Ho scelto una frase di Dairy NZ, portale web neozelandese dedicato all'allevamento delle vacche da latte, per iniziare a parlare di svezzamento delle vitelle. “Per preparare una bovina da latte per una vita lunga e produttiva è necessario fornirle la migliore partenza. Ogni sforzo iniziale pagherà dividendi lungo tutta la sua carriera produttiva. Manze cresciute bene diventano bovine lattifere da record. La crescita ideale inizia dal momento della nascita.” Per questo, e per altri motivi, è importante parlare di svezzamento delle vitelle. Nei primi due articoli di questo dossier non tratterò specificamente di tecnica di svezzamento ma cercherò di delineare i criteri, gli obiettivi e descrivere gli strumenti per allevare vitelle in modo efficace ed efficiente. L'allevamento della rimonta è la seconda voce di costo più importante nell'allevamento zootecnico, per questo gli allevatori sono alla ricerca di strategie che li riducano. Ricerche della Georgia University hanno dimostrato che un elevato investimento sulle vitelle è la strategia più efficace (Western Dairy Management Conference 2013) per affrontare situazioni di mercato che hanno ridotto i margini per gli allevatori . I vitelli sono animali unici: passano dallo stato di monogastrici, nelle prime fasi di vita, avendo un solo stomaco, allo stato di ruminanti poligastrici nel giro di poche settimane. Alla nascita infatti il rumine ha le dimensioni di una pallina da tennis ed è poco più di una piccola sacca nel tratto digestivo dell'animale, non avendo ancora alcuna funzione digestiva. Adottando un'alimentazione con un'elevata concentrazione in amido, ideale per sviluppare il rumine, le dimensioni cresceranno fino a diventare quelle di un pallone da pallacanestro intorno alle sei settimane, quindi in tempo per completare lo svezzamento. Una corretta gestione degli animali e una dieta adeguata ne influenzano lo sviluppo; se la razione non ha una quantità sufficiente di amido, lo sviluppo del rumine e la crescita delle vitelle non possono essere ottimali. I vitelli sono animali delicati come i suinetti. Mangimi starter appetibili e ricchi in amido fermentescibile ne favoriscono la crescita giornaliera. Questa concetto è stato chiaramente dimostrato da numerose ricerche sino dai primi anni cinquanta del secolo scorso. Lo svezzamento rapido non è infatti un concetto nuovo. Dagli inizi del settanta ad oggi ci sono dozzine di ricerche soggette a peer rewiev (valutazione della la qualità di un articolo proposto per la pubblicazione) pubblicate su riviste scientifiche che ne dimostrano l'efficacia. Una ricerca della Penn State University ha dimostrato uno svezzamento soddisfacente di vitelle a 3 settimane di vita alimentandole con un latte in polvere al 22% di proteine somministrato all'1,25 % del peso vivo degli animali (circa 500 grammi di polvere di latte capo / giorno) Lo svezzamento precoce ha diversi vantaggi, ad esempio una minore necessità di tempo da dedicare all'alimentazione delle vitelle e un costo inferiore per l'acquisto di latte in polvere. Nonostante ciò la durata media dello svezzamento delle vitelle negli stati uniti ed in molti altri paesi è superiore ai 59 giorni. Significa che molte aziende non scelgono lo svezzamento rapido, non ritenendolo interessante economicamente e utile a migliorare i risultati produttivi.
Quali sono i motivi?
