Stati Generali zootecnia: sostenibilità e benessere animale avanti tutta

L'evento clou delle Fiere Zootecniche di Cremona ha fatto il punto sulle nuove sfide in un contesto difficile anche a causa della pandemia

Si fa strada il concetto di un futuro sempre più legato allla programmazione della produzione e la nuova proposta di un'Ocm zootecnia.

La valorizzazione delle filiere zootecniche non può prescindere, oggi, dal soddisfare la richiesta di sostenibilità e benessere animale, assieme a quella di un'attenta programmazione della produzione in un contesto caratterizzato da volatilità dei prezzi e difficoltà legate alla pandemia. Questo il messaggio emerso ieri dagli "Stati Generali della zootecnia. Nuovi obiettivi per la produzione primaria di qualità", evento on line dell’edizione digitale delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona organizzate da Cremonafiere.

Bellanova: «Partite importanti da giocare, da Piano nazionale di ripresa e resilienza e Pac post 2020»

In tema di sostenibilità la ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ha precisato che occorrerà «definire un quadro di regole comuni, perché i nuovi impegni non si traducano in un aumento degli oneri a carico degli allevatori, ma in opportunità di crescita per il settore».

Teresa Bellanova, ministra per le Politiche agricole

«Nel settore zootecnico, più di ogni altro settore - ha aggiunto - è necessario coniugare sostenibilità economica, ambientale e sociale ha aggiunto Bellanova. "Farm to Fork" ci dice che dobbiamo ridurre le emissioni e gli antibiotici del 50%. Questo risultato può essere raggiunto solo migliorando l'organizzazione dei servizi di assistenza tecnica ed integrando le informazioni disponibili nelle banche dati sanitarie e zootecniche. E' con questo obiettivo che stiamo lavorando ad uno standard unico sul benessere animale, in linea con il dibattito in corso a livello Ue, fortemente voluto dalla Presidenza tedesca, che vuole impegnare la Commissione nella redazione di una proposta di regolamento per istituire un sistema di etichettatura unitario a livello Ue sul benessere degli animali».

«La zootecnia non si ferma - ha aggiunto Bellanova -  e su questo tema centrale mi voglio soffermare perché si lega a una scelta importante che caratterizza la Legge di Bilancio, ora all’attenzione delle Camere e in cui investiamo 150 milioni di euro, e la nostra strategia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nei prossimi mesi dovremo decidere come utilizzare i fondi della Pac post 2020: tra risorse comunitarie e cofinanziamento nazionale una partita da circa 50 miliardi di euro, a cui si aggiunge il Next Generation EU, con una dotazione di oltre 200 miliardi di euro da programmare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza che nei prossimi giorni entrerà nel vivo del dibattito».

Da Cremona la ministra ha annunciato a breve la convocazione di un tavolo al ministero dedicato al Piano Strategico in vista della Pac post 2020, e di quello sulla filiera lattiero casearia.

 Giansanti, Confagricoltura: «Va superato il problema dei Dazi Usa»

«l’Italia ha un’agricoltura solida - ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura- e lo si è capito in questa crisi legata alla pandemia. Quando ci è stato chiesto di produrre lo abbiamo fatto con coraggio senza mai fermarci e lamentarci anche in mezzo a tante difficoltà».

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura

«Dovremo però sottolineare, passato il periodo pandemico, che l'Italia dell’agroalimentare - ha aggiunto - deve crescere in produzione e competitività. Noi come allevatori dobbiamo essere messi nele condizini diparticpare, al mercato globale. Vanno superate le politiche dei dazi dell’amministrazione Trump che l’Europa non ha avuto il coraggio di contrastare con l'imposizione di altrettanti dazi all'amministrazione Usa. Dobbiamo sperare che la nuova amministrazione americana cheida questo capitolo per poter tornare a regole di mercato che ci consentano di poter produrre senza sperequazioni».

Giansanti ha anche sottolineato l’esigenza di contrastare la diffusione del cibo sintetico e vegetale che utilizza impropriamente termini come bistecche, cotolette, polpette e latte che richiamano la zootecnia. Contestualmente va condotta la battaglia per l’etichettatura nutrizionale, di opposizione al Nutriscore francese, che fa disinformazione verso i consumatori.

