Da Anafi: Ies, nuovo indice di selezione

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L’associazione ne ha deliberato il rilascio nel luglio scorso. Obiettivo: incrementare la redditività dell’allevamento

Quando si prendono decisioni di carattere selettivo l’obiettivo principale è quello di creare una vacca “economica”, che sia in grado di produrre reddito per l’ allevatore. In questi ultimi mesi gli Uffici tecnici di Anafi, su mandato del Comitato direttivo, hanno lavorato allo sviluppo di un nuovo indice di selezione da affiancare al Pft (Pft: Produttività, Funzionalità e Tipo, è l’indice di selezione della razza Frisona Italiana, vedi box).

Un nuovo indice i cui obiettivi di selezione siano il punto di riferimento per la selezione nazionale della Frisona italiana.

Questo secondo indice è mirato soprattutto agli allevatori che hanno la maggior parte dei ricavi che deriva dalla vendita del latte e che vogliono incrementare la redditività dell’allevamento considerando anche il contesto etico-sociale e normativo in cui ci muoveremo nei prossimi anni e che non potrà trascurare la salute e benessere animale, dovrà ridurre l’uso di antibiotici e dovrà minimizzare l’impatto ambientale nonché garantire una diversità genetica entro popolazione.

Il nuovo indice è stato chiamato Ies, “Indice economico salute”, ed è stato ufficialmente approvato dalla Commissione tecnica centrale di Anafi, che ha deliberato, in luglio 2016, il rilascio del nuovo indice.

Lo sviluppo di Ies

Il lavoro di analisi e ricerca è stato sviluppato avendo l’obiettivo di stimare ricavi e costi dell’ intera vita produttiva di una vacca da latte, da quando nasce a quando viene riformata in allevamento; intera vita produttiva perché solo considerando l’ evoluzione dei costi e dei ricavi nel corso degli anni si può capire quando un animale inizia a produrre un profitto. L’approccio di Ferguson e Galligan (1995), riportato in Figura 1, risulta molto chiaro che una vacca da latte ammortizza i costi iniziali di accrescimento e di produzione solo verso la fine della 1a lattazione; ogni animale quindi eliminato prima della 2a lattazione non produce un profitto per l’allevamento ma solo costi.

Alcuni esempi pratici per spiegare l’approccio utilizzato vengono riportati nelle Figure 2 e 3. Se il costo per portare una manza al parto è di 2.000 € e la vacca dura solo due lattazioni la quota di ammortamento è di 1.000 € per lattazione, mentre se la vacca produce per quattro lattazioni la quota di ammortamento si riduce a 500 € per lattazione.

E ancora, se consideriamo un mandria con 100 capi in latte che mantiene inalterata la sua dimensione e ha una rimonta del 30 %, la sua struttura di allevamento è quella raffigurata in Figura 4 dove solo 35 animali producono reddito al netto delle spese. Se con una diminuzione della rimonta aumentiamo il numero medio di lattazioni (Figura 5) si avranno più animali che producono profitto e meno fabbisogno di animali giovani, per mantenere la dimensione della mandria.

Tre fasi

Lo sviluppo di Ies ha visto quindi diverse fasi a. Stima parametri tecnico economici; b. Stima ricavi e costi in carriera; c. Derivazione dei pesi di Ies. Vengono di seguito riassunte.

a) Stima parametri tecnico-economici:

In primis si sono evidenziati i parametri tecnico economici quantificabili dal punto di vista dei ricavi (tabella 1) e dei costi (tabella 2) utilizzando le informazioni derivate dai tradizionali controlli funzionali.

Chiaramente in una realtà talmente variegata, come quella italiana, è impossibile disporre di informazioni congrue per tutte le realtà aziendali; dovendo individuare una media di riferimento si è considerata la realtà produttiva della pianura lombarda, sia come ricavi che come costi. Per il recupero di questi dati sono state consultate diverse esperti professionisti operanti nel settore zootecnico da latte, oltre all’uso dell’ ampia bibliografia su questi argomenti.

b) Stima ricavi e costi in carriera:

Per stimare costi e ricavi durante l’intera vita produttiva è stato indispensabile stimare la deviazione standard di ogni indicatore utilizzato per la stima dei costi e ricavi e d il suo impatto sul fenotipo degli animali.

I risultati, riassunti in tabella 3, sono rilevanti soprattutto per i caratteri funzionali a bassa ereditabilità dove si è sempre pensato fosse meno forte l’impatto della genetica: oggi è evidente che tra una figlia di un toro a 100 per fertilità e una figlia di un toro a 105 ci sono circa 10 giorni di intervallo parto-concepimento di differenza, che in termini di efficienza economica risultano molto rilevanti.

A questo punto per stimare le performance fenotipiche della figlia media di ogni toro si è aggiunto al dato medio della popolazione di riferimento, cioè le vacche nate tra il 2008 e il 2010 (tabella 4) le variazioni fenotipiche, positive o negative corrispondenti al valore espresso in deviazioni standard dell’indice.

