Per ottimizzare la dieta delle bovine delle Prealpi

dieta bovine
Cruscotto che fornisce la misura del grado di omogeneità raggiunto dall’unifeed durante la preparazione. Al raggiungimento dell’omogeneità desiderata, il carro smette di miscelare.
Dall’Università degli studi di Padova. Con il progetto Alpfeed (Psr Veneto) la tecnologia va a supporto dell’allevamento della vacca da latte in zone collinari e montane. Analizzato l’impatto della preparazione degli unifeed con l’aiuto di strumenti Nirs portatili sulle performance latte, sul benessere animale, sul bilancio economico e sul rilascio di azoto nell’ambiente

L’allevamento della vacca da latte nelle zone collinari e montane è di fondamentale importanza per la difesa e mantenimento di delicati equilibri idrogeologici che si sono consolidati nel tempo grazie al paziente, continuo e instancabile lavoro, interattivo con la natura, dell’uomo agricoltore-allevatore. Non va poi dimenticato che solo attraverso lo sfruttamento dei foraggi, ottenuti da prati e pascoli, è possibile mantenere quell’alternanza di spazi pieni e spazi vuoti e quelle variazioni cromatiche di verde, molto apprezzate dalla collettività in quanto ritenute ideali per periodi di riposo e di rilassamento psico-fisico.
Nonostante queste importanti peculiarità, l’allevamento di ruminanti in generale, cioè degli animali in grado di sfruttare adeguatamente i foraggi, e in particolare della vacca da latte, ha subito in questi ultimi decenni una pesantissima contrazione sia in termini di numero di aziende che di capi allevati, arrivando a scomparire in alcune aree alpine e prealpine.

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Carro miscelatore sperimentale con Nirs applicato sul cassone

I motivi di questa rarefazione dell’allevamento in queste zone vanno ricercati nelle scarse possibilità di attuare modelli produttivi efficienti per difficoltà orografiche, pedoclimatiche, per ridotte dimensioni delle aziende e non da ultimo per l’insufficiente differenziazione del valore economico del latte rispetto a quello prodotto in aziende di pianura.
Le poche realtà rimaste nelle zone più difficili e poste a quote elevate si sono orientate a spinte valorizzazioni dei prodotti caseari finali con, in alcuni casi, lusinghieri risultati economici. Mentre quelle poste ad altimetrie più limitate e/o nei fondovalle hanno cercato di adattare alle loro realtà ambientali tecnologie tipiche delle aziende di pianura. In queste ultime aziende si è diffuso l’uso dell’unifeed basato sull’impiego di insilati (di mais e d’erba), di fieni in gran parte autoprodotti e spesso, il ricorso all’allevamento di vacche Frisone.

La sperimentazione

Allo scopo di valutare l’importanza della corretta applicazione di alcune tecnologie tipiche della farming precision sulla sostenibilità tecnico-economica e sulla tutela ambientale è stata condotta una sperimentazione dimostrativa nell’ambito di un progetto Psr (mis.16) della Regione Veneto dal titolo “Alpfeed: Applicazione tecnologica dimostrativa per l’ottimizzazione della dieta dei bovini da latte in area prealpina”.

Tale sperimentazione prevedeva l’analisi dell’impatto della corretta preparazione degli unifeed con l’impiego di tecnologie innovative, quali l’impiego di carri miscelatori dotati di strumenti Nirs portatili (poliSpec-Nir), sulle prestazioni quali-quantitative di vacche da latte, sul benessere animale, sul bilancio economico e sull’entità di rilascio di azoto nell’ambiente.
A riguardo sono state individuate due aziende presenti in Val Belluna (Bl), poste a circa 300 m di altitudine e che detenevano rispettivamente 100 e 35 vacche in lattazione. Di queste, l’80% era di razza Frisona e la quota rimanente di razza Bruna.
Gli unifeed erano formulati secondo gli attuali criteri di razionamento e composti da insilati di mais e di erba, con l’aggiunta di fieni e di concentrati energetico-proteici e con le adeguate aggiunte di sali minerali e vitamine.
La prova si è svolta nell’arco di un anno suddiviso in 4 periodi, in due dei quali (1° e 3°), le aziende preparavano gli unifeed secondo le loro usuali procedure e con i propri carri miscelatori (sistema tecnologico aziendale).
Nei due periodi invece sperimentali la preparazione delle razioni veniva effettuata utilizzando gli stessi alimenti per qualità e quantità impiegati nei periodi di controllo, con appositi carri miscelatori dotati di Nirs portatili (poliSpec Nir) in grado di misurare l’omogeneità chimico fisica e la lunghezza di trinciatura degli unifeed in fase di miscelazione. E con la seguente sequenza di carico: foraggi secchi, insilati d’erba, concentrati e silomais (sistema tecnologico innovativo).
In tutti e quattro i periodi, settimanalmente negli unifeed preparati, sono stati controllati l’indice di omogeneità, la lunghezza di trinciatura, il grado di selezione dopo due ore dalla distribuzione e inoltre la produzione di latte e l’insorgenza di patologie. Infine due volte al mese sono state verificate la digeribilità delle diete e la qualità del latte prodotto compresa quella di tipo caseario.