Sul benessere animale bisogna inoltre «far capire - ha aggiunto Giansanti - che non passa solo attraverso le attività di pascolo».

Guarneri, Alleanza delle Cooperative: «Comunicare e programmare per sostenere il valore del made in Italy» 

«La produzione nazionale è cresciuta quest’anno del 4% - ha sottolineato Giovanni Guarneri, vice-coordinatore del  settore lattiero caseario di Alleanza delle Cooperative – e questo è un segno di vitalità del settore anche se il 2020 non sarà senza conseguenze legate al coronavirus anche con questa seconda ondata».

Giovanni Guarneri. coordinatore settore lattiero caseario di Alleanza delle Cooperative

Dei due litri di latte che si producono nelle stalle italiane – ha poi ricordato Guarneri - uno va all’estero e uno resta in Italia. Gli 80 milioni di quintali di latte che si importano dall’estero per soddisfare la domanda nazionale valgono mediamente 3 euro al chilo in termini di resa in formaggio. Quello che invece esportiamo come formaggi vale dai 6 agli 8 euro. Significa quindi che il nostro sistema lattiero-caseario produce valore ed è competitivo.

«Il passo successivo – ha aggiunto - è che per sostenere questo valore occorre comunicare e programmare. La comunicazione deve essere di promozione e informazione sulle nostre Dop ma anche trasversale. Infatti come Alleanza delle cooperative proseguiremo con un nuovo progetto di comunicazione finanziato dall’Ue. La programmazione rappresenta il futuro ed è legata all’equilibrio che riusciremo a mantenere tra domanda e offerta. Dobbiamo trovare nuove destinazioni per il latte e il siero in una logica di  massima redditività possibile. Il valore va però distribuito in modo equo e in questo la cooperazione dimostra di essere in grado di distribuirlo all’interno della filiera in modo efficiente arrivando a generare il 10-15% in più di valore rispetto a quello del mercato».

Scanavino, Cia: «La sfida green si gioca sul piano del progresso tecnologico e scientifico»

Sul tema della sostenibilità si è soffermato Dino Scanavino, presidente della Cia: «LA sfida green dobbiamo giocarla da protagonisti imponendo un concetto: siamo disponibili a migliorare la qualità degli allevamenti utilizzando le innovazioni tecnologiche e scientifiche, ma non con una visione dell’agricoltura che deve tornare indietro per inquinare meno».

Dino Scanavino presidente Cia

Per quanto riguarda la filiera della carne bovina Scanavino ha rilanciato l’idea di risolvere un annoso problema, quello dei capi da ristallo che il nostro Paese non è in grado di produrre. Una soluzione potrebbe essere quella di concentrare a questo scopo gli investimenti nel centro e sud Italia evitando così le importazioni di vitelloni da ingrasso dalla Francia.

Verrascina, Copagri: «No a una riduzione della produzione tout court ma aperti a politiche di programmazione»

Franco Verrascina, presidente di Copagri, è tornato in particolare sulla questione del pfezzo del latte e della riduzione della produzione: riteniamo irricevibili le proposte di ridurre le produzioni ma siamo aperti a politiche di programmazione della filiera con tempi necessari e misure che affrontino le emergenze e con ammortizzatori sociali.

Dobbianìmo tener presente - ha aggiunto - che gli allevatori vivono costantemente sotto la minaccia incombente di un crollo dei prezzi del latte, che avrebbe ripercussioni gravissime, anche in relazione al continuo crescere dei costi di produzioni e all’aumento dei prezzi delle principali derrate agricole; in tale contesto si registra una sostanziale stabilità dei consumi, che non giustifica in alcun modo la situazione del mercato del latte né la richiesta di tagli a livello produttivo».

Rolfi, assessore Lombardia: «Un'Ocm  per una zootecnia sostenibile»

Una scelta innovativa della Regione Lombardia riguarda la sostenibilità: «Stiamo costruendo - ha sottolineato Fabio Rolfi, assessore all'agricoltura della Lombardia - i due anni di accompagnamento verso la nuova programmazione e vogliamo essere innovativi sul tema ambientale puntando sull'innovazione nel nuovo Psr».