Forse il primo dubbio è pensare che ricerche effettuate su un numero modesto di animali possano ottenere gli stessi risultati se impiegate in realtà aziendali. Anche se diverse ricerche riguardano pochi animali, queste ricerche sono stata pubblicate su riviste scientifiche dopo essere state attentamente esaminate da esperti qualificati nella nutrizione e nella gestione delle vitelle. Sono quindi ricerche controllate attentamente. In questi casi anche pochi animali possono essere significativi per esprimere valutazioni su performance diverse. Tutte queste ricerche sostengono lo svezzamento rapido. La disponibilità di latte non conforme in azienda è una forte tentazione per utilizzarlo al posto del latte in polvere e fornisce un altro motivo per adottare uno svezzamento tradizionale. Il latte di scarto è considerato a costo zero, ma non è cosi. Se una stalla di grandi dimensioni dispone di un quantitativo di latte di scarto tale da fornire fino a sette litri al giorno di latte per alimentare i vitelli per almeno sei settimane, vuol dire che la mandria ha un serio problema di qualità del latte. In questo caso la parte economica dell'alimentazione delle vitelle sembra positiva (se non consideriamo i rischi per la bio sicurezza), ma il risultato economico della mandria da latte non è cosi soddisfacente. Tradizione o abitudini consolidate. Avere sempre fatto una cosa non è un buon motivo per continuare se i dati economici dicono qualcosa di diverso. Se una azienda svezza le vitelle intorno alle otto settimane dovrebbe provare a svezzarle a sette. Una volta ottenuto uno svezzamento soddisfacente a sette settimane, si può iniziare un programma per svezzare a sei settimane. Le settimane per lo svezzamento si possono gradualmente ridurre con l'aumentare dell'esperienza e della competenza degli operatori. Spesso i problemi di salute delle vitelle limitano il programma di svezzamento, in particolar modo quando ci si pone l'obiettivo di ridurne la durata. In questi casi è consigliabile l'utilizzo di procedure scritte e l'aiuto di consulenti esperti. Se le procedure non sono disponibili è buona norma predisporle in azienda, applicarle ed eventualmente modificarle. Difficilmente siamo consapevoli dei cambiamenti giornalieri che avvengono nelle vitelle durante i primi due, tre mesi di vita. Il primo è più importante è la nascita. Quando era nell'utero, la madre forniva i principi nutritivi, assicurava la giusta temperatura, proteggeva dagli agenti esterni e garantiva al feto un ambiente igienico. Una situazione ideale, tranne che per un aspetto molto importante. Purtroppo nei ruminanti non c'è trasferimento di proteine anticorpali dalla madre al vitello. Per questo si dovrebbe somministrare ai vitelli dai 3 ai 4 litri di colostro di alta qualità (con più di 50 g di immunoglobuline / litro). Il primo pasto deve avvenire entro una o due ore dalla nascita. E' fondamentale che il colostro sia pulito, quindi con una carica batterica inferiore a 100.000 unità formanti colonia per millilitro (ufc/ml). In una ricerca statunitense è emerso che la contaminazione batterica del colostro è un problema serio, una delle maggiori insidie per la vita dei vitelli, infatti dal trentasei all'ottantadue per cento dei campioni, prelevati in diverse aziende, in quella ricerca non erano conformi per il contenuto batterico.
A) UNA PROPOSTA: LO SVEZZAMENTO RAPIDO
Tra i tanti lavori scientifici che trattano di questo importante argomento, quello della Penn State University del 2007 sullo “svezzamento rapido”, realizzato da Jud Heinrichs e Coleen Jones, è senza alcun dubbio tra i più chiari e pratici, per questo se ne riportano alcuni punti importanti. Quando il vitello inizia a mangiare mangime secco, specialmente starter, il rumine inizia a fornire principi nutritivi prodotti dalla fermentazione e la popolazione batterica del rumine inizia a crescere. La fermentazione dell'amido produce acidi grassi volatili (VFA), in particolare il butirrato, che stimolano la crescita delle papille ruminali e l'attività metabolica del rumine. Dopo circa 3 settimane di alimentazione con mangime starter, il rumine del vitello avrà un quantitativo sufficiente di batteri per fornire un'adeguata quantità di energia. Gli stessi batteri del rumine forniscono un'altra fonte di nutrienti , la proteina microbica, che viene digerita e assorbita nell'intestino. La proteina microbica è molto digeribile e contiene un profilo aminoacidico ideale per i vitelli in accrescimento. Dal punto di vista gestionale, è possibile favorire lo sviluppo del rumine lasciando ai vitelli acqua fresca e pulita a disposizione e mangimi starter di ottima qualità già dai primi giorni di vita. Con questa strategia nutritiva, entro 3 o 4 settimane di età, il rumine del vitello può essere ben sviluppato e pronto per passare ad una dieta solida. Prima gli amidi vengono digeriti dal vitello, prima avviene lo sviluppo del rumine. Dal momento in cui si somministra lo starter trascorrono circa 21 giorni per sviluppare le papille del rumine. Questo tempo di è indipendente da quando si è somministrato il mangime per la prima volta, che siano 2 giorni di età o 20 giorni di età. Ecco dove la gestione gioca un ruolo importante nel determinare lo sviluppo del rumine e l'età dello svezzamento. Aiutare il vitello a mangiare lo starter il prima possibile può avere effetti enormi e positivi sull'inizio del processo di sviluppo del rumine.