Risultati

La composizione della chimica delle diete somministrate nei diversi periodi era molto simile (Tab.1) e del tutto comparabile a quanto attuato nelle aziende di tipo intensivo della pianura.
Statisticamente differente è risultato invece l’indice di omogeneità, poiché con il sistema innovativo sono osservati unifeed caratterizzati da una maggiore costanza di composizione chimica (proteine, NDF, amido) e di dimensioni delle particelle nel cumulo distribuito lungo tutta la mangiatoia (Tab.2).

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Particolare del dispositivo Nirs applicato sul cassone del carro miscelatore

Inoltre con le nuove modalità di preparazione delle razioni si è evidenziata una minore lunghezza di trinciatura e soprattutto un inferiore indice di selezione dei nutrienti, da parte delle vacche al momento dell’ingestione, a conferma di una migliore azione del sistema innovativo sull’adesività tra particelle lunghe e quelle corte.
Da queste evidenze, pertanto, la modificata sequenza di carico degli alimenti e la misura dell’omogeneità durante le fasi di miscelazione hanno consentito di somministrare alle vacche unifeed più consoni a soddisfare il bisogno primario per ottimizzare l’attività ruminale ovvero far ingerire all’animale contemporaneamente tutti i componenti alimentari della dieta.
Conseguentemente a differenti stagionalità dei parti nei periodi considerati, la media dei giorni medi di lattazione è risultata inferiore di circa il 10% nelle fasi in cui si adottava il sistema tecnologico aziendale rispetto a quelle con il sistema innovativo (Tab.3).


Questa diversa lunghezza ha influito sull’ingestione di sostanza secca avendo riscontrato consumi rispettivamente di 24,3 e di 23,0 kg ss/capo/d per i sistemi aziendale e innovativo.
La differente ingestione non ha influito sulla quantità nè sulle caratteristiche qualitative e casearie del latte prodotto, con un conseguente miglioramento dell’efficienza alimentare con il sistema innovativo poiché è stata conseguita la medesima produzione di latte della tesi aziendale con una minore ingestione di sostanza secca.
La superiore efficienza è da attribuire in buona parte alla migliore digeribilità degli unifeed preparati con le nuove tecnologie, i quali, come rilevabile in Tab.4, sono risultati più digeriti in termini di sostanza secca, di proteine e soprattutto di amido.
Questi andamenti sono da imputare. con ogni probabilità, agli effetti prodotti dall’equilibrata e contemporanea ingestione di tutti i nutrienti delle razioni sull’attività dei microrganismi ruminali; e sono dovuti alla più elevata omogeneità e al minore grado di selezione degli unifeed della tesi “innovativo”.

Meglio il sistema tecnologico innovativo

Nel complesso il sistema tecnologico innovativo ha migliorato significativamente l’efficienza alimentare, intesa come rapporto fra latte prodotto e ingestione di sostanza secca, del 6% e permesso di conseguire una superiore convenienza, espressa come differenza tra ricavo dalla vendita di latte e costo alimentare (IOFC), di 0,53 € / vacca/d (Tab.5).

La somministrazione degli unifeed del sistema innovativo ha tendenzialmente ridotto l’incidenza di mastiti e di dismetabolie nelle vacche, comportando di fatto un migliore benessere metabolico sanitario degli animali (Tab.6).


Infine l’adozione di tecnologie in linea con la precision farming ha permesso di ridurre del 15% la quantità di azoto escreto con un conseguente beneficio per la tutela ambientale, poiché a parità di latte prodotto si è rilevata una minor quota di azoto immessa nell’ecosistema (Tab.7).

Un unifeed in grado di soddisfare le esigenze

In conclusione l’adozione di tecnologie innovative basate sull’impiego di carri miscelatori dotati di Nirs portatili come il poliSpec, in aziende presenti anche in aree complesse come quelle montane, consente di preparare unifeed in grado di meglio soddisfare le esigenze nutrizionali delle vacche in produzione, con favorevoli ripercussioni sull’efficienza economica aziendale senza alterare le caratteristiche qualitativo-casearie del latte.
Inoltre migliora il benessere animale e riduce l’impatto ambientale per la minore emissione di azoto nell’ecosistema a parità di produzione di latte. •

Per ottimizzare la dieta delle bovine delle Prealpi - Ultima modifica: 2020-12-01T08:43:09+01:00 da Lucia Berti

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