Listini Bmti, ancora giù latte spot e burro, su il Parmigiano Reggiano. Stabile il Grana Padano

Nuovo calo per il latte spot di origine nazionale nella settimana che va dal 30 dicembre 2024 al 3 gennaio 2025. Secondo le rilevazioni dalle Camere di Commercio e Borse Merci ed elaborati dalla Bmti (Borsa merci telematica italiana) sulla piazza di Milano i prezzi si attestano sui 575 €/t, in calo di 30 €/t su base settimanale. Nel complesso, i listini hanno chiuso il mese di dicembre con una flessione media del -6,8% rispetto a novembre.

Sul calo ha pesato anche l’eccedenza dell’offerta scaturita dalla fine delle preparazioni natalizie. Su base annua la crescita si attesta al +12,7%. Calano anche i prezzi del latte di importazione, sia francese che tedesco, con il differenziale che raggiunge i 35 €/t, valore che non si osservava da luglio. In flessione, sebbene lieve, anche il latte biologico, quotato attualmente 675 €/t.

Burro/Crema di latte

Settimana all’insegna del “meno” anche per il comparto del burro. Nel dettaglio, i listini del burro pastorizzato quotato a Milano scendono a 5,43 €/kg, in flessione di 17 centesimi rispetto alla settimana precedente. Contrazione che si è manifestata anche su base mensile, con i prezzi in calo del -5,5% rispetto a novembre. Sebbene ridimensionata, resta ampia la crescita annua, pari a +46,8%.

Si registrano ulteriori cali anche per lo zangolato e la crema di latte, quotati rispettivamente 5,23 €/kg e 3,52 €/kg. A livello continentale, il burro quotato a Kempten (Germania) chiude l’anno sotto gli 8 €/kg, soglia raggiunta, e per molte settimane superata, da inizio settembre. Andamento simile per il Verse Boter olandese e il prodotto francese.

Grana Padano

I listini del Grana Padano chiudono l’anno nel segno della stabilità. In particolare, lo stagionato 9 mesi conferma i 10,53 €/kg, mantenendo quindi il nuovo record raggiunto a metà dicembre.  Sfiora il +20% la crescita annua. Si rileva il non quotato presso le altre piazze per la chiusura legata alla pausa natalizia.

Sul fronte della produzione, i dati rilasciati dal Consorzio per la Tutela del Grana Padano indicano che nel periodo gennaio-novembre sono state prodotte più di 5 milioni di forme, in crescita del +3,2% su base annua e, al contempo, il livello più elevato degli ultimi 5 anni.

Parmigiano Reggiano

Proseguono i rincari nel comparto del Parmigiano Reggiano quotato presso la piazza di Parma. Nello specifico, lo stagionato 12 mesi sale a 12,30 €/kg dai 12,15 €/kg della settimana 16-21 dicembre, archiviando dunque un nuovo record per la piazza. Incremento lievemente meno marcato per lo stagionato 24 mesi che raggiunge 14,13 €/kg.  I rincari sono dipesi dalla dinamicità della domanda estera.

La crescita su base annua rimane ampia: +26% per lo stagionato 12 mesi e +22% per le forme più stagionate. Si osservano rincari anche presso la piazza di Reggio Emilia (rispetto alla settimana 16-21 dicembre) mentre prevale l’invariato presso quella di Milano.

Pecorino Romano

Prevale ancora la stabilità nei listini del Pecorino Romano. In particolare, presso la piazza di Milano, i prezzi all’ingrosso dello stagionato 5 mesi continuano ad attestarsi sui 12,03 €/kg a fronte di un calo annuo del -2,4%. Fa eco il prezzo all’ingrosso del prodotto con 8 mesi di stagionatura che conferma i 12,25 €/kg.

Bovini da macello

Assenza di quotazioni in occasione dell’ultima settimana di dicembre sia per la piazza di Mantova che per quella di Modena. Tra i principali capi, i listini dei vitelloni Charolaise hanno chiuso l’anno attestandosi sui 3,85 €/kg presso la piazza lombarda e 3,98 €/kg presso quella emiliana. Si conferma positiva la variazione rispetto ai 12 mesi precedenti, pari rispettivamente al +8% e +10%.

Terminano il 2024 su valori superiori a quelli di fine 2023 anche i listini relativi alla razza Limousine e agli incroci nazionali. Seguono lo stesso trend le quotazioni dei vitelli a carne bianca che chiudono il 2024 sui 6,52 €/kg presso la piazza di Mantova e 6,9 €/kg presso quella di Modena.

Suini

Non si arrestano i ribassi per il comparto dei suini. In particolare, il prezzo della categoria 160-176 kg quotata alla Cun (Commissione unica nazionale) di settore perde 3,8 centesimi attestandosi a 2,032 €/kg. Su base annua il ribasso è del -5%. La flessione continua a riflettere un eccesso di offerta rispetto alla domanda di capi. Identico decremento per il circuito non Dop, con il prezzo della categoria 160-176 kg sceso a 1,817 €/kg.

Dopo la pausa della settimana precedente torna il segno “più” invece per i tagli di carne suina fresca da macelleria.  In particolare, spunta un rincaro di 10 centesimi il lombo Bologna e di 20 centesimi il lombo Padova, portandosi rispettivamente sui 4,60 €/kg e 4,70 €/kg. In rialzo anche il busto con coppa, che raggiunge 4,40 €/kg. In controtendenza, invece, la coppa fresca con osso che resta ferma sui 4,10 €/kg.

Sostanziale stabilità per gli altri tagli che interrompono, almeno per il momento, la striscia di continui ribassi. Fanno eccezione la gola e il lardello che cedono rispettivamente 10 e 6 centesimi rispetto alla seduta precedente.