I vitelli cresceranno ancora, e saranno sani?
Negli anni, molte ricerche non hanno dimostrato alcuna differenza tra vitelli svezzati a 6 o a 8 settimane di età. Molti produttori negli Stati Uniti svezzano i vitelli regolarmente e con successo a 4 o 6 settimane di età. Lo svezzamento a questa età è economicamente interessante, perché fa iniziare l'impiego di mangimi per vitelli prima, risparmiando denaro sui costi degli alimenti e sulla manodopera. Ricerche alla Penn State hanno esaminato l'impatto dell'età di svezzamento sulla performance dei vitelli nella produzione di latte in prima lattazione. I risultati delle ricerche dimostrano che il peso corporeo a 8 settimane di età era lo stesso per tutti i vitelli, e ammontava in media a 80 Kg. Ciò significava che i vitelli raddoppiavano circa il loro peso alla nascita entro le 8 settimane di età, un buon parametro in ogni sistema nutrizionale per i vitelli. Anche gli aumenti medi giornalieri erano simili. Anche l'altezza alle anche e al garrese era simile, senza considerare l'età di svezzamento. I vitelli misuravano 89 centimetri alle anche e 84 centimetri al garrese entro le 8 settimane di età. E' dimostrato che l'età di svezzamento non influisce la fertilità e la produzione di latte in prima lattazione.
Svezzare i vitelli prima taglia i costi alimentari
Uno studio Penn State del 1994 che paragonava il costo dell'allevamento dei vitelli fino a 112 giorni di età, stimava che svezzare i vitelli prima determinava un importante risparmio economico. Un altro punto interessante dimostrato da questo studio (e da altri in passato), era che l'assunzione mangime aumenta drasticamente dopo lo svezzamento, e in questo studio l'assunzione si stabilizzava al limite di circa 3 kg capo giorno. Questo drastico aumento nell'assunzione avviene subito dopo lo svezzamento, che lo svezzamento sia a 4, 6, o 8 settimane di età. L'età a cui si decide di svezzare i vitelli avrà un impatto decisivo sul costo di allevamento di quei vitelli, perché si decide quando i vitelli passano dal gruppo in cui l'alimentazione è più costosa a quello in cui lo è meno. Ricordiamo che la 'tradizione' non è una buona base per determinare la giusta età dello svezzamento. Solo perché si sono sempre svezzati i vitelli ad una certa età non significa che sia il momento migliore per farlo. L'assunzione di mangime starter e un rumine adeguatamente sviluppato sono metodi molto migliori per determinare l'età allo svezzamento.
Quanto presto si possono svezzare i vitelli?
