Mungitura, Usa e Italia (Aia) a confronto al polo di Maccarese

corso mungitura 2023
Un’intervista a Paul D. Virkler, docente alla Cornell University (Usa): la riduzione delle mastiti e la salute della mammella sono obiettivi pienamente raggiungibili

Il Polo di Formazione per lo Sviluppo agro-zootecnico di Maccarese (Roma), struttura formativa partecipata dall’Aia, ha organizzato recentemente un corso di mungitura rivolto a tecnici, esperti e allevatori che si è tenuto a maggio 2023.

La docenza del corso è stata affidata a Paul D. Virkler, professore della Cornell University e membro del National Mastitis Council, uno dei massimi esperti a livello mondiale in sistemi e tecniche di mungitura nell’allevamento bovino da latte che ha illustrato e condiviso con i partecipanti la sua esperienza e una serie di evidenze scientifiche relative agli aspetti sanitari e di benessere animale (in primis riduzione mastiti e salute della mammella), alla qualità del latte.

A lui sono state rivolte, a margine del corso, alcune domande sul livello professionale e tecnologico raggiunto dalla zootecnia italiana nella gestione della mungitura.

Prof. Virkler, quali sono le sue valutazioni sul livello delle tecnologie di mungitura e della preparazione degli operatori in Italia?

È stato interessante constatare il buon progresso nella tecnologia utilizzata rispetto al nostro ultimo corso organizzato in Italia nel 2019. È stato particolarmente emozionante per me vedere che tanti tecnici in Italia effettuano misurazioni più approfondite: ponendo attenzione nella valutazione del vuoto medio nel collettore al picco di flusso, poiché si tratta di un valore critico che determina il livello di vuoto del sistema.

Le competenze dei mungitori sono una sfida continua ed è stato positivo vedere che ci sono programmi di formazione specifici per aiutare a monitorare e riqualificare i mungitori, com’è costantemente necessario in ogni azienda agricola.

Il prof. Virkler, secondo da sinistra, con i tecnici Scm che hanno partecipato al corso

Quanto, a suo parere, l’introduzione di nuove strumentazioni e sensoristiche ha inciso sul progresso nell’assistenza agli allevatori italiani nelle fasi di mungitura?

Penso che i nuovi sensori e tecnologie, come il Vadia, possano contribuire al progresso degli allevatori italiani, soprattutto se i dati vengono interpretati correttamente da tecnici qualificati, come i vostri.

Uno dei punti di cui abbiamo parlato molto durante la mia attività in Italia è di assicurarsi di utilizzare tutti i dati disponibili dalle nostre osservazioni e misurazioni con diversi strumenti, in modo da arrivare a una soluzione più accurata e specifica e correggere eventuali problemi. Se utilizzassimo un solo strumento, non considerando l’intero quadro, potremmo commettere degli errori nell’interpretazione dei dati.

Dal confronto emerso durante il corso di Maccarese con i tecnici Scm dell’Aia, quali sono stati gli elementi di novità per lei più interessanti?

È sempre interessante confrontarsi con gli altri e apprendere quali siano stati i loro fattori di successo. Per me, una delle soddisfazioni è stata quella di acquisire dalla vostra esperienza nuove idee e processi di pensiero che aiutano a sostenere le fasi della mungitura.

Come abbiamo sottolineato, quanto migliore è il lavoro che facciamo e quanto più costante è la mungitura delle nostre vacche, tanto più facile è produrre latte di alta qualità.

È stato, inoltre, un ottimo segnale, durante il corso di Maccarese, vedere giovani tecnici e veterinari che non si erano mai occupati di qualità del latte. Dobbiamo incoraggiare i nostri giovani a impegnarsi in questo settore e contribuire a formarli sul modo corretto di mungere le vacche o le bufale.

Quali suggerimenti si sente di dare ai tecnici e agli allevatori italiani per mantenere un alto livello di efficienza nella mungitura e relativa garanzia di benessere animale?

Le vacche amano la coerenza: se riusciamo a mettere in atto una corretta routine di mungitura e a riprodurla giorno dopo giorno, molti dei problemi passano in secondo piano.

Per assicurarci che ciò avvenga, dobbiamo disporre di un sistema di monitoraggio. Se siamo forniti di un’automazione completa, possiamo farlo con i dati del flusso di latte.

Senza l’automazione è necessario osservare visivamente e regolarmente i mungitori per assicurarci che stiano eseguendo la routine corretta. Dobbiamo monitorare costantemente gli impianti per assicurarci che funzionino secondo gli standard e fare la maggior manutenzione preventiva possibile per evitare problemi.

Il terzo elemento è assicurarsi che l’ambiente in cui sono ospitate le vacche sia sempre pulito e asciutto. Inoltre, non dimenticate la corretta messa in asciutta e la gestione delle vacche durante questa delicata fase.

Mungitura, Usa e Italia (Aia) a confronto al polo di Maccarese - Ultima modifica: 2023-07-24T10:03:44+02:00 da Elena Barbieri

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