Possedere un allevamento bovino di 150 capi e 82 vacche in lattazione e un caseificio in grado di trasformare ogni giorno l’intera produzione aziendale di latte in prodotti lattiero-caseari tipici è una soddisfazione non da poco, il risultato di una grande passione. Tuttavia, se la passione è un prerequisito fondamentale per un’impresa che vuole crescere, questa da sola non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi prefissati. Come sottolinea Cosimo Mansueto, titolare dell’azienda zootecnica Masseria Monacelle di Noci (Ba), c’è bisogno anche di dedizione, costanza e anni di duro lavoro. I risultati di oggi, infatti, sono il frutto di un’incessante attività iniziata quasi 30 anni fa.
Al suo fianco, la moglie Nada e le figlie Arianna e Rosita, insieme alle quali l’allevatore è stato capace di superare le difficoltà tecniche ed economiche e di far fronte agli inghippi burocratici.
«Nel 1988, quando ho preso l’azienda in affitto da mio padre, possedevo 7-8 vacche, frutto di incroci vari. All’epoca la genetica era un miraggio, ma spinto dalla sempre maggiore esigenza di una zootecnia moderna e con l’aiuto di qualche bravo veterinario, sono riuscito a trasformare l’azienda in una realtà al passo con i tempi. Prima ho acquistato alcune manze di Bruna, razza più adatta al pascolo, poi mi sono indirizzato verso la Frisona, non solo più produttiva ma anche più idonea alla permanenza in stalla. Nel 1993 ho acquistato l’azienda e nel 2000 ho realizzato la stalla a stabulazione libera con zona di riposo a 42 cuccette e la sala di mungitura tipo pettine 4+4. Infine, tre anni fa sono riuscito ad aumentare da 42 a 84 il numero delle cuccette».
Sin da ragazzo Mansueto si è appassionato alla trasformazione del latte e, una volta prese le redini dell’attività paterna, questa passione è diventata una necessità per aumentare il valore e il profitto dell’intera azienda.
«Nei primi tempi mi sono dovuto accontentare di un piccolo caseificio a uso familiare e ho continuato a vendere quasi tutto il latte a terzi. Con la mandria in forte crescita grazie alla fecondazione artificiale con seme di tori molto produttivi e una grossa disponibilità di latte, nel 2008 ho inaugurato finalmente un vero caseificio dotato di bollino Ce. La produzione aziendale di circa 26 quintali di latte al giorno viene trasformata principalmente in prodotti freschi come giuncata, primo sale, ricotta e, in piccola parte, in prodotti stagionati come caciocavallo e cacioricotta. È stata una scelta meditata e motivata: da un lato c’era il desiderio di differenziare l’offerta rispetto ai tanti caseifici che producono mozzarella e dall’altro l’esigenza di sfruttare la maggiore capacità di resa derivante dalla trasformazione del latte in questi prodotti. Infatti, se per 1 kg di giuncata o primo sale occorrono 6 litri di latte, per 1 kg di mozzarella ne sono necessari ben 8-9. Vendo latticini e formaggi in minima parte in azienda e per lo più a piazzisti che li collocano presso gastronomie e supermercati in Puglia e altrove».
La scelta di Mansueto ha profondamente influenzato la gestione della mandria. «Per produrre giuncata, primo sale e ricotta fresca occorre che il latte sia perfettamente bianco. Non mando le vacche al pascolo poiché l’erba fresca, ricca di carotene, conferisce al latte un colore crema-giallo paglierino che non viene apprezzato nel mio settore. Al pascolo mando invece le manze di sette/nove o più mesi, perché la quotidiana sgambatura contribuisce a migliorarne il benessere. Anche la scelta di utilizzare per gli erbai autunno-vernini un miscuglio di graminacee (avena e loietto) con una bassa percentuale di trifogli (incarnato e alessandrino) risponde alla necessità di fornire alle vacche un alimento dalle caratteristiche nutrizionali molto più costanti di quelle ottenibili da un miscuglio ricco di leguminose. Tutto, insomma, è finalizzato a ottenere latte di qualità omogenea».
Il miscuglio a larga prevalenza di graminacee si presta anche meglio all’alimentazione a volontà adottata da Mansueto. «Non utilizzo né il carro miscelatore né gli autoalimentatori: distribuisco manualmente il fieno mettendolo a piena disposizione delle vacche in lattazione che ne mangiano 10-11 kg/capo al giorno. Inoltre preferisco questo miscuglio perché le sue caratteristiche nutrizionali non si discostano di molto da quelle del fieno che acquisto da terzi, che rappresenta il 20% del fabbisogno della mia stalla. Un’alimentazione standard imprime salutare costanza alle fermentazioni ruminali, garantendo il benessere delle vacche. Al contrario, un’alimentazione soggetta a variazioni è causa di stress per l’animale con una conseguente incidenza negativa in termini di produzione».
Anche l’espressione delle potenzialità genetiche delle vacche viene garantita da una sana e completa alimentazione. Mansueto ne è consapevole e perciò gestisce questo aspetto con il supporto del nutrizionista zootecnico Purina di Cargill, Matteo Salcuni, del concessionario Purina di zona, Paolo Serio, e del responsabile commerciale di Purina, Angelo Sofia.
«La razione delle vacche - spiega Salcuni - comprende, oltre al fieno a volontà, 7 kg di una miscela di materie prime - farina di mais, farina di estrazione di soia, seme di cotone integrale e, in piccola quantità, farinaccio - e due prodotti Purina che facilitano la gestione dell’alimentazione: 5,6 kg di Milk Performer 170 e 2,4 kg di Corn Performer 270. Il primo, costituito da fibra digeribile e grassi, aiuta a garantire un buon tenore di grasso, poiché apporta elementi necessari per la crescita dei batteri cellulosolitici, i quali digeriscono il foraggio e producono l’acido acetico, precursore degli acidi grassi che formano il grasso del latte. Corn Performer 270 è invece un alimento che ottimizza il fabbisogno proteico della razione».
Obiettivo specifico dell’azienda, interviene Serio, «non è semplicemente la quantità di latte prodotto, ma soprattutto la qualità, in particolare in termini di caseina, per ottenere, alla trasformazione, una resa casearia più elevata. Corn Performer 270 favorisce l’aumento della massa casearia perché ottimizza la presenza di batteri a livello ruminale deputati alla produzione di proteina ruminale, il cui spettro aminoacidico è molto simile a quello della caseina».
Invece per l’alimentazione delle vacche in asciutta, Mansueto, oltre al fieno a volontà, distribuisce a ciascuna 3 kg di Easy Dry, «alimento - illustra Sofia - ricco di proteine, sali minerali e vitamine e utile sia per preparare la vacca al parto, ad esempio riformando il parenchima mammario, sia per far crescere il vitello, il quale negli ultimi due mesi di gestazione acquisisce il 70% del peso che avrà alla nascita».
L’articolo completo è pubblicato su Informatore Zootecnico n. 21/2015
L’edicola di Informatore Zootecnico