Lotta senza quartiere ai falsi prodotti Dop. A Colonia, durante Anuga 2025, il Consorzio del Parmigiano Reggiano è intervenuto per segnalare due prodotti che evocavano la Dop, tra cui una salsa e un sostituto vegetale del formaggio.
Esposti nell’importante fiera mondiale dedicata al food & beverag sono stati scoperti, nel primo caso, una salsa denominata “Garlic Parmesan Flavored Sauce”, nella quale il termine “Parmesan” indicava un aroma, quindi un ingrediente non riconducibile al disciplinare della Dop. Dopo la segnalazione, l’autorità tedesca è intervenuta tempestivamente, adottando misure amministrative per rimuovere il prodotto non conforme.
Un secondo episodio ha riguardato un prodotto di origine vegetale, presentato come sostituto del formaggio e commercializzato con il nome “ParVegano”: anche in questo caso il Consorzio ha ritenuto la denominazione evocativa del Parmigiano Reggiano. L’ente di tutela ha quindi inviato una diffida formale all’espositore, tramite i propri legali, intimando di ritirare il prodotto dall’esposizione. La richiesta è stata accolta e l’articolo è stato rimosso nel giro di poche ore.
Efficiente del sistema europeo di tutela delle Dop
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano si è così attivato nella tutela della Dop italiana contro i casi di evocazione e uso improprio del nome. Non è la prima volta che, durante la manifestazione di Colonia, i tecnici del Consorzio individuano prodotti irregolari: Anuga rappresenta infatti un osservatorio privilegiato per monitorare il rispetto delle denominazioni protette, in un contesto in cui il Parmigiano Reggiano è spesso vittima di imitazioni.
«La tempestività con cui le autorità tedesche sono intervenute a seguito della nostra segnalazione», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio, «conferma l’efficacia del sistema europeo di tutela delle Dop. Dopo anni di contenziosi, il quadro normativo definito dall’Unione Europea impone chiaramente agli Stati membri l’obbligo di proteggere ex officio le denominazioni d’origine, assumendosi una responsabilità diretta nella vigilanza. In Europa il nostro sistema di tutela raggiunge livelli di efficacia ancora lontani in molte altre aree del mondo, dove l’Ue sta cercando di colmare il divario attraverso gli accordi di libero scambio con i Paesi terzi».
«Fuori dall’Unione, infatti, continuano a verificarsi utilizzi ingannevoli della nostra denominazione, con conseguenze negative non solo per le nostre esportazioni, ma soprattutto per il consumatore, che crede di acquistare un prodotto autentico e viene invece ingannato. Questo nuovo episodio di violazione all’interno del territorio dell’Unione dimostra che è tempo di un deciso salto di qualità: servono regole comuni per gli enti fieristici europei, in modo da garantire eventi realmente “fake free” ed evitare costosi e inutili interventi successivi da parte dei consorzi e dei tribunali».
La protezione delle Dop garantita dal regolamento Ue
Grazie a un regolamento dell’Unione europea che garantisce un’ampia protezione alle indicazioni geografiche, e a diverse sentenze della Corte di Giustizia Ue, i prodotti non conformi al disciplinare del Parmigiano Reggiano Dop non possono essere né commercializzati né pubblicizzati all’interno dell’Unione se recano nomi o richiami evocativi della denominazione.
La giurisprudenza in materia è consolidata dal precedente del 2008, quando la Corte di Giustizia, accogliendo il ricorso presentato dalla Commissione europea insieme al Consorzio, sancì che il termine “Parmesan” non è generico, ma costituisce una diretta evocazione di Parmigiano Reggiano e non può essere utilizzato per formaggi non conformi al disciplinare.
Il giro d'affari del falso Parmigiano Reggiano
Ciononostante, il fenomeno del falso Parmesan resta diffuso, soprattutto fuori dai confini europei. Il Consorzio stima che il giro d’affari mondiale dei falsi formaggi “Parmesan” superi i 2 miliardi di euro, equivalenti a circa 200mila tonnellate di prodotto, ovvero tre volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato.