Nei giorni scorsi, dopo settimane di tensioni, si è finalmente trovato un accordo sul prezzo del latte ovino e caprino in Sardegna: il tavolo convocato dal prefetto di Sassari ha chiuso un’intesa sul prezzo di 74 centesimi al litro e l’impegno di un conguaglio a novembre in base al prezzo di mercato del pecorino romano.
Il tavolo ha visto la partecipazione dei rappresentanti degli allevatori e delle aziende di trasformazione con i rappresentanti di Regione Sardegna, associazioni di categoria e del ministero. Le proteste dei pastori sardi e le immagini del latte versato per strada sono arrivate forti e chiare anche in Lombardia, prima regione d’Italia nel settore lattiero caseario.
La Lombardia produce infatti il 40 per cento del latte Italiano e vanta 14 prodotti Dop del settore su 50 italiani. Abbiamo 5.000 stalle che producono 660 mila tonnellate di latte ogni anno. Il latte è per noi tradizione e futuro, cultura e lavoro. Per questo lavoriamo per dare il giusto valore al nostro “oro bianco”.
Stiamo collaborando con gli allevatori nella sfida principale, quella della comunicazione. Per garantire il giusto reddito è necessario far percepire sempre meglio il valore del latte come alimento nutriente fondamentale della nostra dieta, contrastando le fake news che stanno, purtroppo, riducendo i consumi e diffondendo stili di vita sbagliati nella popolazione.
Occorre una costante ed efficace azione di informazione e comunicazione sinergica di tutti gli attori che coinvolga anche la scuola sull’importanza del latte nella dieta alimentare; su questo tema per troppo tempo abbiamo tutti abdicato lasciando troppo spazio ai prodotti succedanei e agli interessi delle multinazionali.
C’è anche la questione della semplificazione burocratica che dobbiamo assolutamente concretizzare per ridurre incombenze inutili per i nostri agricoltori e operatori. Ed è per questo che in Regione abbiamo istituito il Tavolo antiburocrazia in agricoltura.
Il latte italiano potrà essere maggiormente valorizzato anche grazie allo storico pronunciamento del 6 marzo da parte del Consiglio di Stato con cui di fatto è caduto il segreto di Stato sui cibi stranieri che arrivano in Italia. Ora si può finalmente accedere ai dati dei flussi commerciali del latte e dei prodotti lattiero-caseari, oggetto di scambio intracomunitario e provenienti dall’estero, detenuti dal Ministero della Salute e finora inaccessibili.
Si tratta di una vittoria dei consumatori, della trasparenza e della sicurezza alimentare. Così come la sfida dell’etichettatura che il governo ha il dovere di intraprendere in sede comunitaria in attuazione del pronunciamento parlamentare per difendere e valorizzare definitivamente il Made in Italy rappresenterà una grande opportunità per il latte italiano, sinonimo di qualità e sicurezza alimentare.
Chiudere poi politicamente la ferita delle quote latte e far ripartire le aziende coinvolte, con il minor numero di danni possibile, rappresenta un’altra azione da realizzare per consolidare un settore che ha nella qualità del prodotto e nella capacità di innovazione i suoi punti di forza nel mercato.
C’è molto lavoro da fare, ma sono ottimista sul futuro.
Intendo essere vicino, come Regione Lombardia, agli allevatori, cogliere sempre più spunti possibili per rafforzare politiche concrete e costruire progetti di filiera, strada necessaria e obbligatoria per una più corretta ripartizione della redditività tra gli attori. E dare forza al valore della materia prima autenticamente italiana che i consumatori hanno saputo apprezzare.
Al governo chiediamo supporto deciso ed efficace nelle battaglie strategiche, penso alla nuova Pac per la quale vanno difesi gli stanziamenti, salvaguardato e valorizzato il ruolo regionale come autorità di gestione del psr e costruite politiche più efficaci nel sostegno del comparto zootecnico e lattiero caseario, a partire dalla gestione del rischio. Ed anche il supporto all’azione regionale di revisione del piano di azione nitrati in corso per accompagnare le aziende nella sfida della sostenibilità recuperando competitività rispetto ad una normativa oggi superata e punitiva verso le aziende.
Stiamo iniziando a programmare il Piano di Sviluppo rurale 21-27. È iniziata la consultazione online rivolta agli agricoltori per capire le priorità del settore. Il mio obiettivo è quello di valorizzare maggiormente il made in italy, partendo proprio dal latte e i suoi derivati.