Il premio l’Allevatore Dell’Anno, istituito una decina d’anni fa dalla rivista Informatore Zootecnico, si è ormai affermato nel settore. È diventato un punto di riferimento in zootecnia grazie alla sua intenzione di segnalare l’allevatore che più si è distinto nei dodici mesi per le proprie scelte imprenditoriali, e quindi di proporre un esempio per i colleghi.
Bene, la rivista ha eletto l’Allevatore Dell’Anno 2021. Anzi, dato il fatto che la premiazione era prevista alla Fieragricola di Verona, questa volta il premio è stato triplice: premiati tre imprenditori zootecnici, il miglior allevatore di bovini da latte, il miglior allevatore di bovini da carne, il miglior allevatore di suini. Si tratta rispettivamente del mantovano Leonardo Barozzi, del trevigiano Federico Merlo, del bresciano Sergio Visini.
La chiave di lettura questa volta è stata la volontà e la capacità di innovare. Di introdurre in allevamento innovazioni tecnologiche o strutturali. Lo vedremo nei dettagli per Barozzi già qui in IZ 5, nel servizio di pagina 26; poi per Merlo lo vedremo in IZ 6, in un servizio altrettanto ampio e documentato; infine per Visini sul numero 3.2022 della Rivista di Suinicoltura.
Sul sito di IZ poi, al link https://bit.ly/3600zFA , troviamo delle videointerviste a questi imprenditori. Sponsor del premio la EnneEffe Boumatic.
Presenti a Verona alla cerimonia di premiazione anche il presidente e il direttore dell’Aia, Roberto Nocentini e Mauro Donda. «Con le innovazioni tecnologiche di oggi – ha detto Nocentini – a volte basta cambiare poco per ottenere un notevole risultato in termini economici. C’è ancora molto da fare in questa direzione ma rispetto a dieci anni fa abbiamo fatto grandi passi avanti. E poi c’è da dare risposte anche ai consumatori che chiedono tracciabilità e sicurezza».
Ha aggiunto Donda: «Fare l’allevatore è forse il mestiere più complicato in ambito agricolo e oggi alla zootecnia viene chiesto ancora di più in termini di benessere animale e sostenibilità ambientale. Quindi le tecnologie per praticare una zootecnia di precisione con la raccolta di dati utili per ottimizzare i processi aziendali sono imprescindibili».
Leonardo Barozzi
L’Allevatore Dell’Anno per la categoria bovine da latte è dunque risultato Leonardo Barozzi, titolare assieme al padre Gianpietro dell’azienda agricola Barozzi Holstein di Canneto sull’Oglio (Mn).
Ha molto investito in innovazione tecnologica, come vedremo meglio poi in questo stesso numero di IZ a pagina 26. Addirittura si può definire un precursore dell’idea tecnica di zootecnia di precisione, dato che già dieci anni fa, quando nessuno ancora parlava di zootecnica di precisione, applicava sensori alle proprie bovine per monitorare i loro calori e la loro produttività, una per una, con l’aiuto di software avanzati.
Federico Merlo
L’Allevatore Dell’Anno per la categoria bovini da carne è invece Federico Merlo, della società agricola Brenton s.s. di Merlo Federico e Mario (Mario è il padre), azienda situata ad Altivole, in provincia di Treviso. L’allevamento conta la presenza di circa 300 posti per bovini da carne Limousine, maschi e femmine.
Gli aspetti valorizzanti sono la presenza di molte strutture o procedure virtuose. Per esempio tappetini in gomma dappertutto, stalla di ristallo dedicata con corridoi di movimentazione, gabbia di cattura dei capi per i trattamenti e la pesatura, pannelli solari, letamaia coperta, trincea del silomais con tettoia mobile per proteggere il fronte dalla pioggia...
La sua azienda è associata a Unicarve. Ha ricevuto la targa metallica del premio dalle mani di un collega allevatore di bovini da carne, il presidente Aia Roberto Nocentini.
Sergio Visini
Infine l’Allevatore Dell’Anno per la categoria suini: si tratta di Sergio Visini, bresciano, che conduce due allevamenti suinicoli, uno a Verona e un altro, l’azienda Piggly, a Pegognaga (Mn). Alleva suini puntando con decisione su benessere animale e sostenibilità ambientale. Fotovoltaico, biogas e ventilazione naturale le innovazioni integrate.
Fra i temi che hanno portato alla premiazione di Visini: grazie a mirate innovazioni in strutture e attrezzature ha raggiunto gli obiettivi dell’antibiotic free e della sostenibilità ambientale; e una ricerca del Crpa sulla carbon footprint ha mostrato che la sua azienda è a un ottimo livello per questo aspetto.