Perché è opportuno pensare a un polverizzatore del latte

Tiziano Fusar Poli
Tiziano Fusar Poli
“A cambiamenti strutturali è necessario rispondere con cambiamenti strutturali”. Dall’editoriale di Tiziano Fusar Poli, presidente di Latteria Soresina, pubblicato sul numero 2.2021 dell’Informatore Zootecnico

“Nulla è più permanente del cambiamento”. E’ un’affermazione quasi inquietante ma perfettamente corrispondente alla realtà. Ogni attimo passato è diverso da quello che verrà, ed ogni anche piccola diversità, genera un impercettibile cambiamento dell’insieme; tanti piccoli cambiamenti generano grandi cambiamenti : è il flusso incessante della vita nella sua evoluzione, che riguarda le singole persone, la società civile, i mercati, le imprese, gli esseri viventi tutti, e la terra, il pianeta che ci ospita.
I cambiamenti possono essere strutturali,  spinti in modo inarrestabile dal tempo che passa, dalla scienza e dalle nuove tecnologie, che hanno prodotto una potente interconnessione delle società civili e dei mercati del mondo, ed una grande velocità nelle attività e nei processi. Gli effetti generati dai cambiamenti strutturali, sono normalmente irreversibili.

Esistono poi situazioni straordinarie che possono incidere anche pesantemente sulla situazione, ma che, proprio perché straordinarie (come pandemie; decisioni politiche; guerre, anche commerciali; crisi finanziarie; catastrofi ambientali; ecc.), per definizione hanno un termine. In questo caso normalmente generano effetti in parte reversibili e in parte permanenti. Il caso Covid è purtroppo emblematico.
Una differenza sostanziale rispetto a ciò che avveniva in passato, è che le nuove tecnologie hanno aumentato enormemente la velocità del cambiamento.
Mi pare del tutto evidente, se tutte le premesse sono corrette, che a cambiamenti strutturali, per essere efficaci e per mantenere come minimo le posizioni acquisite (ma l’obiettivo deve essere sempre quello di fare meglio), si dovrebbe rispondere con cambiamenti strutturali. Questo si può concretizzare solo se sappiamo elaborare pensiero strategico e di conseguenza progetti orientati al medio-lungo termine, mantenendo naturalmente grande attenzione al contingente ed al presente, con l’obiettivo di tenere insieme in modo armonico il lavoro per il presente e quello per il futuro.
Ma è necessario fare un importante passo in più: a cambiamenti di situazioni strutturali e di mercato di un settore, sarebbe auspicabile e facilmente comprensibile come una reazione collettiva del settore, se ben congegnata, sarebbe sicuramente più efficace. A supporto della tesi scomodo la nota teoria darwiniana sulla evoluzione della specie.
Normalmente si è estrapolato, semplificando molto, il seguente concetto: “…della specie sopravvive, nella competizione, non il più forte, ma il più furbo, il più veloce a cambiare e ad adattarsi al nuovo…”. Ma una analisi più approfondita di questa teoria, invece, fa emergere in modo inequivocabile come in natura, fra gli esseri viventi, la spinta all’evoluzione positiva ed alla sopravvivenza deriva dalla capacità delle specie di stabilire fra loro rapporti di “mutuo soccorso”, di cooperazione, di simbiosi. Un esempio per tutti : la sinergia fra  vegetali ed umani : senza i vegetali, anello di congiunzione fra il sole e la terra, non ci sarebbe vita. Il mondo sta in equilibrio e vive proprio per questo, per il mutuo appoggio fra esseri viventi in una fantastica interconnessione mutualistica. Quando si dice che la natura è maestra di vita, si dice una grande verità!
Mutuo soccorso quindi, simbiosi, cooperazione, concetti che come cooperatore entusiasta mi rafforzano ancora di più nella convinzione che devono essere alla base del nostro agire. Ad ulteriore conforto, anche se non ce ne sarebbe bisogno, un antico adagio recita “ se hai poca strada da fare da solo vai più veloce, ma se vuoi andare lontano vai insieme agli altri..”.

