Carne coltivata, il divieto di produzione e vendita è legge

Il ddl contro il cibo sintetico è stato approvato definitivamente dalla Camera con 159 sì e 53 no. La Coldiretti ha organizzato una manifestazione di sostegno a Roma

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Per il presidente di Coldiretti Prandini la battaglia si sposta ora a Bruxelles dove si chiede che la vendita segua l'iter autorizzativo usato per i farmaci e non per i novel food

In Italia è vietata la produzione e la commercializzazione di alimenti derivanti da colture cellulari o da tessuti di animali vertebrati. Lo prevede il Ddl (“Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”) approvato definitivamente dalla Camera con 159 sì e 53 no. Il Governo, quindi, su sollecitazione della Coldiretti, prova a difendere la zootecnia tradizionale dalla possibile concorrenza della carne coltivata.

«Questo cibo attualmente - ha detto il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida - non è consentito in Europa e non è stato testato e sperimentato adeguatamente. Siamo ottimisti sul fatto che l'Unione respingerà la possibilità di produrlo, importarlo e commercializzarlo. Il Parlamento europeo attualmente ha respinto con i voti trasversali dei parlamentari Ue qualsiasi emendamento che aprisse a queste procedure. Lavoreremo per rafforzare questo principio e rendere il mondo degli agricoltori, degli allevatori e della qualità, centrale nelle nostre dinamiche e produrre alimenti che garantiscano la salute dei nostri cittadini»

«Siamo orgogliosi che l'Italia - ha aggiunto il ministro - sia la prima Nazione del pianeta a proibire questo tipo di produzioni che cancellano il nostro sistema alimentare tradizionale. C'è questa possibilità e noi la riteniamo non in linea con quello che è il modello che conosciamo, che rispettiamo e che ci ha reso anche forti e competitivi in questo settore. L'Italia, quando è all'avanguardia e riesce a spiegare le buone ragioni che la spingono a normare in questo senso, riesce anche a coinvolgere gli altri Stati».

Sanzioni per chi produce e commercializza

Il nuovo provvedimento sanziona con multe da 10mila fino a 60mila euro (oppure fino al 10% del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, ma entro un massimo di 150mila euro) il commercio di alimenti e mangimi prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati.

Vietato chiamare carne i prodotti vegetali

La nuova legge vieta, inoltre, l’uso di terminologie specifiche della macelleria, della salumeria, della pescheria e i nomi di alimenti di origine animale rappresentativi degli usi commerciali per la denominazione di prodotti a base di proteine vegetali.

Contraria Più Europa, che parla invece di «divieto anti-scientifico, anti-europeo e anti-italiano» e che per questo ha deciso di presentare una pregiudiziale di costituzionalità.

Ed è subito scontro con FdI che rivendica il no alla carne coltivata, con il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti. La proposta di legge del minsitro Lollobrigida ha come fine - viene sottolineato - quello «di assicurare il massimo livello di tutela della salute dei cittadini» e «preservare il patrimonio agroalimentare».

Dunque, la posizione del governo Meloni «a differenza di quanto le opposizioni si ostinino a sostenere - dice ancora Foti - non è affatto antiscientifica, antieuropea e anti-italiana». Per il responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d'Italia, il deputato Aldo Mattia, è invece la posizione di + Europa "a essere anti-italiana».

Coldiretti: la battaglia si sposta ora in Europa

Soddisfatto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, alla manifestazione di agricoltori e allevatori organizzata per appoggiare l’approvazione da parte della Camera della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali: «Dopo l’approvazione definitiva della legge per fermare i cibi costruiti in laboratorio nei bioreattori, la battaglia si sposta in Europa dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini».

«Non è la prima volta che facciamo da pionieri in Europa - ha precisato Prandini nel ricordare che  – l’Italia proprio grazie al pressing di una raccolta di firme della Coldiretti è stata il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando l’Unione Europa con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato».

«La legge è dunque un impegno a difesa della dieta mediterranea ma anche – sottolinea la Coldiretti – un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare. Peraltro la Commissione Agricoltura dell'Europarlamento si è già espressa sulla carne artificiale coltivata nella risoluzione sulle proteine, respingendo a larga maggioranza un emendamento che individuava nelle proteine coltivate in laboratorio una delle possibili soluzioni al problema della dipendenza degli allevamenti europei dagli approvvigionamenti dall'estero».

Il provvedimento varato dal Parlamento nazionale pone dunque – evidenzia Coldiretti - il nostro Paese all’avanguardia e trova terreno favorevole anche in buona parte dell’opinione pubblica europea dove si sta diffondendo una nuova consapevolezza circa i pericoli legati a una tecnologia dai contorni oscuri, con molte incognite che rischia di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda.

Necessario autorizzare a livello Ue con la stessa procedura del farmaco

Un'eventuale richiesta di autorizzazione alla commercializzazione che dovesse pervenire all’Ue, secondo la Coldiretti, non potrebbe essere valutata con le procedure ordinarie dei novel food ma per gli ingredienti utilizzati vanno applicate nell’Unione europea le stesse procedure previste per i medicinali, che necessitano di approfondite prove sperimentali.

Un'esigenza alla luce del fatto che, dalle allergie ai tumori, sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel Rapporto Fao e Oms che parla di “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito dalle industrie produttrici perché più accattivante ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali, che rilevano peraltro come la parola “sintetico” sia usata anche dal mondo accademico oltre che dai media.

Carne coltivata, il divieto di produzione e vendita è legge - Ultima modifica: 2023-11-16T17:33:38+01:00 da Francesca Baccino

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