Emergenza Psa, la provincia di Parma nel mirino di Bruxelles

Con il regolamento Ue pubblicato oggi i Comuni di Felino e Sala Baganza in provincia di Parma sono nella zona soggetta alle massime restrizioni

Parma
Oltre all'obbligo di svuotamento degli allevamenti in zona rossa, ossia soggetta a restrizioni di livello II, potrebbero essere penalizzati nell'export i prosciutti non Dop e i salumi

Precipita la situazione in Italia con il costante aumento dei casi di carcasse di cinghiali positive alla Psa e gli ultimi accertati di nuovo proprio di recente in alcune zone della provincia di Parma, una delle zone più vocate per gli allevamenti di suini e sede dei prosciuttifici della pregiata salumeria italiana.

Considerata l'emergenza la Commissione europea è, infatti, corsa ai ripari in anticipo rispetto alla data prevista del 18 aprile (vedi qui) emanando oggi il regolamento di esecuzione Ue n. 1171 del 16 apríle 2024 (OJL_202401171ITTXT) che entrerà in vigore domani, 18 aprile.

Due Comuni del parmense in zona rossa

Si è allargata ulteriormente, quindi, la mappa delle zone sottoposte ai vincoli della Psa che da domani comprenderà anche due Comuni della provincia di Parma, Felino e Sala Baganza, nella zona soggetta a restrizioni II, ossia quella di massima restrizione. I due Comuni del Parmense sono finiti, pertanto, nella zona rossa che ha l'obbligo di svuotamento degli allevamenti di suini.

Come si legge nel regolamento «Nei mesi di marzo e aprile 2024 sono stati inoltre rilevati due focolai di peste suina africana in suini selvatici nelle regioni Emilia-Romagna e Lombardia in Italia, in aree attualmente elencate come zone soggette a restrizioni I nell'allegato I del regolamento di esecuzione (UE) 2023/594. Questi nuovi focolai di peste suina africana in suini selvatici rappresentano un aumento del livello di rischio, che dovrebbe riflettersi in detto allegato. Di conseguenza, tali aree dell'Italia attualmente elencate come zone soggette a restrizioni I in detto allegato, interessate da questi recenti focolai di peste suina africana, dovrebbero ora essere elencate nel medesimo allegato come zone soggette a restrizioni II anziché come zone soggette a restrizioni I e anche le attuali delimitazioni delle zone soggette a restrizioni I dovrebbero essere ridefinite in modo da tenere conto di questi recenti focolai».

Penalizzati prosciutti non Dop e salumi prodotti nella provincia di Parma

Non solo qui, nei Comuni della zona di restrizione II,  gli allevamenti dovranno essere svuotati, come ha sottolineato Rudy Milani, presidente della federazione nazionale dei suinicoltori di Confagricolura, ma la zona è anche sede di numerosi prosciuttifici.

In difficoltà potrebbero essere, quindi, i prosciutti anche se riguardo all'export negli Stati Uniti, uno dei mercati esteri più importanti della salumeria nazionale, dovrebbero essere autorizzati i prosciutti con 400 giorni di stagionatura, quindi quelli che si fregiano del marchio Dop.

Dfficoltà, invece, e i maggiori ostacoli all'export, potrebbero nascere per i prosciutti non Dop e per i salumi con stagionature inferiori nelle zone soggette a massima restrizione.

Per questo motivo Confagricoltura «ha lanciato l’allarme sui rischi che le esportazioni di prosciutti italiani stanno vivendo, in particolare sul mercato Usa. La Confederazione ha sottolineato la validità e l’opportunità delle iniziative assunte, anche in ambito europeo, dal ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida». Senza dimenticare, come ha ricordato l'organizzazione agricola, che la lotta alla Psa si fa in primo luogo con l'abbattimento dei cinghiali, principale veicolo della malattia.

Lollobrigida: «Bisogna che Bruxellee riveda le regole di export»

«Abbiamo aperto un tavolo con la Dg Sante in Europa – ha sottolineato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida rispondendo a un'interrogazione parlamentare –  perché va cambiato proprio l'approccio noi dobbiamo a nostro avviso e quello che stiamo proponendo ragionare sulla biosicurezza degli impianti non su interventi generalizzati in alcune aree solo per la presenza di un animale infetto chiudono all'export o addirittura costringono ad abbattimenti di migliaia e migliaia di suini.

«Quindi il lavoro che stiamo provando a fare è  - ha aggiunto Lollobrigida - convincere l'Europa a permettere regolamenti di che diano garanzia dei prodotti esportati rispetto alla sicurezza animale perché come sapete la PSA non tocca gli esseri umani».

 

 

 

 

Emergenza Psa, la provincia di Parma nel mirino di Bruxelles - Ultima modifica: 2024-04-17T11:14:49+02:00 da Francesca Baccino

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