È ufficiale: l'obbligo di passare alla ricetta elettronica scatterà dal primo dicembre anziché dal primo settembre. Uno spostamento di tre mesi, deciso dal Governo e inserito nel decreto legge numero 91 del 25 luglio 2018, non a caso definito "Milleproroghe".
Nelle scorse settimane sono state molte le voci che, approssimandosi ormai la scadenza di settembre, si erano levate per segnalare i problemi che ancora sussistevano a vari livelli in merito all'applicazione della ricetta elettronica. A cominciare dall'Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) che in una nota spiega come il differimento dei termini sia la conseguenza di "oggettive complessità del sistema di informatizzazione, del resto emerse fin dalle prime fasi di sperimentazione". Tra l'altro, non si tratta della prima proroga: inizialmente l'obbligo della ricetta elettronica era previsto per il primo gennaio di quest'anno, termine poi spostato al primo settembre e ora al primo dicembre; segno evidente della difficoltà e implementare questo sistema.
La questione ha inizio con la legge 167 del 20 novembre 2017 che, tra le altre cose, prescrive appunto l'abbandono della ricetta veterinaria in forma cartacea e il passaggio alla modalità online. Lo scopo è molteplice. Innanzitutto si dovrebbero realizzare risparmi di spesa pubblica, ma soprattutto si dovrebbe arrivare a un maggior controllo dei farmaci veterinari utilizzati nel nostro Paese. Con la formulazione elettronica della ricetta si otterrà infatti una totale tracciabilità delle prescrizioni veterinarie; un principio che varrà anche per i mangimi medicati. In questo modo sarà possibile tenere sotto controllo le quantità di farmaci veterinari utilizzati negli allevamenti italiani e, in seconda battuta, la correttezza del loro utilizzo.
Questo nuovo sistema avrà una ricaduta importante anche nella lotta all'antibiotico resistenza e al problema dei residui medicinali. La prescrizione online comporterà infatti l'immediata archiviazione dei dati di qualità, quantità e utilizzo del farmaco prescritto in una banca dati del ministero della Salute. Si tratta dunque della digitalizzazione di informazioni preziose che serviranno a monitorare l'uso e il consumo dei farmaci, un fattore importante di sostenibilità.