Corte dei conti europea, gestione del suolo ancora poco sostenibile

La relazione speciale sulla gestione del suolo ha verificato i risultati raggiunti nell'impiego delle risorse Pac e nella gestione della direttiva nitrati

Le pratiche di gestione del suolo e del letame non sono corrette nel 60-70% dei terreni dell’Ue. Resta un ampio margine di miglioramento sulla gestione sostenibile del suolo

L’agricoltura dell'Ue non è ancora abbastanza sostenibile per la Corte dei conti europea visto che nel 60-70 % dei terreni le pratiche di gestione del suolo e del letame non sono sempre corrette e possono influenzare negativamente anche la qualità delle acque e la biodiversità. Rimane, quindi, un ampio margine di miglioramento.

È quanto emerge dalla relazione speciale della stessa Corte dei conti europea pubblicata lo scorso 10 luglio (vedi SR-2023-19_IT) come risultato di un audit su questo tema che si è focalizzato incentrato sul periodo 2014‑2020, con uno sguardo anche al futuro sul periodo 2023‑2027. L’indagine ha coinvolto, in particolare, cinque paesi: Germania, Irlanda, Spagna, Francia e Paesi Bassi.

La relazione chiama in causa la Pac che nel periodo 2014-2022 aveva messo a disposizione una serie di strumenti finanziari e legislativi per stimolare le aziende agricole a migliorare la gestione del suolo e del letame; la gestione del suolo coinvolge anche la direttiva Ue sui nitrati che fissa un limite per l’impiego di azoto da concime organico animale nelle zone inquinate.

«L’iniziativa legislativa in fase di preparazione nel 2023 – si legge nella relazione –  fornisce l’opportunità di elevare gli standard per la gestione del suolo e del letame e di migliorare la raccolta, il monitoraggio e la valutazione dei dati relativi alla salute del suolo. Con il presente audit la Corte intende apportare un valore aggiunto in questo contesto».

Le verifiche della Corte nella gestione del suolo e del letame

L’audit della Corte riguarda le misure della Pac e le azioni sulla gestione del letame intraprese nell’ambito dell’attuazione della direttiva Nitrati. La Corte ha verificato se la Commissione e gli Stati membri abbiano utilizzato efficacemente gli strumenti dell’Ue per la gestione sostenibile dei terreni agricoli e del letame.

In particolare, ha valutato:

  • se le condizioni a cui erano subordinati i pagamenti diretti agli agricoltori (norme di condizionalità e pratiche di inverdimento) fossero sufficientemente ambiziose;
  • se le misure facoltative della Pac nel quadro dello sviluppo rurale fossero ben mirate e finanziate adeguatamente;
  • quale impatto abbiano avuto le deroghe previste dalla direttiva Nitrati e se la Commissione assicuri il rispetto degli obblighi da questa stabiliti per la gestione del letame.

Resta un ampio margine di miglioramento sulla gestione sostenibile del suolo

La Corte conclude che, a causa di norme definite in maniera imperfetta e di misure poco mirate a livello nazionale, gli strumenti disponibili non sono stati utilizzati a sufficienza e che rimane un ampio margine di miglioramento per la salute del suolo.

La Corte ha riscontrato che, potenzialmente, le norme di condizionalità sulla gestione del suolo e del letame sono in grado di fronteggiare le minacce per i terreni, poiché riguardano l’85 % della superficie agricola utilizzata. Tuttavia, i requisiti definiti a livello degli Stati membri spesso richiedono solo modifiche limitate al comportamento degli agricoltori e apportano modesti miglioramenti alle pratiche agronomiche.

Poche risorse impiegate per lo sviluppo rurale nelle zone con più problemi del suolo

Secondo la Corte le zone che presentavano i problemi del suolo più urgenti hanno beneficiato di pochi  fondi per lo sviluppo rurale destinate alle misure facoltative della Pac. Gli Stati membri non hanno, infatti, stabilito la dotazione finanziaria per tali misure nei rispettivi programmi di sviluppo rurale per migliorare la gestione del suolo. I programmi di sviluppo rurale hanno previsto poche misure per la gestione del letame, malgrado i problemi noti relativi alle eccedenze di azoto Il finanziamento della Pac per la gestione sostenibile del suolo e del letame sia ammontato a circa 85 miliardi di euro nel periodo 2014-2020. Ad esemoo Germania (Bassa Sassonia) ha comunicato un’eccedenza di azoto compreso tra 120 e 162 kg/ha di azoto  per il periodo 2016-2019. Per affrontare questo problema è stato assegnato direttamente solo l’1 % della dotazione finanziaria complessiva e la misura agro-climatico-ambientale associata non è stata sempre mirata alle zone con un’eccedenza di azoto.

La Corte ha riscontrato che gli Stati membri avevano finanziato un numero modesto di misure per la gestione del letame. Si legge, infatti, nel complesso […] gli Stati membri non hanno sfruttato appieno gli strumenti di adattamento messi a disposizione dalla Pac (ad es. la condizionalità). Inoltre, le valutazioni degli Stati membri relative alle misure facoltative della Pac hanno fornito scarse informazioni sul loro contributo alla gestione sostenibile del suolo e del letame.

La deroga sui nitrati ha impedito di raggiungere gli obiettivi della direttiva

Per quanto concerne le disposizioni della direttiva Nitrati in merito agli effluenti, è stato rilevato anche che le decisioni strategiche come l’abolizione delle quote latte hanno comportato un aumento della dimensione delle mandrie nelle aziende agricole beneficiarie di una deroga ai limiti di azoto sull’impiego degli effluenti. Di conseguenza, tale deroga ha ostacolato il raggiungimento dell’obiettivo della direttiva.

La Commissione ha segnalato che fino a 13 Stati membri non hanno presentato dati sui principali indicatori relativi all’impiego degli effluenti nelle rispettive relazioni del periodo 2016-2019 sull’attuazione della direttiva Nitrati.

Tale mancanza di dati pregiudica la capacità della Commissione di valutare il rispetto degli obblighi in materia di gestione del letame negli Stati membri. Inoltre, otto Stati membri non hanno fornito le previsioni sulla qualità delle acque necessarie per contrastare l’inquinamento derivante dagli effluenti.

Sulla base dei registri della Commissione sono state avviate 56 procedure di infrazione in relazione alla direttiva Nitrati, di cui cinque erano ancora in corso a maggio 2023 (due in Belgio (una nella regione della Vallonia e una nelle Fiandre), una in Germania, in Italia e in Spagna). La Corte ha constatato che occorre molto tempo per risolvere i casi (più di cinque anni in media e oltre dieci anni in quattro casi in Belgio, Irlanda e Spagna).

Corte dei conti europea, gestione del suolo ancora poco sostenibile - Ultima modifica: 2023-07-14T14:57:18+02:00 da Francesca Baccino

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