generatrice di relazioni, intesa come aggregazione tra singoli, associazioni, istituzioni regionali, nazionali e sovranazionali ma anche come integrazione, scambio e partecipazione collettiva e inclusiva. Un modello che sostiene e promuove le buone pratiche agricole per farle diventare volano di crescita sostenibile. Al centro di tutte le attività ci sono i giovani, in quanto driver principali del cambiamento e protagonisti di un’agricoltura moderna, innovativa, competitiva, multifunzionale, rispettosa dell’ambiente. Non a caso gli under 41 sono destinatari di molte misure di sostegno agli investimenti in agricoltura.
Ad esempio, il progetto “Rural4school” ha coinvolto 18 Regioni, 33 istituti agrari, 80 classi e 1.600 studenti. “Rural4università” ha raggiunto 10 Regioni, 25 atenei, 25 aziende agricole biologiche e 914 studenti nella prima edizione, 11 Regioni, 17 università e oltre cinquanta aziende nella seconda. La RRN ha elaborato un modello di formazione delle giovani generazioni fatto di contenuti digitali ed esperienze sul campo, ma anche di storie imprenditoriali e ricerca in team per elaborare soluzioni innovative ai problemi degli agricoltori. Un lavoro che si incastra alla perfezione con i due progetti su cui l’Unione europea ha scommesso tutto per costruire il proprio futuro: il Next Generation Eu e l’European Green Deal.
Nella nuova Pac, tra l’alto, è previsto che gli Stati membri utilizzino un minimo del 3% della propria dotazione combinata dei fondi destinati a primo e secondo pilastro per supportare i giovani agricoltori. Tale supporto, potrà prendere la forma di sostegno complementare al reddito per un massimo di 5 anni, così come di aiuti al primo insediamento o agli investimenti. Viene inoltre data la possibilità agli Stati membri di finanziare l’acquisto di terreni agricoli per i giovani agricoltori fino al 100%, tramite strumenti finanziari.
Benessere animale
Il “benessere degli animali” è un tema inserito nell’articolo 13 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Trattato di Lisbona). Nella politica di sviluppo rurale il miglioramento del benessere animale è finanziato con la Misura 14 della programmazione 2014-2020. E anche la nuova Pac per il periodo 2023-2027, prevede lo stanziamento di risorse per migliorare le condizioni degli animali da allevamento. Infatti, tra le misure agro-ambientali del secondo pilastro almeno il 35% dei fondi per lo sviluppo rurale dovranno essere indirizzati a misure ad alto valore ambientale, tra cui l’agricoltura biologica, la silvicoltura, la difesa integrata dalle specie nocive, ma anche volte a migliorare il benessere animale.
Il decreto interministeriale "Misure in favore dell'autoimprenditorialità giovanile in agricoltura", introduce un contributo a fondo perduto fino al 35% dell'investimento e un mutuo a tasso zero fino a dieci anni per giovani imprenditori agricoli. Tra le spese finanziate ci sono anche quelle che portino a un miglioramento del rendimento e della sostenibilità globale dell'azienda agricola e al miglioramento dell'ambiente naturale, delle condizioni di igiene o del benessere degli animali.