Tonnellate di latte sono state gettate per l’impossibilità di consegnarlo causa maltempo. Ma con il gelo sono in tilt le consegne alimentari anche di altri prodotti deperibili come frutta e verdura a causa delle difficoltà di circolazione nelle aree più colpite dalla neve e dall’abbassamento delle temperature. E’ quanto emerge all’apertura settimanale dei mercati da un primo monitoraggio della Coldiretti.
L'organizzazione professionale chiede l’avvio delle verifiche per dichiarare le condizioni di calamità naturale per l’agricoltura nelle regioni più colpite, dove migliaia di ettari di verdure pronte per la raccolta bruciate dal gelo, serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, animali morti, dispersi e senz’acqua perché sono gelate le condutture, ma anche aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure.
Il maltempo che ha colpito pesantemente le campagne delle regioni del centro sud (nella foto una situazione ripresa in Baslicata) dove si contano già decine milioni di euro di danni diretti per le perdite dei prodotti ma anche per i danni alle strutture con il crollo delle serre sotto il peso delle neve e l’aumento esponenziale dei costi per il riscaldamento. Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio sono migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine. Na gravi danni, sottolinea la Coldiretti, si sono verificati anche sugli agrumeti, così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve.
Drammatica è la situazione nelle zone terremotate, dove con l’arrivo della neve e del freddo occorre assolutamente accelerare le procedure per garantire l’arrivo dei moduli abitativi e delle stalle a tutte le aziende e agli allevamenti danneggiati. La neve, conclude la Coldiretti, "va infatti ad aggravare la situazione degli animali, che hanno bisogno di ricoveri con le stalle distrutte o inagibili. Serve anche garantire in tempi brevi una sistemazione".
Consegnato solo il 15 % delle stalle, allarme burocrazia
Stop alla burocrazia per recuperare i ritardi nella consegna delle stalle mobili e salvare gli animali che si ammalano e muoiono per il freddo, con le temperature scese ampiamente sotto lo zero. E’ l’allarme lanciato dagli agricoltori e dagli allevatori terremotati della Coldiretti nel denunciare il complesso iter burocratico e i ritardi accumulati che stanno mettendo a rischio la vita di migliaia di animali rimasti per il sisma senza adeguata protezione.
Si stima che appena il 15% delle strutture di protezione degli animali siano state realizzate ormai da troppi mesi dalle drammatiche scosse e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti a stare fuori al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti. “Con le temperature crollate fino a -10 non ci sono carte che tengano e serve ora uno sforzo comune per superare le difficoltà sinora incontrate e alleggerire il percorso per l’arrivo delle strutture, risolvendo al contempo i problemi nell'allaccio dell'energia elettrica e dell'acqua, senza le quali le stalle montate non possono ospitare adeguatamente gli animali”, denuncia la Coldiretti che chiede subito un immediato cambio di passo per alleviare le difficoltà nelle aziende dove occorre anche garantire subito una sistemazione a quegli agricoltori e allevatori che hanno avuto le case crollate o lesionate.
In questo contesto, anche se tardivamente, una risposta – conclude la Coldiretti - viene dall’ordinanza che autorizza finalmente gli allevatori a comprare direttamente tutto ciò che serve per garantire la continuità produttiva delle proprie aziende a fronte di un rimborso pubblico previsto fino al 100% delle spese sostenute.