I vitelli possono essere pronti per lo svezzamento entro le 3 o 4 settimane di età; tuttavia, negli studi Penn State i vitelli svezzati a 3 settimane richiedevano un'attenzione supplementare. L'aumento del tempo e della manodopera richiesti per portare questi vitelli a mangiare lo starter suggeriscono che attendere fino alle 4 settimane di età sarebbe prudente. E' essenziale ricordare che lo svezzamento precoce non può aver successo senza uno sviluppo precoce del rumine. Se il rumine non è preparato a gestire cibi secchi, il vitello subirà un crollo di crescita per un periodo fino a 3 settimane dopo lo svezzamento. Incidentalmente, questo crollo post-svezzamento può verificarsi a qualunque età, o peso del vitello svezzato se il rumine non è adeguatamente sviluppato. Il consumo di starter e acqua determina la produzione di acidi grassi volatili nel rumine, il che a sua volta ne stimola lo sviluppo. Ci vogliono circa 3 settimane perché ciò accada, pertanto uno svezzamento precoce ben riuscito richiede che mangime starter e acqua siano somministrati dalla prima settimana di vita.
Strategie per facilitare la transizione nello svezzamento
Con appropriata cura e gestione, la grande maggioranza dei vitelli può essere svezzata entro le 4 o 5 settimane di età. Ma bisogna evitare di prendere decisioni sullo svezzamento in base alla sola età. E' meglio usare la quantità di starter ingerita dai vitelli come indicatore primario dell'età di svezzamento. I vitelli che mangiano da 0,5 Kg a 1,0 Kg di starter al giorno per tre giorni consecutivi sono pronti per essere svezzati. Questo metodo consente aggiustamenti individuali allo svezzamento che mantengono i vitelli non sani a latte, e consentono ai vitelli sani di passare a mangime. Per far sì che i vitelli mangino abbastanza starter da consentire uno svezzamento precoce, si consiglia di offrire lo starter di alta qualità a disposizione dei vitelli a partire dal 1° o 2° giorni di vita, e assicurarsi che i vitelli ne stiano mangiando un po' entro i 5-7 giorni di età. Se non lo fanno, è necessario mostrare loro cos'è il mangime starter, o somministrandone un po' a mano, o mettendone una piccola quantità sul fondo del secchio del latte dopo il pasto di latte. Come sempre, un'accurata attenzione alla salute del vitello è essenziale, e ha un notevole impatto sul successo del sistema vitelli. Per adottare questo sistema, bisogna conoscere quanto starter viene somministrato ogni giorno. Si pesano 900 grammi di starter e si annota il quantitativo sul contenitore usato per nutrire i vitelli, per assicurare accuratezza. Misurare l'assunzione di starter permette di adattare le date per vitelli che rimangano indietro a causa di una malattia, e svezzare solo quelli che sono sani e mangiano bene. Se lo svezzamento a 5 settimane semplicemente non sembra funzionare, c'è una buona probabilità che siano coinvolti altri fattori. Alcune possibilità comprendono una ridotta somministrazione di colostro, una scarsa ventilazione, starter di alta modesta, lettiere bagnate o umide, o altre fonti di stress. Allo svezzamento, i vitelli affrontano uno stress significativo a causa di cambiamenti nella loro dieta e nell'ambiente. Ne risulta che i vitelli possano perdere peso, mangiare meno, e diventare più soggetti a infezioni. La chiave per limitare il crollo post-svezzamento è minimizzare lo stress. Al momento dello svezzamento il latte può essere rimosso bruscamente o gradualmente, ma bisogna operare cambiamenti nei mangimi gradualmente. Somministrate lo stesso starter per una settimana dopo lo svezzamento e quindi mescolare lo starter con il mangime d'accrescimento per permettere ai vitelli di adattarsi alla loro dieta di crescita. Fieno di alta qualità può essere introdotto per i vitelli svezzati una volta che l'assunzione giornaliera di mangime raggiunga circa 2,5 Kg, probabilmente intorno alla prima o seconda settimana dopo lo svezzamento, o a 6 o 7 settimane di età.
