Lombardia: al via il programma d’azione sui nitrati 2020-2023

Via libera in Lombardia al Programma d'azione nitrati 2020-2023.L'Ue ha accolto anche gli adeguamenti regionali per uscire dalla procedura d'infrazione

Regione Lombardia ha dato il via libera al nuovo Programma d'azione sui nitrati valido per il 2020-2023 e ha ricevuto riscontro positivo a livello regionale rispetto alle richeiste di adeguamento di Bruxelles nella procedura d'infrazione avviata nei confronti dell'Italia per il mancato rispetto della direttiva Ue sui nitrati

Scatta il verde in Lombardia per il Programma d'azione sui nitrati valido per il periodo 2020-2023. La Regione ha dato il via libera al documento che detta le nuove regole per contrastare l'inquinamento da nitrati di orgine agricola, come prevedono i vincoli stabiliti dalla direttiva Ue n. 676 del 1991.

Sono state introdotte, come ha sottolineato l'assessore all'Agricoltura, Fabio Rolfi, alcune novità sostanziali per migliorare lo stato delle acque superficiali e profonde e a ottimizzare l’uso degli effluenti in un’ottica di economia circolare.

«Meno burocrazia, più sostenibilità ambientale e razionalizzazione delle risorse: sono questi i punti saldi di un documento molto atteso dalle imprese agricole – ha spiegato Rolfi – ubicate nelle cosiddette zone vulnerabili».

Le novità del nuovo programma d'azione sui nitrati

Il nuovo documento introduce novità importanti rispetto al precedente:
– modifica della modalità di gestione dei 90 giorni di divieto invernale di spandimento ampliando a 58 (dagli attuali 28) i giorni di divieto gestiti con il Bollettino nitrati di Regione Lombardia/Ersaf. La gestione dei divieti tramite bollettino tiene in considerazione anche delle problematiche inerenti alla qualità dell’aria, al fine di integrare le misure di contenimento delle polveri sottili nelle aree a maggior rischio, stabilendo la possibilità di distribuire effluenti con interramento immediato anche nelle giornate in cui scattano le misure straordinarie per il contenimento delle polveri sottili;
– conteggio dell’apporto di azoto al campo dei fertilizzanti consentiti/autorizzati entro i limiti del bilancio rispetto al fabbisogno colturale;
– definizione della figura dell’intermediario tra ‘cedente’ e ‘acquirente’ di effluenti di allevamento.

Confagricoltura Lombardia: «Bene, ma non accolte tutte le richieste»

«Abbiamo apprezzato – ha commentato Umberto Bertolasi, direttore dell’organizzazione regionale – la modifica della modalità di gestione dei 90 giorni di divieto invernale di spandiment. Si trattava di una richiesta specifica di Confagricoltura che è stata accolta. Positiva anche la semplificazione del registro delle fertilizzazioni da compilare a cura dell’impresa. Su altri aspetti, tuttavia, prosegue Bertolasi -, servirebbero ancora scelte più incisive per ridurre l’eccessiva burocrazia».

Sono stati ampliati da 10 a 60 giorni i tempi per l’aggiornamento della comunicazione. “Una profonda sburocratizzazione – afferma Bertolasi – avrebbe dovuto intervenire sull’eliminazione totale della tempistica per l’aggiornamento della comunicazione in caso di nuovi contratti tra aziende; inoltre non andrebbe presentata obbligatoriamente la comunicazione preventiva.

Non è stata accolto, come ha rimarcato ancora l'organizzazione agricola lombarda,  il divieto assoluto di spandimento nelle aree in fascia A del Piano di Bacino del Po in quanto in molte situazioni si tratta di aree da molti anni non coinvolte dalle piene.

Potrebbero inoltre derivare difficoltà  per le imprese agricole dalla riduzione dei tempi per l’interramento dei reflui dalle precedenti 24 ore alle attuali 12, così come l’obbligo di dotazione di Gps per trasporti a distanze superiori dei 40 km. Ci auguriamo che queste richieste possano essere prese in esame successivamente.

Procedura d'infrazione Ue

Nel frattempo Regione Lombardia ha anche ricevuto un riscontro positivo da parte della Commissione europea rispetto alle misure di adeguamento adottate per uscire dalla procedura di infrazione europea avviata nei confronti dell'Italia per il mancato rispetto della direttiva Ue sui nitrati.

La Commissione europea aveva inviato una lettera di messa in mora del nostro Paese, primo step dell'apertura della procedura d'infrazione, il 9 novembre 2018, e tutte le regioni chiamate in causa, molte anche del Centro e Sud-Italia con responsabilità minori delle regioni Padane, si sarebbero dovute adeguare alle richieste di Bruxelles leggi qui.

La Lombardia, com'è noto, è non solo la regione più zootecnica d'Italia, ma anche quella con la mappa di aree vulnerabili più estesa a livello nazionale. In queste aree sensibli, come stabilito da Bruxelles, non  possono essere superati i 170 chili di azoto per ettaro l'anno nella distribuzione degli effluenti di allevamento nei campi.

Fabio Rolfi, assessore all'Agricoltura di Regione Lombardia

La  prossima sfida è quella di chedere di aggiornare la direttiva nitrati: «Abbiamo chiesto all’Unione europea – ha sottolineato il responsabile regionale dell’Agricoltura – che il limite allo spandimento venga innalzato oltre l’attuale limite di 250 kg/ha l'anno concesso fino a oggi per le aziende in deroga. Per utilizzare in modo ancora più efficiente e sostenibile la materia organica delle stalle come concime. Alzare il quantitativo significa rifornire più correttamente il terreno, agevolando le aziende allo smaltimento del letame, riducendo l’urea e i fanghi con maggiori benefici ambientali».

 

Lombardia: al via il programma d’azione sui nitrati 2020-2023 - Ultima modifica: 2020-03-13T15:17:18+01:00 da Francesca Baccino

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