Non sarebbe un salto nel buio

Poste queste premesse di tipo generale, analizzando il mercato lattiero-caseario nazionale è facile rilevare che sta vivendo cambiamenti strutturali: ci stiamo avvicinando velocemente all’ auto-sufficienza di latte liquido, fondamentalmente per due motivi : l’incremento delle produzioni di latte ed il calo dei consumi di latte alimentare. L’Italia importa ancora in ogni caso circa  5 milioni di quintali di latte equivalente, soprattutto sotto-forma di cagliate, in grado di generare però, evidentemente, scarsa valorizzazione.
La conseguenza di ciò sarà che in futuro il latte eccedente avrà valorizzazioni particolarmente depresse, influenzando così indirettamente in senso negativo, la valorizzazione generale di tutto il latte e dei suoi derivati. Per la prima volta, negli ultimi decenni, il latte libero tedesco ha avuto nel 2020 una valorizzazione quasi stabilmente superiore a quello italiano.
Questa evoluzione strutturale del mercato impone al settore lattiero caseario di interrogarsi su come rispondere con una strategia di medio-lungo termine.
Si stanno sviluppando fortunatamente riflessioni sul tema ed una delle possibili risposte che potrebbero essere messe in campo è quella della realizzazione di un polverizzatore. L’obiettivo di fondo sarebbe quello di inviare il latte eccedentario a questa destinazione; la trasformazione in polvere potrebbe fare un po’ da ammortizzatore sull’asse temporale, considerando la shelf life di tale prodotto ( questo è quasi irrilevante ), ma  soprattutto essere destinata ad utilizzi e mercati diversi, evitando così di appesantire il tradizionale mercato del latte nazionale.
Questo in prima istanza non produrrà valore aggiunto, forse anche rispetto alla vendita del latte spot, ma avrebbe l’effetto collaterale molto positivo di mantenere  valore a tutto il resto del latte e suoi derivati.
Tale attività di polverizzazione  rafforzerebbe  anche, ulteriormente, i piani produttivi dei grandi Consorzi di Tutela che tanto bene hanno fatto, non solo alle due Dop principali per l’ottima valorizzazione del latte dedicato, ma a tutto il settore, facendo da traino positivo al mercato, anche attraverso contratti di acquisto di latte alla stalla, fatti da primari acquirenti, con indicizzazioni che includono, ad esempio, la quotazione del Grana Padano. Inoltre alla polverizzazione del latte potrebbe aggiungersi quella del siero, sottoprodotto oggi per nulla valorizzato che invece potrebbe avere, per il contenuto di materia nobile, destinazioni più remunerative.
Ma soprattutto in prospettiva, si potrebbe pensare ad una ulteriore creazione di valore su questo latte eccedentario, puntando all’estrazione delle proteine ed ai ricchi mercati dell’ingredientistica, ambiti per noi nuovi, ma che da anni sono invece presidiati con soddisfazione da multinazionali e grandi cooperative del Nord Europa. Sono strade già percorse nei decenni passati da altri paesi, spinti dalla necessità di aggiungere valore al latte conferito, per la scarsa remunerazione dei loro formaggi. Non sono per nulla quindi, salti nel buio.
Naturalmente sappiamo che questo percorso, in ogni caso, non è facile, per gli investimenti finanziari necessari, per le competenze richieste, per l’ingresso in  mercati già presidiati con prodotti per noi nuovi, per la necessità di avere partner affidabili; credo però fermamente che, dopo un propedeutico ed indispensabile studio di fattibilità da fare, sarebbe un’integrazione della struttura di trasformazione produttiva nazionale  da introdurre assolutamente, pena la perdita di valore per tutto il settore.
È fondamentale per la sostenibilità e la realizzazione di un progetto simile, crederci davvero, essere visionari, uscire dalla zona di confort nella quale, tutto sommato, ci siamo trovati negli anni passati, grazie all’eccellenza dei trasformati  realizzati, Dop in modo particolare. Dobbiamo staccarci un po’ dalla quotidianità, uscire dal proprio ambito aziendale e guardare avanti insieme, come settore, concretizzando nei fatti quel “mutuo soccorso” e quell’attività di cooperazione che è la via maestra per un’evoluzione positiva verso un futuro sostenibile e sereno.

 

Perché è opportuno pensare a un polverizzatore del latte - Ultima modifica: 2021-01-19T11:42:20+01:00 da Giorgio Setti

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