Concedere tempo ai vitelli
E' meglio concedere tempo ai vitelli di adattarsi allo svezzamento prima di aggiungere lo stress derivante dallo spostamento in gruppi. Si consiglia di attendere almeno una settimana dopo lo svezzamento prima di spostare i vitelli, e limitate i gruppi di vitelli appena svezzati a 4 o 6 animali per facilitare la transizione. Ciò consente ai vitelli di adattarsi agli aspetti sociali della vita in gruppo. I piccoli gruppi alleviano lo stress della competizione per condividere cibo e aree di riposo. Il primo gruppo post-svezzamento sembra chiaramente essere il più importante per l'adattamento sociale. Oltre a questo primo piccolo gruppo, gruppi seguenti possono essere molto più grandi e piuttosto diversi per sistemi di nutrizione e gestione con pochi o nessun effetti nocivo sulla crescita e lo sviluppo della manza. Considerato che i vitelli incontrano una varietà di patogeni più ampia quando li si sposta in gruppo, si dovrebbero svezzare solo vitelli sani. Non solo i vitelli svezzati vengono esposti a più patogeni; i loro sistemi immunitari potrebbero anche venire soppressi dallo stress del cambio di dieta. Gli ambienti devono avere un'adeguata ventilazione per ridurre il rischio di malattie respiratorie. Inoltre, l'area dovrebbe essere pulita e con una lettiera idonea per limitare l'esposizione a patogeni fecali. Si consiglia di somministrare un coccidiostatico nella razione per ridurre il rischio di coccidiosi; i vitelli svezzati sono particolarmente suscettibili a questa malattia, perché lo stress dello svezzamento può deprimere il sistema immunitario. Evitare di tagliare le corna o vaccinare i vitelli in prossimità del periodo dello svezzamento. Questi sono ulteriori stress per i vitelli, e sono abbastanza semplici da pianificare. Infine, svezzare in condizioni meteorologiche estreme potrebbe peggiorare lo stress. Il tempo può stressare i vitelli modificando il fabbisogno energetico e sopprimendo il sistema immunitario.
Mantenerli in crescita dopo lo svezzamento
Gli obiettivi nutrizionali per i vitelli, dallo svezzamento ai 6 mesi devono essere incentrati sul mantenimento della salute e sul raggiungimento degli standard di crescita, sviluppando allo stesso tempo il rumine il più rapidamente possibile. Pensando alla quantità e alla qualità della proteina microbica prodotta nel rumine, insieme agli acidi grassi volatili prodotti dai batteri del rumine, si comprende perché lo sviluppo del rumine non può essere trascurato. Gli acidi grassi volatili (AGV) sono forme di energia efficienti per la giovane manza. Di solito ci vogliono dai 4 ai 6 mesi prima che si verifichi il completo sviluppo del rumine. Diete alte in amidi (concentrati) forniscono i principi nutritivi necessari per un rapido tasso di crescita e di sviluppo del rumine. I vitelli svezzati, nutriti con diete ad alto contenuto di concentrati avranno uno sviluppo del rumine più rapido di quelli nutriti con diete ad alto contenuto di foraggi. Per manze fino a 6 mesi di età, si raccomanda di utilizzare concentrati in razione i fino ad un massimo 3 kg capo / giorno. Questi concentrati dovrebbero inizialmente contenere il 18% di proteina grezza sul secco (starter per vitelli). Dopo che il vitello è stato trasferito in gruppi, il concentrato può essere ridotto al 16% di proteina, sempre sul secco (mangime per accrescimento). La ricerca dimostra che il vitello svezzato non abbisognano di livelli più alti di proteine nei loro concentrati, a meno che la qualità del foraggio sia estremamente scarsa. E' molto importante controllare l'ingestione giornaliera di mangimi quando ai vitelli viene offerto foraggio in aggiunta; il mangime è necessario e il foraggio è opzionale. Come gli animali maturano e crescono, il foraggio può costituire una parte più consistente della loro dieta mentre ancora ricevono 3 kg di mangime al giorno. Questo quantitativo di mangime dovrebbe essere mantenuto almeno fino ai 6 mesi di età. La qualità del foraggio dovrebbe essere attentamente monitorata per i vitelli dai 2 ai 6 mesi. si deve preferire fieno sottile e privo di muffa. Alimenti fermentati come insilati di graminacee e insilato di mais possono essere somministrati ai vitelli dopo lo svezzamento, purché siano di alta qualità. I foraggi fermentati sono appetibili solo se freschi. I vitelli svezzati dovrebbero essere nutriti fino a crescere intorno a circa 800 grammi al giorno. La ricerca ci dice che tassi di crescita sia più veloci che più lenti risultano in una minore produzione di latte durante la prima lattazione. La gamma di età critica per questo tasso di crescita è dai due mesi fino circa ai 10 mesi di età, prima che la manza raggiunga la pubertà.
