Allevamenti veneti strozzati dai costi di produzione, soprattutto energetici

Sia gli allevamenti da latte che quelli da carne, come ha fatto sapere l’Arav, devono affrontare contini aumenti dei costi di produzione

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Secondo il presidente De Franceschi il prezzo del latte è troppo basso rispetto agli incrementi dei costi produttivi. Per 100 bovini da latte si pagano oltre 100mila euro in più. Anche per produrre suini e bovini da carne gli incrementi sono a doppia cifra.

Allevamenti veneti in difficoltà per l’impennata dei costi di produzione, soprattutto quelli dell’energia. Agli aumenti delle spese per l’acquisto delle materie prime alimentari si unisce la stangata della bolletta energetica: da luglio 2021 a luglio 2022 il costo medio unitario è passato da 0,2085 a 0,6104 euro/kwh.

Floriano De Franceschi, presidente di Arav, Associazione regionale allevatori del Veneto

Lo segnala il presidente di Arav (Associazione regionale allevatori del Veneto), Floriano De Franceschi: «Sono stati dodici mesi impressionanti nel corso dei quali la parte del leone, senza dubbio, l’ha fatta il conflitto Russia – Ucraina, non ancora volto al termine, e che sta mietendo vittime, impoverendo il territorio e, non di meno, stravolgendo gli equilibri economici mondiali. Non si parla di profitto, di finanza, ma di avere la certezza che milioni di persone al mondo avranno ancora cibo per sfamarsi».

Il prezzo del latte alla stalla non compensa gli aumenti produttivi

Da quasi un anno il costo delle materie prime agricole continua a subire sensibili aumenti, che si ripercuotono sul prezzo finale del prodotto, non interessando, però, un analogo livellamento dei prezzi pagati ai produttori.

«Produttori e consumatori sono senza dubbio gli anelli deboli della catena – prosegue De Franceschi – che è dominata dal potere di chi ha in mano la finanza, con in testa la Grande distribuzione organizzata. Il prezzo del latte, pur con gli aumenti concordati, rispetto all’aumento dei costi di produzione, è sempre più basso. E noi produttori siamo letteralmente presi per il collo, costretti ad accettare un pagamento inadeguato a generare un profitto, che non è ricchezza, ma liquidità da reinvestire nella nostra impresa per produrre del latte sempre migliore, per un consumatore ogni giorno più attento ed esigente rispetto alla salute e al proprio benessere».

Oltre 100mila euro di aumento in una stalla da 100 bovini da latte

Da una recente analisi di Arav, emerge come nell’ultimo anno per una stalla di cento bovini da latte, con gli ultimi aggiornamenti, il maggior costo supera i 100 mila euro. L’effettivo aumento, infatti, ad oggi è di 0,091 euro per ogni litro di latte prodotto. Una somma che, calcolata sulla base di una mandria da 100 capi, si traduce in una perdita mensile di 9.100 euro, quindi quasi 110 mila euro annui.

«È impossibile reggere di fronte a questi numeri – aggiunge il presidente De Franceschi – ed il quadro che si profila è decisamente triste: le Istituzioni, se sono vere le loro considerazioni sul valore del grande peso economico e sociale del lavoro che ogni giorno realizziamo,  ora devono assolutamente intervenire, così come è giunto il momento che lo faccia l’indotto che ruota attorno alle produzioni lattiero casearie di alta qualità, con le eccellenze venete che ci vengono ovunque copiate ed invidiate, per non parlare del turismo».

In difficoltà anche gli allevamenti da carne

Non va affatto meglio, come fa sapere l’Arav, sul fronte della carne. Per i suini, infatti, l’Arav  registra un aumento del 27% del costo di produzione di un kg di carne. E per i bovini l’incremento, sempre a doppia cifra, raggiunge il 33%, con gli attuali prezzi di realizzo pari a quelli del 1989.

 

Allevamenti veneti strozzati dai costi di produzione, soprattutto energetici - Ultima modifica: 2022-08-23T17:47:07+02:00 da Francesca Baccino

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