L’esordio di Agriumbria come “Polo delle Carni Italiane”

Il titolare del Masaf, Francesco Lollobrigida, al centro, nello stand dell’Aia, assieme ai vertici dell’Associazione
L’Aia e il sistema allevatori alla fiera di Bastia Umbra (Perugia) con un ricco programma di eventi. In primo piano le mostre e i concorsi

La 54esima edizione di Agriumbria che si è svolta a Bastia Umbra (Perugia) dal 31 marzo al 2 aprile 2023 ha sancito l’esordio della manifestazione quale “Polo delle Carni Italiane”. La prima novità è stata la presenza di ben due ministri dell’attuale Governo, la titolare del ministero del Lavoro, Marina Elvira Calderone, e il responsabile del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. In particolare quest’ultimo, dopo aver dato merito allo sforzo del neo-presidente di Umbriafiere, Stefano Ansideri, e degli amministratori locali, in primis la sindaco di Bastia Umbra, Paola Lungarotti, e la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, si è intrattenuto a lungo con gli allevatori.

Nello stand dell’Aia (Associazione italiana allevatori) e nell’area di Italialleva Lollobrigida è stato accompagnato dal presidente dell’Aia, Roberto Nocentini, dal direttore generale Mauro Donda, dai presidenti di FedAna (Federazione nazionale delle associazioni di razza e specie), Battista Cualbu e dell’Associazione allevatori Umbria e Marche, Fabrizio Soro, con il direttore, Claudio Bressanutti, dal presidente e dal direttore di Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini italiani da carne), Luca Panichi e Stefano Pignani, di Anacli (Associazione nazionale allevatori delle razze bovine Charolaise e Limousine Italiane), Emanuele Nobile e Stefano Saleppichi, e dal presidente e dal direttore di Coldiretti Umbria, Albano Agabiti e Mario Rossi.

Riconoscimento non solo tecnico a livello nazionale

«L’affermazione di Agriumbria quale ”Polo delle Carni Italiane” – hanno ricordato il presidente dell’Aia Nocentini e il direttore generale Donda –, è un’operazione fortemente voluta dall’Aia e da altre Associazioni di primo piano del comparto bovino da carne, quali Anabic e Anacli, oltre che da Umbriafiere. Combinazione ha voluto che questo riconoscimento sia tecnico sia simbolico e culturale della nostra più pregiata zootecnia bovina da carne cada nei giorni immediatamente successivi al varo, chiesto proprio dal titolare del Masaf e dal collega del ministero della Salute, di un Disegno di Legge che blocca l’importazione, produzione e commercializzazione sul territorio italiano di carni sintetiche e altri prodotti agroalimentari processati in laboratorio. Qui, ad Agriumbria, tutti hanno potuto percepire l’abissale differenza che c’è tra una zootecnia di eccellenza, distintiva, sana, di qualità, frutto del lavoro di generazioni di allevatori italiani, e un’operazione nata dalla volontà di pochi istituti di ricerca e multinazionali che hanno proposto qualcosa spacciandolo per soluzione salva-ambiente, ma che invece non dà nessuna garanzia di sostenibilità né economica, né ambientale, né di tutela della salute umana».

Il programma zootecnico per mostre e concorsi

Articolato il programma zootecnico della manifestazione: studenti di venti Istituti Agrari e Professionali d’Italia hanno animato la Gara di valutazione morfologica delle razze bovine ad attitudine produttiva carne (Chianina e Limousine) e latte (Frisona Italiana), confronto non competitivo organizzato dall’Aia e dalle Associazioni nazionali allevatori coinvolte (Anabic, Anacli, Anafibj-Associazione nazionale allevatori di razza Frisona, Bruna e Jersey Italiana).

All’interno dello stand istituzionale dell’Aia e del Sistema Allevatori è stata illustrata l’importanza strategica del Progetto Leo (Livestock environment opendata) e il suo stato di avanzamento.

Grande partecipazione di pubblico e degli allevatori alle varie mostre zootecniche:

  • dalle due “Nazionali” curate dall’Anabic per la razza “padrona di casa”, la Chianina, e per la Romagnola;
  • da Anacli, con le due pregiate razze bovine da carne Charolaise e Limousine;
  • da Asso.Na.Pa (Associazione Nazionale della Pastorizia), con il 2° Concorso Nazionale degli Arieti di razza Sarda e la novità del 1° Concorso Pecore di razza Sarda.

