la corsa della produzione
di latte in Italia.
Secondo gli ultimi dati disponibili
resi noti dal Sian (Sistema
informativo agricolo nazionale),
anche in novembre
2012 la produzione complessiva
realizzata in Italia è stata
superiore allo stesso dato
produttivo registrato nel novembre
2011. Confermando
una dinamica che si sta ripetendo
mese per mese da diverso
tempo. Segno evidente
che la tendenza è di un aumento
della produzione nazionale.
Vediamo i numeri. Le consegne
totali progressive ai primi
acquirenti registrate a novembre
2012 sono state pari a
7.099.264 tonnellate (vedi tabella);
produzione già rettificata
in grasso secondo le norme
sulle quote latte. Lo stesso
dato registrato nel
novembre 2011 era stato pari
a 7.021.157 tonnellate: una
maggior produzione dunque
di 78.107 tonnellate; pari a un
incremento dell'1,11%.
Può sembrare una quantità
bassa, ma bisogna ricordare
che la produzione della campagna
2011/2012, terminata
nel marzo 2012, è rimasta
di pochissimo al di sotto della
quota latte nazionale (pari a
10,883 milioni di tonnellate).
Se a questa considerazione si
aggiunge la notizia della conferma
di produzioni in aumento,
si comprende come l'allarme
rimanga elevato e gli allevatori
debbano proseguire a
prestare la massima attenzione
alla situazione aziendale
relativa alla produzione e alle
quote disponibili.
Un superamento del quantitativo
di riferimento nazionale
(la quota complessiva concessa
all'Italia) potrebbe infatti
avere risvolti problematici
per molti allevatori. Questo a
causa delle norme sulle compensazione/
restituzione introdotte
nel 2009 dalla legge
33 (la cosiddetta legge Zaia),
e fino ad ora mai applicate
proprio perché nelle ultime tre
campagne produttive (dal
2010 al 2012) non si è verificato
alcun splafonamento
produttivo. Il punto è che la
legge 33/2009 esclude dalla
restituzione alcune categorie
di produttori: coloro che non
sono in regola con i versamenti
mensili sugli splafonamenti;
chi termina la campagna
con una produzione consegnatamaggiore
della quota
a disposizione nel 2007/08;
le stalle che a marzo 2012
avessero fatto registrare uno
splafonamento di quota superiore
al 6%.
Se dunque si verificherà uno
scostamento anche minimo
della produzione complessiva
rispetto alla quota nazionale,
queste categorie di allevatori
dovranno pagare per intero la
multa, indipendentemente
dalla presenza di spazi di
compensazione. E per molte
aziende sarebbe un salasso.
Come dicevamo però la dinamica
sta rallentando. Lo stesso
calcolo effettuato confrontando
ottobre 2012 e ottobre 2011 dava un incremento
dell'1,5%.
Il tasso di crescita
dunque cala: gli appelli
alla moderazione
produttiva stanno
sortendo l'effetto,
vedremo a fine
campagna se basterà.
D'altro canto, per le
quote latte, si avvicina
il momento dell'addio.
È di questi
giorni la pubblicazione
di un rapporto
della Commissione
europea che conferma
la decisione
presa anni fa di arrivare
all'abrogazione
del regime del prelievo
supplementare.
Secondo il rapporto,
il mercato del
latte a livello europeo
non sta dando particolari preoccupazioni di prezzo; non
tanto, almeno, da consigliare di recedere dalla decisione di
abbandonare il regime delle quote o di creare un meccanismo
alternativo di regolazione dell'offerta di latte. E per il futuro le
previsioni della Commissione di Bruxelles vedono un mercato
tonico, anche per la crescita dei consumi di latte, sia a livello
europeo che, soprattutto,mondiale.
Allegati
- Scarica il file: Latte, novembre 2012: l’offerta italiana sfora