Una volta calcolate tutte le performance fenotipiche oggetto di costi e ricavi si sono sommate tutte le fonti di ricavo:

- Latte grasso proteine + eventuali premi per grasso e proteine > fascia neutra

- Eventuali premi per cellule < 300.000

- Ricavo vacca fine carriera

e sottratte tutte le fonti di costo, disponibili:

- Costo produzione manza

- Costi mantenimento e di produzione

- Costi fertilità

- Costi mastite

Al termine, si è ottenuta una stima del valore finale di profitto (netto/giorni vita) che rappresenta i ricavi al netto dei costi disponibili.

c) Derivazione dei pesi di Ies:

Avendo a disposizione il calcolo economico dei singoli tori si è stimato tramite una regressione lineare multipla il peso che i singoli caratteri hanno sul valore finale di profitto; in questo modo si è calcolato il contributo che ogni singolo carattere ha in termini di massimizzazione del miglior risultato economico. Il risultato è riportato in Figura 6. Riassumendo, in termini relativi il rapporto tra Produzione, Morfologia e Funzionalità è così risultato pari rispettivamente a 39: 10: 51 (vedi Figura 7). Nella quota dedicata alla Produzione le proteine hanno evidenziato una importanza considerevole, mentre nella quota dedicata alla Funzionalità molta enfasi si è risultata alla longevità e fertilità.

Non sono importanti i pesi assegnati a ciascun carattere bensì è fondamentale verificare il progresso genetico atteso dopo 10 anni di selezione, a causa del fatto che le correlazioni genetiche tra caratteri hanno un loro impatto sul miglioramento genetico finale, nonostante i pesi attribuiti ai singoli caratteri.

In Figura 8 si riporta il progresso genetico atteso di Ies a confronto con il progresso genetico atteso del gPFT. Si nota come rimane elevato il miglioramento su Produzione e Morfologia, di poco inferiore al gPFT , con risultati migliori sulle % di grasso e proteine, mentre si nota un netto cambio di risposta nei caratteri funzionali con un evidente miglioramento per fertilità, longevità e Bcs.

Di fatto, lo Ies indirizzerà la selezione verso vacche con buone produzioni, con una elevata longevità, e che si riproducono con regolarità ed avranno meno problemi di carattere gestionale e sanitario.

È fondamentale ricordare che Ies non va visto in contrapposizione al gPFT, che ribadiamo rimarrà l’indice di selezione nazionale; bensì deve essere considerato come uno strumento ulteriore per le aziende che vogliono indirizzare le loro scelte genetiche verso animali più redditizi e di più facile gestione.

Cosa esprime l’indice Ies

Lo Ies è un indice che stima il bilancio economico dell’intera vita produttiva dell’animale tenendo conto dei ricavi attesi (latte, grasso, proteine, cellule e dal ricavo dalla vendita a fine carriera) e dei costi per accrescimento, mantenimento e produzione, oltre alle perdite dovute alle problematiche sanitarie più diffuse quali infertilità e mastiti.

L’indice Ies sarà espresso in € ed evidenzierà quanti euro, stimati sull’intera vita produttiva di un animale, farà guadagnare l’uso di quel toro rispetto alla media della popolazione. In altre parole un toro con Ies pari a zero € produrrà figlie che daranno un profitto sull’intera vita produttiva equivalente alla vacca media della base genetica. Invece un toro con un indice Ies di 1.000 € produrrà figlie che, rispetto alle vacche della base, produrranno 1.000 € di profitto in più rispetto all’intera vita produttiva. Pertanto, selezionando per tori con elevato indice Ies si selezionerà direttamente per l’incremento del profitto della progenie del toro rispetto a tutte le altre progenie degli altri tori.

In Figura 9 viene riportata una interpretazione grafica di come viene espresso lo Ies. La scala dello Ies oggi vede i primi tori provati italiani con circa 950 € mentre i migliori tori genomici italiani evidenziano valori sui 1.450 € . Anafi pubblicherà liste separate dei migliori tori, provati e genomici, a gPFT e Ies sul web e su Bianco Nero e ogni allevatore potrà trovare i riproduttori che meglio soddisfano le loro esigenze di selezione. L’indice Ies è disponibile in Winthor e in GenoCow (sito Anafi per femmine genotipizzate). Nel WebPac Anafi è inserita una funzione di ottimizzazione per il nuovo indice Ies.

Futuri sviluppi di Ies

Ies è un indice che sarà continuamente adeguato man mano che nuovi indici saranno disponibili. Tra gli obiettivi futuri di Anafi si prevede l’introduzione di nuovi indici genetici per benessere animale, resistenza alle mastiti, resistenza alle malattie, efficienza alimentare, stress termico, impatto ambientale e un miglioramento dell’attuale indice di trasformazione casearia (Itc).

Tutte queste novità potranno essere inserite nello Ies valutando l’impatto economico che hanno sul profitto aziendale. Contestualmente alla disponibilità dei nuovi indici, Ies verrà aggiornato, tenuto conto anche di eventuali mutamenti dello scenario economico nazionale.

 

Si ringraziano per la collaborazione Giorgio Civati di Anafi e il prof. Martino Cassandro dell’Università degli Studi di Padova.

 

Gli autori sono di Anafi (Associazione nazionale allevatori di bovini di razza Frisona italiana).

 

 Leggi l’articolo completo di box, grafici e tabelle pubblicato su Informatore Zootecnico n. 18/2016

L’edicola di Informatore Zootecnico

Da Anafi: Ies, nuovo indice di selezione - Ultima modifica: 2016-10-24T11:55:28+02:00 da Barbara Gamberini

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