Fabio Rolfi, assessore agricoltura di Regione Lombardia

Abbiamo già raggiunto - ha proseguito Rolfi - importanti risultati in termini di gestione degli effluenti, benessere animale,  agricoltura conservativa, riduzione degli agrofarmaci e vogliamo continuare su questa strada: per questo abbiamo intenzione di inserire una nuova misura ambientale dedicata agli investimenti non produttivi a valenza ambientale. Si tratta di un scelta molto innovativa che consenitrebbe di destinare delle  risorse a un'Ocm zootecnia».

Rama, Università Cattolica di Piacenza: zootecnia «non malata ma esposta alla globalizzazione»

«I principali comparti della zootecnia non sono strutturalmente malati, anche se quello strutturalmente più in difficoltà – ha sottolineato Daniele Rama dell’Università Cattolica di Piacenza –  è il bovino da carne, ma sono estremamente esposti alla variabilità della globalizzazione.  Oggi occorre convivere con l’incertezza che deriva dalla volatilità dei prezzi»

Latte, necessario il governo della produzione

 «A partire dal 2007, in base ai dati dell’Osservatorio dei prodotti zootecnici dell’Università Cattolica di Cremona, il prezzo del latte alla stalla ha mostrato –  ha spiegato Rama – una grande volatilità registrata che ha impedito agli allevatori di pianificare gli investimenti, un fattore limitante in un sistema produttivo sempre più industrializzato. Per affrontare questa volatilità stiamo lavorando con le associazioni del territorio a un progetto di fondi mutualistici».

Quest’anno in Italia si è osservata in particolare una riduzione dei prezzi rispetto al 2019 con una ripresa negli ultimi mesi trainata in particolare dai formaggi “duri”, come Parmigiano Reggiano e Grana Padano in testa. «La crescita della produzione di latte – ha avvertito Rama - è da tenere sott’occhio con «una certa preoccupazione. Quest’anno e consegne di latte alle latterie sono aumentate e il divario rispetto al 2020 si è accentuato in estate, ma – ha avvertito Rama – occorre sempre governare la produzione, altrimenti si rischia che il mercato delle Dop non riesca ad assorbire quantità eccessive».

Carne bovina, prezzi e domanda in flessione

Peggiore la situazione per il comparto dei bovini da carne. A livello europeo, come ha fatto notare sempre Rama,  si sta producendo meno carne bovina e si sta riducendo anche il flusso degli scambi internazionali. A livello di Ue il prezzo medio della carcassa bovina ad ottobre 2020 è sceso del 5,6% rispetto a quello dello stesso mese del 2019.

«In Italia - ha sottolineato Rama - la carcassa bovina è stata pagata il 2,4% in meno rispetto a quella dell’anno scorso in un quadro di forte riduzione della domanda.  Nel primo semestre dell’anno nel nostro Paese le macellazioni sono infatti calate di oltre il 13% rispetto al 2019 (su un dato che era già in flessione del 3,6% rispetto a quello dell’anno precedente) e sono scese anche le importazioni.

In Italia, nei primi sei mesi dell’anno, si è osservato un crollo del 40% del settore horeca non compensato dai consumi domestici aumentati solo del 4,5% e anche nel 2019 si era registrato tra l’altro di nuovo un calo della domanda di carne bovina.

Crollo del 18% delle macellazioni di carne suina in Italia nel primo semestre 2020

Per quanto riguarda il settore suinicolo in Europa, sempre nel primo semestre del 2020, si è registrare una flessione dell’1% delle macellazioni, che nel nostro Paese è arrivata  addirittura al 18%. «Si è registrato anche – ha precisato sempre Rama -  un forte calo delle esportazioni rispetto al 2019, quando la Peste suina africana in Cina aveva fatto rimbalzare la domanda del Paese asiatico. Quindi, il dato di quest’anno è da interpretare come un ritorno alla normalità».

«I prezzi di conseguenza - ha aggiunto - sono in flessione in tutta l’Europa anche confrontati con il 2019. Nel nostro Paese si è verificato una decisa caduta di prezzo e nonostante un certo recupero in estate, siamo molto al di sotto delle quotazioni registrate lo scorso anno».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stati Generali zootecnia: sostenibilità e benessere animale avanti tutta - Ultima modifica: 2020-12-06T20:27:34+01:00 da Francesca Baccino

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