Sempre interessante il quadro degli animali presentati nell’area Aia-Italialleva grazie al lavoro dell’Associazione allevatori Umbria e Marche, in collaborazione con i rispettivi enti selezionatori, che ha consentito la vetrina di razze da carne quali la Marchigiana, la Maremmana e la Podolica, la Piemontese, la Pezzata Rossa Italiana, simbolo della duplice attitudine, la Bufala Mediterranea italiana, portata per la prima volta dall’Anasb (Associazione nazionale della specie bufalina) con ben sei capi, oltre a varie razze ovine e caprine, ai suini Cinta Senese, agli equini, cavalli e asini, ai conigli di Registro Anagrafico dell’Anci (Associazione nazionale coniglicoltori italiani).

Il toro Maverick campione della Mostra nazionale bovini di razza Chianina che si è svolta ad Agriumbria

Il convegno sulle carni di qualità confronto tra gli allevatori

In tutte e tre le giornate di Agriumbria, l’Aia e l’Associazione allevatori Umbria e Marche, insieme a FedAna, hanno inviato un messaggio positivo agli allevatori, alle istituzioni e ai numerosissimi cittadini – stimati dagli organizzatori in circa 85mila – che hanno affollato il quartiere fieristico. Il Convegno del pomeriggio di sabato 1° aprile dal titolo Produrre carni di qualità in modo efficiente per una dieta sana organizzato da Aia con il sostegno di Msd Animal health, non è stato solo un momento importante di riflessione e confronto tra tecnici e allevatori, con oltre un centinaio di presenze in sala Europa del Centro congressi fieristico.

È stato anche l’occasione per annunciare l’avvio di un concreto progetto pilota di assistenza tecnica che coinvolgerà un campione rappresentativo di allevamenti di razze bovine autoctone di regioni del Centro Italia (Lazio, Marche, Toscana e Umbria).

Il Convegno è stato aperto dai saluti dei presidenti dell’Aia, Nocentini, e di Umbriafiere, Ansideri, assieme all’assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, Roberto Morroni.

Molto vivace e ricco di spunti, anche per quanto riguarda aspetti salutistici legati al consumo di carne, l’intervento di Filippo Rossi, ricercatore del dipartimento Diana (di Scienze animali, della nutrizione e alimenti) dell’Università Cattolica di Piacenza, con la relazione “Cosa succederebbe in caso di lockdown della carne?”.

Massimiliano Intini di Msd Animal Health ha ricordato come le “soluzioni digitali” in materia di acquisizione dati e di benessere animale siano in comunità di intenti con quanto messo in campo da Aia con le proprie attività e con il Progetto Leo soprattutto nella parte di sviluppo della sensoristica in stalla.

Ha anche sottolineato i principali benefìci di un sistema di monitoraggio in azienda che permette di utilizzare al meglio la tecnologia esistente, come nel caso del gestionale Si@llEvA fornito gratuitamente dall’Aia a tutti gli allevatori.

A tutto campo sulle principali necessità del management nel comparto bovino da carne si è focalizzata la relazione di Carlo Angelo Sgoifo Rossi, professore associato del dipartimento di Medicina veterinaria e scienze animali dell’Università di Milano che si è soffermato in particolare su come ottenere un’eccellente qualità delle carni partendo dall’incredibile patrimonio di razze bovine italiane.

Sono stati esaminati anche aspetti tecnici quali il pH al momento dell’abbattimento, all’età alla macellazione, allo stato di ingrassamento. Ha riscosso, inoltre, molto interesse la proposta, soprattutto ai fini della comunicazione della eccellenza delle carni bovine derivanti dalle razze pregiate autoctone italiane, di una “qualità 360.it”.

I vantaggi del Progetto Leo con tutti i progressi

Il direttore tecnico dell’Aia, Riccardo Negrini, si è concentrato su tutti i più recenti risultati del Progetto Leo di cui l’Associazione è capofila, la cui attività è giunta nella parte finale di realizzazione e risponde a un’ampia richiesta di dati e informazioni che possono essere condivisi in modalità open, ampiamente sfruttati anche a favore dei consulenti di fiducia degli allevatori.

Nel progetto sono state organizzate molte innovative informazioni sulla biodiversità di interesse zootecnico nel nostro Paese, oltre a dati utili per gestire i problemi dovuti al cambiamento climatico in atto che sono importanti per allertare l’allevatore su possibili cali di rese o sulle condizioni di benessere degli animali in produzione, soprattutto in relazione allo stress da caldo.

Dati che si aggiungono a informazioni sulle emissioni in ambiente, sull’impronta idrica e sulle condizioni di salute generale del bestiame, uso responsabile dei farmaci, sostenibilità ambientale e informatizzazione.

L’esordio di Agriumbria come “Polo delle Carni Italiane” - Ultima modifica: 2023-05-08T10:10:35+02:00 da K4

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