B) Da zero a 110 giorni, in 4 fasi
Queste erano le considerazioni del lavoro della PennState University sullo svezzamento rapido. E' però importante conoscere anche i concetti emersi durante l'edizione 2013 della Western Dairy Management Conference (Reno, Nevada - Usa) nella quale W. Gene Boomer ha indicato con chiarezza gli indicatori chiave delle performance nei primi cento giorni di vita dei vitelli. Gli stessi sono stati suddivisi in otto fasi; in questo articolo ci limiteremo alle prime quattro fasi, che vanno dalla nascita della vitella sino a circa 110 giorni di vita.
Fase 1 - Raccolta del colostro e somministrazione - giorno 1
La raccolta e la somministrazione di un'adeguata quantità di colostro pulito, di alta qualità, in tempi brevi. pone le fondamenta di un programma di sviluppo delle manze di successo. Sono infatti molteplici i principi nutritivi contenuti nel colostro critici, per mantenere la temperatura corporea e assicurare la crescita delle vitelle. Il trasferimento dell'immunità passiva è fondamentale e dipende dal piano alimentare della madre, dalla precedente esposizione ai vaccini e ai patogeni ambientali durante la gravidanza. Somministrare velocemente, senza perdere tempo, colostro pulito e di qualità elevata nella giusta quantità è il fattore più importante La qualità del colostro è molto variabile, e lo è in modo particolare per le manze. Gli strumenti da impiegare per misurare la qualità del colostro sono i colostrometri e i rifrattometri (si legga l'articolo dedicato). Mediante l'uso di questi strumenti di misura è possibile determinare con sicurezza la qualità (contenuto in immunoglobuline) del colostro ed effettuare scelte consapevoli per nutrire le vitelle. Si raccomanda di somministrare il colostro di alta qualità, in ragione del 10% del peso della vitella entro 30 minuti dalla nascita, seguita da un secondo pasto per un quantitativo pari al 5% del peso alla nascita entro 8 / 12 ore. Per migliorare l'efficacia dell'operazione è consigliabile l'utilizzo di un alimentatore esofageo. Si veda anche il video www.youtube.com/watch?v=GLHOe6xInJg - Fonte: Dr. Sheila McGuirk, DVM, PhD, presentazione effettuata al Professional Dairy Producers of Wisconsin (PDPW) Calf Care Workshop, tenutosi ad Arlington, Wisconsin, Usa, nel 2011. Tra i parametri a cui porre grande attenzione vi è quello della pulizia del colostro perché influisce sull'assorbimento delle IgG. E' utile ricordare che il colostro può essere contaminato da infezioni intramammarie preesistenti, oppure da materiale fecale durante la raccolta. I batteri possono bloccare il trasferimento passivo delle IgG, inoltre possono proliferare durante lo stoccaggio . L'esposizione ai patogeni può essere minimizzata seguendo le seguenti raccomandazioni: 1. non permettere che il vitello succhi dalla madre; 2. pulire accuratamente e disinfettare la mammella prima della mungitura 3. sanitizzare gli strumenti per la mungitura, per lo stoccaggio e per l'alimentazione 4. fornire il colostro entro 1 - 2 ore dalla nascita non conservare il colostro oltre le 48 ore nel frigorifero. Congelarlo appena possibile se non si intende utilizzarlo subito. Programmi vaccinali e razioni bilanciate per i trenta giorni prima del parto, che assicurino un adeguato apporto di proteine metabolizzabili e energia, oltre all'adozione di strategie alimentari per la prevenzione dell'ipocalcemia hanno dimostrato di ridurre i problemi metabolici delle bovine e di potenziare il sistema immunitario delle bovine e dei vitelli. I benefici di assicurare un adeguato trasferimento passivo di IgG consistono nella riduzione dei trattamenti e della mortalità (Nahms, Wells 1996), miglioramento degli indici di accrescimento e dell'efficienza alimentare (Fowler, 1999; Gaber et al 2005; Noceck et al. 1984; Faber 2005), riduzione dell'età al primo parto (Faber et al. 2005) e incremento della produzione di latte durante la prima e la seconda lattazione (De Nise, 1989; Faber, 2005).
