Quotazioni Bmti, in rialzo in latte spot, stabile il burro. Nuovi rincari per i duri Dop

All’insegna del rialzo la prima quotazione dell’anno per il latte spot presso la piazza di Milano nella settimana che va dal 13 al 17 gennaio 2025. In particolare, secondo le rilevazioni dalle Camere di Commercio e Borse Merci ed elaborati dalla Bmti (Borsa merci telematica italiana), i prezzi aprono sui 580 €/t, in aumento di 5 €/t rispetto alla quotazione del 30 dicembre. Si arresta così la fase di calo che aveva preso piede a dicembre. Tendenza ancora negativa, invece, per il latte spot quotato a Verona, che perde 40 €/t scendendo sotto i 600 €/t.

È però importante considerare che l’ultima quotazione del 2024 per questa piazza risale al 16 dicembre, un lasso di tempo più ampio rispetto a quello registrato per Milano. Stessa considerazione per il latte biologico, quotato 677,50 €/t presso la piazza lombarda e 735 €/t presso quella veneta. In salita i prezzi del latte di importazione (piazza di Milano), sia il prodotto francese che quello tedesco, con il differenziale che registra 20 €/t contro i precedenti 35 €/t.

Burro/crema di latte

Prevale la stabilità per il comparto del burro presso la piazza di Milano.  Nel dettaglio, i prezzi all’ingrosso del burro pastorizzato restano agganciati ai 5,43 €/kg. Sebbene in attenuazione, si conferma ampio il rincaro annuo, pari al + 47%. Assenza di variazioni anche per lo zangolato e la crema di latte, quotati rispettivamente 5,23 €/kg e 3,52 €/kg. Resta invariato il burro pastorizzato quotato presso Mantova.

A livello continentale, sostanziale stabilità per il burro quotato a Kempten (Germania) che si mantiene sui 7,4 €/kg. Cenni di rialzo per il Verse Boter olandese salito a 7,30 €/kg.

Grana Padano

Parte con il segno “più” il primo listino 2025 del Grana Padano quotato presso la piazza di Milano. In particolare, lo stagionato 9 mesi esordisce sui 10,63 €/kg, un nuovo valore record per la piazza, in aumento di dieci centesimi rispetto alla quotazione del 30 dicembre. Gli incrementi continuano ad essere sostenuti dal buon andamento delle vendite presso i mercati esteri.

Su base annua, il rincaro registra un +19%. Si osservano rialzi anche per Verona, Mantova e Cremona. Di scarsa entità le variazioni per i formaggi monitorati dalla Commissione Europea che confermano i prezzi della settimana precedente.

Parmigiano Reggiano

Andamento differenziato a seconda della stagionatura per il Parmigiano Reggiano presso la piazza di Parma.  Nello specifico, lo stagionato 12 mesi conferma i 12,38 €/kg della settimana precedente. Al contrario, lo stagionato 24 mesi spunta un rincaro di 5 centesimi salendo a 14,38 €/kg. Il rincaro anno risulta prossimo al +25%. Si osservano aumenti per le altre piazze dove gli aumenti interessano, nel complesso, tutte le stagionature.

Pecorino Romano

Nessuna novità dal comparto del Pecorino Romano in apertura del nuovo anno. In particolare, presso la piazza di Milano, i prezzi all’ingrosso dello stagionato 5 mesi non si muovono dai 12,03 €/kg, quotazione in corso dagli inizi di settembre 2024. Il calo annuo resta al -2,4%. Stessa dinamica per il prodotto con 8 mesi di stagionatura che si mantiene sui 12,25 €/kg.

Bovini da macello

Seconda settimana di rincari per il comparto dei bovini. Tra i principali capi, i listini dei vitelloni Charolaise quotati presso la piazza di Mantova raggiugono i 3,95 €/kg, in aumento di 5 centesimi rispetto alla settimana precedente. Incremento lievemente più marcato per la piazza di Mantova con prezzi che superano i 4,10 €/kg.

Crescono le quotazioni anche per la razza Limousine e gli incroci nazionali. Il segno “più” interessa anche i bovini da ristallo che, dopo circa un mese senza variazioni, spuntano un rincaro di 10 centesimi portandosi sui 4,305 €/kg. Si confermano tutte positive le variazioni su base annua, con il picco del +21% per i bovini da ristallo.  In aumento i listini dei vitelli a carne bianca, quotati 6,67 €/kg presso la piazza mantovana e 7,1 €/kg presso quella emiliana.

Suini

Continuano i ribassi per il comparto dei suini, sebbene in misura più lieve rispetto alla scorsa seduta. In particolare, il prezzo della categoria 160-176 kg quotata alla CUN di settore cede 2,7 centesimi scendendo sotto la soglia dei 2 €/kg. Si accentua leggermente la flessione annua, pari ora al -6%. Marginalmente inferiore il decremento settimanale registrato nel circuito non DOP, con il prezzo della categoria 160-176 kg sceso a 1,761 €/kg.

I ribassi dei suini si sono riversati sui tagli di carne suina fresca da macelleria portando a consistenti cali. In particolare, il lombo Padova e il lombo Bologna cedono 70 centesimi scendendo rispettivamente a 4 €/kg e 3,9 €/kg. In calo anche il busto con coppa che si attesta a 4 €/kg. In controtendenza, la coppa fresca con osso che mantiene il prezzo invariato a 4,2 €/kg.

Tra gli altri tagli si segnala l’ulteriore flessione delle cosce suine DOP che ripiegano sui 6,14 €/kg (taglio pesante). Segno “meno” anche per la spalla fresca disossata, quotata 4,25 €/kg.