Fase 2 - Crescita dell'ingestione di latte, energia metabolizzabile e proteine - settimana 1
La prima decisione da prendere è che alimenti impiegare e la quantità da somministrare. Un vitello se fosse lasciato libero di nutrirsi dalla madre, farebbe tra sei e dieci pasti al giorno e consumerebbe dal 16 al 24% del proprio peso in latte. (Corbett 2012). Il latte materno ha il 25 / 26 % di proteine, molto spesso il latte in polvere ha il 20 - 22% di proteine. Per questo motivo i latte in polvere con il più alto contenuto in proteine favoriscono la produzione maggiore di tessuto muscolare e migliorano l'efficienza di crescita dei vitelli. Il latte in polvere ha normalmente un contenuto in grassi che parte dal 15% per arrivare al 22% mentre il latte di vacche frisone ne ha il 29% E' obbligatorio che i vitelli abbiano libero accesso all'acqua quando lo desiderino per aumentare l'ingestione di sostanza secca. La tabella 1 mostra quali sono i fabbisogni proteici e energetici dei vitelli dalla nascita allo svezzamento. Dunque: quanti alimenti dobbiamo prevedere? Le indicazioni prevedono di somministrare 2 litri di latte due volte al giorno. Anche in questo caso il vitello riceve meno della metà di quello che otterrebbe se si nutrisse succhiando latte dalla madre. Alcuni allevatori negli Stati Uniti arrivano a somministrare 3 litri anche tre volte al giorno. Dal punto di vista pratico è consigliato di alimentare i vitelli con almeno tre litri di latte due volte al giorno come minimo oppure tre volte al giorno come massimo. Quando si impiegano secchi per la distribuzione del latte ai vitelli è molto importante curarne con attenzione la pulizia e la sanitizzazione. Altro aspetto spesso dimenticato è la necessità di stabilire indicatori che forniscano informazioni sull'efficacia del piano di svezzamento. In questa fase, la crescita media giornaliera (ADG) è senza ombra di dubbio il parametro più significativo. Si calcola sottraendo dal peso del vitello, quando viene spostato dalla gabbietta individuale a quella multipla, il peso alla nascita, e dividendo il risultato per i giorni. In questo modo i responsabili aziendali posso verificare le performance individuali in gruppi di vitelli per settimana, mese, stagione incidenza di malattie. Oltre a registrare il peso è importante annotare per ciascun vitello gli eventi sanitari, come ad esempio diarree e problemi respiratori, il numero di giorni di durata degli eventi sanitari e i farmaci utilizzati. Lo sviluppo ottimale del rumine è l'obiettivo ma non deve essere ottenuto a scapito di una ridotta performance durante la fase di alimentazione lattea. Ridurre l'ingestione di latte con l'intenzione di accrescere quella di sostanza secca nelle prime fasi di vita non può essere l'obiettivo e non è nemmeno giustificato dal punto di vista economico. L'obiettivo deve essere il passaggio dalle proteine e dall'energia del latte alle proteine e all'energia da fonti vegetali nel modo più veloce ed efficiente possibile. Negli animali più giovani, le proteine vegetali e l'energia sono meno digeribili. Spesso gli allevatori ritardano il passaggio dall'alimentazione liquida a quella solida avendo sperimentato il rallentamento nella crescita quando si passa troppo rapidamente all'alimentazione solida. Per trovare un compromesso soddisfacente negli ultimi anni si sono formulati mangimi starter con ingredienti altamente digeribili per consentire di ridurre i giorni in cui i vitelli sono alimentati con latte.
Fase 3 - Svezzamento - settimana 8
Lo svezzamento è il momento, nella vita dei vitelli, nel quale l'allevatore chiede all'apparato digerente dei vitelli di passare da proteine e energia del latte a proteine e energia vegetali. Naturalmente il latte e il latte in polvere sono più costosi rispetto ai mangimi starter, però l'efficienza alimentare è superiore. Più è giovane il vitello (5-6) settimane, minore è la digeribilità delle proteine e dell'energia che proviene da fonti vegetali. In generale si consiglia di passare all'alimentazione secca quando, per almeno tre giorni consecutivi, il vitello ha ingerito da 1.100 a 1.400 grammi di mangime starter. E' bene ricordare che le performance dei vitelli sono determinate dal programma di utilizzo del colostro, dalla quantità di latte somministrato e dalla sua concentrazione (% di solidi), dalle condizioni ambientali e dall'incidenza di malattie. L'età dei vitelli alla quale è possibile passare all'alimentazione solida è variabile. La disponibilità di acqua fresca e pulita è essenziale per l'ingestione di sostanza secca del mangime starter. Normalmente i vitelli raddoppiano il consumo di mangime starter nei sette giorni successivi alla rimozione del latte. In questa fase non introdurre in razione il fieno. I mangimi starter non sono tutti uguali. Le proteine grezze e l'energia non sono cosi importanti quanto le proteine e l'energia metabolizzabile. Inoltre alcune materie prime sono più appetibili di altre. L'appetibilità e la digeribilità di un mangime starter formulato correttamente, unitamente allo sviluppo adeguato dell'apparato digerente, sono le chiavi del passaggio ottimale all'impiego di proteine e energia vegetali. E' inoltre consigliabile l'inserimento di un coccidiostatico al dosaggio ottimale. La scelta del mangime starter è spesso determinata dal prezzo, mentre dovrebbe essere posta grande attenzione alla qualità, il che significa privilegiare le performance dei vitelli. Praticamente gli allevatori dovrebbero utilizzare l'incremento ponderale medio giornaliero per assumere la decisione più corretta. La tabella 2 propone un raffronto fra due razioni. Senza indicatori di performance (numerici) è probabile che si incorra in errore scegliendo il mangime meno costoso che determina risultati peggiori.
Fase 4 - Gruppi - dalla 9a alla 17a settimana
Gli allevatori conoscono i ritardi nell'accrescimento dei vitelli quando sono spostati dalla gabbietta individuale a gruppi formati da più individui. L'esperienza ha dimostrato che quando si spostano i vitelli che hanno una ingestione di almeno tre kg di mangime starter, il ritardo di crescita dovuto al cambiamento si riduce in modo significativo. In generale gruppi costituiti da meno animali determinano minore stress. Inoltre non tutti i vitelli gradiscono alimentarsi in mangiatoia con gli autobloccanti, per cui è consigliabile fornire mangime starter all'interno dei recinti. Va sottolineata la necessità di fornire ai vitelli un area di riposo, asciutta e senza correnti d'aria. E' dimostrato chiaramente che parametri ambientali come la temperatura, umidità, velocità del vento e le condizioni del mantello hanno una grande importanza sui fabbisogni di mantenimento dei vitelli. La disponibilità di acqua fresca è essenziale. Non è consigliabile aggiungere fieno alla razione prima che siano passate due settimane dallo spostamento dei vitelli nei gruppi. Miscelare dal 10 al 15% di fieno di medica di ottima qualità al mangime starter ha dato risultati spesso positivi.
Allegati
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